It’s Oscar time! Come ogni anno gli Academy Awards, noti più comunemente come Premi Oscar, rappresentano il culmine della cosiddetta Awards Season, la stagione dei premi, ossia il periodo in cui l’industria cinematografica hollywoodiana (e non solo) assegna i propri principali riconoscimenti ai film più importanti della passata stagione. Iniziata con la cerimonia dei Golden Globe del 7 gennaio, la Awards Season 2024 si concluderà domenica 10 marzo con la cerimonia degli Oscar, che verrà trasmessa in diretta mondiale dal Dolby Theatre di Los Angeles e condotta, per la quarta volta, da Jimmy Kimmel. Per l’Italia, inoltre, la cerimonia 2024 presenta una novità significativa: mentre gli anni passati gli Oscar erano trasmessi in diretta su Sky (e commentati dall’immancabile duo Francesco Castelnuovo/Gianni Canova), quest’anno sarà possibile vedere la premiazione in chiaro su Rai 1 nella notte tra il 10 e l’11 marzo. Alla conduzione ci sarà Alberto Matano. La decisione della Rai di trasmettere la cerimonia sulla propria rete ammiraglia si giustifica ampiamente con la presenza, tra le pellicole candidate, di Io capitano di Matteo Garrone, che rappresenta l’Italia nella categoria miglior film internazionale ed è stato prodotto con il contributo proprio di Rai Cinema.
Ma dunque chi vincerà la novantaseiesima edizione degli Academy Awards? I pronostici per gli Oscar sono un autentico business e riviste come la statunitense Variety fondano buona parte del proprio prestigio sull’attendibilità delle proprie previsioni. Anche su Frames Cinema intendiamo proporre i nostri pronostici, per cercare di capire chi, con ogni probabilità, si porterà a casa la statuetta dorata nella notte delle stelle e soprattutto perché. Ma andiamo con ordine, categoria per categoria (chi scrive non si soffermerà solamente sulle tre categorie dedicate ai cortometraggi).
Miglior film
Candidati:
- American Fiction di Cord Jefferson (MGM; produttori: Ben LeClair, Nikos Karamigios, Cord Jefferson e Jermaine Johnson)
- Anatomia di una caduta di Justine Triet (Neon; produttori: Marie-Ange Luciani e David Thion)
- Barbie di Greta Gerwig (Warner Bros.; produttori: David Heyman, Margot Robbie, Tom Ackerley e Robbie Brenner)
- The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne (Focus Features; produttore: Mark Johnson)
- Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese (Apple Original Films/Paramount Pictures; produttori: Dan Friedkin, Bradley Thomas, Martin Scorsese e Daniel Lupi)
- Maestro di Bradley Cooper (Netflix; produttori: Bradley Cooper, Steven Spielberg, Fred Berner, Amy Durning e Kristie Macosko Krieger)
- Oppenheimer di Christopher Nolan (Universal Pictures; produttori: Emma Thomas, Charles Roven e Christopher Nolan)
- Past Lives di Celine Song (A24; produttori: David Hinojosa, Christine Vachon e Pamela Koffler)
- Povere creature! di Yorgos Lanthimos (Searchlight Pictures; produttori: Ed Guiney, Andrew Lowe, Yorgos Lanthimos ed Emma Stone)
- La zona d’interesse di Jonathan Glazer (A24; produttore: James Wilson)
Chi vincerà (pronostico): Oppenheimer
La categoria più ambita quest’anno è anche tra le più facili da prevedere. Come lo scorso anno era pressoché scontata la vittoria di Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, quest’anno Oppenheimer di Christopher Nolan dovrebbe trionfare come miglior film senza eccessive difficoltà. Come è possibile affermarlo con tanta sicurezza? L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’istituzione che consegna i premi Oscar, è costituita da oltre 10.000 professionisti del cinema internazionale che votano per tutte le categorie premiate. Tutte queste persone, però, non votano solo agli Oscar, ma molte di loro appartengono anche a giurie di diversi altri riconoscimenti assegnati nel corso della Awards Season. Dunque, studiando con attenzione i risultati delle altre premiazioni, è possibile fare ipotesi piuttosto circostanziate su come potrebbero essere distribuiti gli Oscar. Nel caso della categoria miglior film quest’anno Oppenheimer ha trionfato in tutte le principali premiazioni della stagione dei premi, dai Golden Globe (che in realtà non costituiscono un vero e proprio indicatore per gli Oscar, dal momento che sono assegnati dalla Golden Globe Foundation, ente che ha da poco sostituito la storica Hollywood Foreign Press Association e che non ha rapporti diretti con l’Academy) ai britannici BAFTA, dai Critics’ Choice Awards ai prestigiosissimi PGA (i riconoscimenti del sindacato dei produttori cinematografici statunitensi, che dal 2000 a oggi ha premiato sedici volte pellicole poi risultate vincitrici anche agli Oscar). Inoltre, Oppenheimer ha anche ottenuto il premio al miglior cast ai SAG Awards (i premi del sindacato degli attori, la categoria più influente e numerosa all’interno della giuria dell’Academy), considerato come un indicatore fondamentale per la pellicola che si aggiudicherà l’Oscar al miglior film (nel 2020 fu proprio questo premio ad annunciare l’imminente trionfo a sorpresa di Parasite di Bong Joon-ho). Oppenheimer, dunque, sembra avere davvero la strada spianata e, a meno di enormi sorprese, Christopher Nolan e i suoi co-produttori Emma Thomas (anche sua moglie) e Charles Roven dovrebbero riuscire a portare a casa la statuetta. Se chi scrive dovesse provare a immaginare un possibile favorito “numero due”, comunque, esso andrebbe individuato nelle pellicole europee La zona d’interesse (già Grand Prix a Cannes e pluri-riconosciuto ai BAFTA) e Anatomia di una caduta (già Palma d’Oro) piuttosto che in Povere creature! o Killers of the Flower Moon.
