Tim Burton è a Torino. Il visionario regista di Beetlejuice, Batman ed Edward Mani di Forbice è approdato nella Città della Mole in occasione dell’inaugurazione della mostra monografica a lui dedicata. Il Museo del Cinema ha infatti organizzato un fitto programma per celebrare il cineasta  californiano e il suo personalissimo stile visivo, a partire dall’esposizione di oltre 500 pezzi che ne ripercorrono l’intera carriera, dal primissimo cortometraggio Vincent (1982) alla recente serie Netflix Mercoledì (2022).

La mostra

La mostra intitolata The World of Tim Burton è un viaggio nella mente creativa di Tim Burton attingendo direttamente dal suo archivio personale. La biografia artistica del regista nato a Burbank nel 1958 è registrata passo passo attraverso pezzi unici e mai visti prima dislocati in tutti gli spazi del Museo, che assume per l’occasione un aspetto gotico e fiabesco come lo dipingerebbe il regista. Attraverso la mostra sarà possibile rintracciare le origini e l’evoluzione del ricchissimo universo stilistico e tematico di Burton, da Edgar Allan Poe a Lewis Carroll, da Charles Addams al Dr. Seuss, da Ed Wood a Vincent Price.

Il percorso coinvolge tutto il museo con una particolare ambientazione, e si compone di circa 540 pezzi dislocati in 9 sezioni e tra schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi, bozzetti e installazioni scultoree a grandezza naturale che testimoniano la genesi dello stile visivo espressionista ed onirico del suo autore. Non mancano i contenuti speciali: una fedele riproduzione dello studio personale dell’artista e uno speciale sneak peek di progetti non realizzati, tra cui una serie TV dedicata al Mago di Oz e un adattamento di Romeo & Giulietta.

Da Batman ad Alice in Wonderland, dal Mistero di Sleepy Hollow al Pianeta delle Scimmie, da Mars Attack! a Sweeney Todd, da La Fabbrica del Cioccolato a Dumbo, fino al recentissimo successo di pubblico su Netflix ispirato alla Famiglia Addams, nella mostra emerge tutta la creatività di Burton, autore del ‘Burtonesque’, stile artistico personalissimo e iconico. E spiccano tutti gli aspetti bislacchi dei suoi protagonisti, in particolare i reietti incompresi, spesso relegati ai margini della società ma che nei suoi film riescono a vivere la propria avventura: Edward Mani di Forbice, la Sposa Cadavere e Jack Skeletron di Nightmare Before Christmas

The World of Tim Burton è stata allestita nei locali del Museo del Cinema di Torino presso la Mole Antonelliana dalla regista e curatrice Jenny He in collaborazione con Tim Burton in persona, ed è stata adattata dal Direttore del Museo Domenico De Gaetano. Dopo l’inaugurazione con il suo protagonista, sarà aperta al pubblico e visitabile dall’11 ottobre al 7 aprile 2024

La cerimonia 

Il soggiorno torinese di Tim Burton è cominciato martedì 10 ottobre con l’inaugurazione della mostra. È la sua prima volta a Torino, ma «Ne ho sempre sentito parlare — dice il regista — Il museo è un edificio incredibile: appena ho visto l’allestimento della mostra ho provato una sensazione potente, è come entrare in un parco dei divertimenti».

Poco dopo, in una cerimonia presieduta dal Presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo e dal direttore Domenico De Gaetano insieme al delegato del MIC Vittorio Sgarbi, Tim Burton è stato omaggiato della Stella della Mole, premio di riconoscimento alle eccellenze internazionali del cinema istituito dal Museo di Torino. L’autore è stato poi interrogato dalla stampa su vari temi: la sua filosofia creativa, il suo approccio alla vita, il suo lavoro attuale sul sequel di Beetlejuice con Winona Ryder e Monica Bellucci, sua nuova fiamma, la sua percezione del cinema italiano, nonché le pressanti questioni attuali come lo sciopero degli attori, il politicamente corretto e lo streaming che minaccia la sala.

«Tutti hanno paura degli incubi — dichiara — Io ho paura delle cose normali. Per esempio da ragazzino mi faceva paura alzarmi e andare a scuola. Ci sono cose che mi hanno sempre reso più nervoso dell’oscurità». E se non fosse mai diventato regista? La risposta, al Corriere della Sera, è spiazzante: «Probabilmente sarei diventato un serial killer». E l’ispirazione artistica invece da dove viene? «Dalle cose più semplici: siamo troppo occupati a fare cose, nel mondo moderno, ma le idee migliori arrivano quando pensi ad altro. E la fantasia mi pare sempre più reale della realtà stessa». Ed è stato influenzato anche il cinema italiano: «Adoravo gli horror di Mario Bava, è stato il primo regista italiano con cui mi sono identificato. Poi è arrivato Fellini».

A proposito dello sciopero degli attori, spera «che la situazione si sblocchi al più presto»: le riprese della seconda stagione della serie Netflix su Mercoledì con Jenna Ortega sono state interrotte, ma il regista confida di tornare a lavorarci: «adoro questo personaggio perché è molto vicino a me. Anche io sono stato un adolescente “disturbato”. Ero un outsider e un reietto. Questa sensazione non mi abbandona mai». Sul politicamente corretto è critico «È difficile essere scrittore, musicista o comico oggi perché non si possono più dire certe cose, ma questo fa perdere il senso del tutto — commenta — Io sono sempre stato incorrect e non posso cambiare. Spero si torni alla ragione». Sul futuro del cinema invece ha speranza: «La situazione è preoccupante, ma non è così grave: il pubblico ama il cinema, e lo sta dimostrando, casomai il problema è legato al business degli studios».

I prossimi eventi

Tim Burton alloggia in una suite al Grand Hotel Sitea di via Carlo Alberto, uno degli alberghi più prestigiosi della città, e mercoledì 11 ottobre sarà protagonista di una masterclass nell’Aula del Tempio del Museo del Cinema. Più tardi introdurrà una proiezione del suo cult del 1988 Beetlejuice, con Michael Keaton, che si terrà al Cinema Massimo in modo da poter accogliere più persone. Per la prima volta in assoluto, inoltre, prima degli eventi Tim Burton sfilerà sul purple carpet (declinazione burtonesca del classico tappeto rosso) per concedere autografi e selfie ai fan che non sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto.

L’iniziativa ha registrato un grande consenso, e gli organizzatori ne sono assai orgogliosi: «Un sogno che si realizza — ha commentato Domenico De Gaetano, direttore del Museo del Cinema e curatore della mostra — Quello di Burton è un personaggio fondamentale perché piace a diverse generazioni, dai più anziani ai giovanissimi». «Il Museo del Cinema ha investito tantissimo in questa mostra — sono le parole del Presidente del Museo Enzo Ghigo — Abbiamo cercato di realizzare un allestimento diverso, accattivante e considerata anche la reazione di Burton, direi che ci siamo riusciti». Infatti Tim Burton ha definito la Mole «una location incredibile che unisce la magia dell’architettura a quella del cinema».

Per il Museo del Cinema di Torino, ottobre 2023 sarà veramente memorabile: martedì 24 ottobre è atteso il regista premio Oscar Damien Chazelle, autore di cult istantanei come Whiplash e La La Land. Come Kevin Spacey e Tim Burton prima di lui, anche Chazelle riceverà la Stella della Mole, terrà una masterclass e introdurrà la proiezione di un suo film, in questo caso Babylon, eventi tutti quanti sold out a pochi minuti dall’annuncio.

Edoardo Borghesio
Edoardo Borghesio,
Redattore news.