I più famosi villain del cinema horror, spesso i veri protagonisti delle pellicole, vivono nell’immaginario collettivo anche grazie al mostruoso aspetto che li contraddistingue. Mostri sfigurati, mutanti e demoni di ogni sorta incarnano sullo schermo le nostre paure più profonde, un effetto spaventoso dovuto spesso all’inconfondibile costume al quale li riconduciamo. In questo articolo proveremo a paragonare alcune figure canoniche del cinema dell’orrore per sottolineare somiglianze e differenze che hanno segnato il loro sviluppo estetico.
LA FIGURA DEL VAMPIRO
La figura del vampiro è stata tra le primissime a fare la sua comparsa sullo schermo come protagonista di storie dell’orrore. Derivante dalla letteratura gotica, il personaggio del vampiro da secoli si presta a narrazioni e leggende, e anche al cinema è apparso in diverse forme, passando dallo scabroso al romantico, dal mistero fino al comico (basti pensare al cartone animato Hotel Transylvania).
Tra le tante interpretazioni che si ricordano, una delle più note è sicuramente la prima trasposizione cinematografica, ossia quella del cadaverico Conte Orlok nel film Nosferatu. Diretto da Friedrich Wilhelm Murnau nel 1922, il film appartiene alla corrente dell’espressionismo tedesco e prende le mosse (più o meno esplicitamente) dal famoso Dracula di Bram Stocker, romanzo gotico del 1897. Il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck, appare come una pallida e massiccia creatura, ma al tempo stesso come un essere quasi evanescente di cui spesso si riesce a scorgere solo l’inquietante ombra. Il viso ossuto e quasi scheletrico del vampiro appare in contrasto con l’ampiezza delle spalle e del petto, ampiezza resa ancora più evidente grazie allo scuro soprabito a spalle larghe del personaggio. Il pesante e lungo cappotto, abbinato al cranio bianco e glabro, alle orecchie prostetiche, agli artigli e ai denti finti, contribuisce a dare vita a una figura innaturale e quasi priva di forma, la cui sagoma resta impressa nella memoria dello spettatore.
In netta dissonanza con il personaggio di Orlok è invece un’altra – parimente famosa – trasposizione del personaggio di Dracula. Intitolato proprio Bram Stoker’s Dracula, il film diretto da Francis Ford Coppola nel 1992 ha per protagonista un Dracula differente e multiforme. Questa nuova raffigurazione del conte, qui interpretato da Gary Oldman, abbandona il look classico e identificativo del personaggio del vampiro. Su richiesta dello stesso Coppola, la costumista Eiko Ishioka (che per questo film si aggiudica l’Oscar) crea dei costumi “strani”, che traggono ispirazione da diverse epoche e culture. Affascinante e dandy alle volte, decrepito e rugoso in altre scene, Oldman indossa abiti che pescano dal periodo vittoriano, si mescolano ai tagli tipici del mondo orientale e del teatro Kabuki, fino a contaminarsi con riferimenti all’arte Bizantina o al mondo animale e vegetale. Questa pellicola ridefinisce la mitologia del vampiro, attribuendogli tratti più umani e persino romantici, e si impone sicuramente come una delle trasposizioni (pur non fedele al personaggio del romanzo) più applaudite.
L’ORIGINE DEI CLOWN MALEFICI
Un altro personaggio che spesso popola incubi e pellicole horror è quello del clown, tant’è che sono ormai diversi i film che lo vedono trasformarsi da giocoso circense a folle e macabro assassino. A detenere il primato come pagliaccio più spaventoso e malefico è senz’altro il personaggio del clown Pennywise, di cui si hanno due diverse versioni. Nato dalla penna di Stephen King nel 1986, Pennywise non ha sicuramente bisogno di presentazioni, ma è interessante vedere la sua evoluzione sullo schermo dagli anni 90 fino ad oggi. Primo e iconico interprete è Tim Curry, che veste i panni del pagliaccio nella miniserie televisiva It del 1990. Sebbene oggi quasi nessuno riesca a pensare al personaggio di Curry senza un misto di ansia e terrore, a un primissimo impatto l’aspetto del clown rispetta i canoni classici della figura goliardica e allegra dell’innocuo artista circense: trucco pesante ma semplice, col classico nasone rosso bene in vista, testa e piedi decisamente sproporzionati, abiti e capelli sopra le righe, vistosi e colorati, che contrastano nettamente con quella che è la reale e grottesca natura di Pennywise.
La versione del 2017 sembra invece volerci dire di più e, anche tramite la grande cura nella preparazione dei costumi del costumista Janie Bryant, sembra cercare di andare oltre la classica iconografia del buffone da circo. Più simile a un demoniaco Pierrot, questa volta il clown è interpretato dal giovane Bill Skarsgard e veste totalmente di bianco. Lungi dall’essere rassicuranti e vivaci, gli abiti del personaggio di Skarsgard si avvicinano per alcuni versi a quelli di una gigantesca e inquietante bambola di porcellana, con guanti candidi, maniche a sbuffo, vita alta e fasciata e pantaloni corti. Il costume baroccheggiante si ispira a epoche passate, come quella rinascimentale o quella elisabettiana, e vuole richiamare tutte le precedenti dimensioni ultraterrene del passato del clown ballerino, mostrando come il terrore instillato dal personaggio abbia radici molto più antiche di quanto forse non si direbbe.
DUE SLASHER VILLAINS ATIPICI
Tra i più famosi cattivi del genere horror sono sicuramente da annoverare gli Slasher Villains: antagonisti e veri protagonisti sono killer spietati che collezionano vittime uccidendo a sangue freddo spesso nei modi più originali e sadici. La lista dei celebri assassini del genere slasher è lunga e molto differenziata, ma in questa sede sono due di loro che ci preme mettere in rilievo e comparare: Freddy Krueger di A Nightmare on Elm Street e Pinhead del film Hellraiser. Le due figure sono certamente molto diverse, ma una prima importante similitudine tra loro riguarda proprio il loro aspetto: nessuno dei due rispecchia i canoni del classico boogie man mascherato e quasi in incognito. Il loro aspetto è terrificante e il loro volto sfigurato, ma nessuno dei due agisce totalmente nascosto da un costume come invece succede per altri loro “colleghi”. L’assenza di maschera li rende immediatamente riconoscibili e, sebbene entrambi i personaggi occupino soltanto per un breve tempo la scena, i loro volti sinistri sono indimenticabili.
La fama dei due, come spesso capita, passa inevitabilmente anche per i loro costumi. Freddy Krueger, dal volto marcio e decadente, non sarebbe Freddy Krueger senza i suoi temibili guanti artigliati, strumento di morte prediletto, né senza l’apparentemente semplice accoppiata di maglietta a righe rosse e verdi e cappello perennemente in testa. Un abbigliamento che poco si addice a popolare gli incubi delle sue vittime ma che sicuramente l’ha reso perfetto per restare impresso nella storia dei villains più temuti.
Il costume ideato per Pinhead è invece senz’altro più complesso e prende spunto da diverse realtà. Il leader dei cenobiti è oscuro e impassibile, quasi raffinato. Il suo viso pallido e chiodato e la sua tonaca scura traggono ispirazione dalla cultura punk e dal mondo cattolico, ma per richiamano anche tratti dell’antica tradizione scultorea africana nonché del modo dei club S&M (luoghi di sadismo e masochismo senza limiti). Questo aspetto così unico ha fatto sì che in fase di elaborazione Pinhead si elevasse rispetto agli altri capi cenobiti e diventasse vero leader e antagonista principale delle pellicole.
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