Miglior regia
Candidati:
- Jonathan Glazer (La zona d’interesse)
- Yorgos Lanthimos (Povere creature!)
- Christopher Nolan (Oppenheimer)
- Martin Scorsese (Killers of the Flower Moon)
- Justine Triet (Anatomia di una caduta)
Chi vincerà (pronostico): Christopher Nolan (Oppenheimer)
Se per il premio al miglior film abbiamo un vincitore probabile, nella categoria miglior regia la questione pare ancora più definita: Christopher Nolan ha vinto tutto in questa Awards Season. Nessun premio significativo per la regia è andato agli altri registi candidati all’Oscar. L’autore britannico ha vinto il Golden Globe, il BAFTA, il Critics’ Choice e soprattutto il DGA (il premio del sindacato dei registi) e nessun ostacolo concreto pare più separarlo dall’Oscar. Vale comunque la pena segnalare che Martin Scorsese, con la sua candidatura per Killers of the Flower Moon, raggiunge le dieci nomination complessive in carriera in questa categoria (di cui una sola andata a segno, per The Departed), secondo solo a William Wyler (dodici nomination) nella storia del cinema.
Miglior attore protagonista
Candidati:
- Bradley Cooper (Maestro)
- Colman Domingo (Rustin)
- Paul Giamatti (The Holdovers – Lezioni di vita)
- Cillian Murphy (Oppenheimer)
- Jeffrey Wright (American Fiction)
Chi vincerà (pronostico): Cillian Murphy (Oppenheimer)
La categoria miglior attore quest’anno rappresenta una competizione a due tra il Cillian Murphy di Oppenheimer e il Paul Giamatti di The Holdovers (niente da fare, invece, per il Bradley Cooper di Maestro, dato per favorito alla vigilia della stagione dei premi). Entrambi hanno vinto il Golden Globe (rispettivamente nelle categorie di dramma e commedia). Successivamente, invece, Giamatti si è assicurato il Critics’ Choice Award, facendo tremare la “corazzata Oppenheimer” e inducendo molti analisti a ipotizzare l’intenzione, da parte dell’Academy, di incoronare finalmente uno degli attori simbolo del panorama del cinema indipendente americano, già candidato all’Oscar come non protagonista per Cinderella Man di Ron Howard, e autore di performance iconiche in perle cinematografiche come Sideways – In viaggio con Jack (2004) di Alexander Payne. Nelle premiazioni a seguire, tuttavia, Cillian Murphy, attore irlandese tra i più talentuosi della sua generazione e già collaboratore di fiducia di Nolan, si è imposto su Giamatti, trionfando sia ai BAFTA sia ai SAG Awards, quest’ultimi considerati da molti come il vero e proprio ago della bilancia. A conti fatti, è assai difficile che Giamatti possa farcela e si può pronosticare con un certo grado di sicurezza che sarà Murphy a trionfare il 10 marzo. Dispiace molto per Giamatti – che nel ruolo del professor Hunham in The Holdovers ha dato un’interpretazione di straordinaria finezza, costantemente in bilico tra ironia e malinconia – ma non si può non gioire per la probabile vittoria del dolente protagonista del capolavoro di Christopher Nolan.
Miglior attrice protagonista
Candidate:
- Annette Bening (Nyad)
- Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon)
- Sandra Hüller (Anatomia di una caduta)
- Carey Mulligan (Maestro)
- Emma Stone (Povere creature!)
Chi vincerà (pronostico): Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon)
Eccoci qua. La categoria miglior attrice protagonista rappresenta davvero il cuore di questi Oscar 2024, dal momento che è senza dubbio la sfida più accanita e incerta tra due candidate: Lily Gladstone per Killers of the Flower Moon ed Emma Stone per Povere creature!. Certo, non siamo ai livelli di incertezza degli Oscar 2021, quando ben tre attrici (Carey Mulligan, Viola Davis e Frances McDormand – quest’ultima poi risultata vincitrice per Nomadland) si erano giocate la statuetta “ad armi pressoché pari” (la prima aveva vinto il Critics’ Choice, la seconda il SAG e la terza il BAFTA). Ebbene, quest’anno la sfida non è a tre, ma la situazione non è molto più chiara. Emma Stone ha vinto il Golden Globe come attrice in un film commedia, il Critics’ Choice Award e soprattutto il BAFTA, premio considerato determinante (si pensi solo a quando, tre anni fa, Anthony Hopkins trionfò sul compianto Chadwick Boseman come miglior attore avendo vinto “solo” il BAFTA in precedenza). In Povere creature!, inoltre, Stone è in scena per la quasi totalità del film e regala un’interpretazione divertente e sopra le righe, mettendo in gioco tutta la propria fisicità. Dall’altra parte, Gladstone ha vinto numerosi premi della critica, il Golden Globe come attrice drammatica e soprattutto il SAG Award come miglior attrice, altro tassello di solito fondamentale per chi vuole aspirare alla statuetta. La sua interpretazione nel film di Scorsese, tuttavia, è assai più trattenuta e sottile rispetto a quella di Stone – e in questo senso meno “immediata” da apprezzare. Inoltre Gladstone è presente sullo schermo per un tempo abbastanza limitato rispetto all’imponente durata dell’epopea western scorsesiana, tanto che quando Killers of the Flower Moon era stato presentato al Festival di Cannes lo scorso anno molti analisti avevano ipotizzato una nomination come non protagonista per l’interprete di Mollie Burkhart, moglie del protagonista Ernest Burkhart/Leonardo DiCaprio. Come si può intuire da queste mie considerazioni, dunque, la situazione nella categoria miglior attrice è assai ingarbugliata. Dovendo esprimere un pronostico, tuttavia, chi scrive ritiene che sarà proprio Lily Gladstone a prevalere, per quattro ragioni fondamentali. (1) Se Gladstone non vincesse, Killers of the Flower Moon avrebbe buone possibilità di tornare a casa a mani vuote e diventerebbe il terzo film del regista, dopo Gangs of New York e The Irishman, ad avere ottenuto dieci nomination e nessuna statuetta (al contrario, Povere creature! ha buone possibilità di ottenere qualche premio di consolazione in ambito tecnico); (2) il SAG è stato, in ordine di tempo, l’ultimo premio importante a essere assegnato nel corso della stagione dei premi e la vittoria di Gladstone a questa recente manifestazione potrebbe fungere da volano per gli Oscar di più rispetto al BAFTA vinto da Stone diverse settimane fa; (3) Stone ha già vinto un Oscar per La La Land e, in questo senso, molti membri dell’Academy potrebbero preferire premiare un nuovo nome recentemente emerso; infine (4) è ben noto quanto gli Oscar siano attenti al tema dell’inclusività e Gladstone, in caso di vittoria, sarebbe la prima interprete nativa americana a conquistare la statuetta. Per tutte queste ragioni, a parere di chi scrive è Gladstone la favorita per la vittoria dell’Oscar, benché Emma Stone sia tutt’altro che fuori dai giochi.
Miglior attore non protagonista
Candidati:
- Sterling K. Brown (American Fiction)
- Robert DeNiro (Killers of the Flower Moon)
- Robert Downey Jr. (Oppenheimer)
- Ryan Gosling (Barbie)
- Mark Ruffalo (Povere creature!)
Chi vincerà (pronostico): Robert Downey Jr. (Oppenheimer)
Se all’inizio della Awards Season in molti sostenevano che fosse finalmente giunto il momento di riconoscere il talento di Ryan Gosling, grazie alla sua ironica interpretazione di Ken in Barbie, l’andamento effettivo della stagione dei premi ha smentito tutte le premesse. È stato infatti Robert Downey Jr., grazie alla sua sottile interpretazione di Lewis Strauss in Oppenheimer, a trionfare in tutte le principali premiazioni (Golden Globe, Critics’ Choice, BAFTA, SAG). Downey – che è alla terza nomination dopo quelle ottenute come protagonista per Charlot nel 1993 e come non protagonista per Tropic Thunder nel 2009 – pare a questo punto l’unico serio contendente al premio Oscar.
Miglior attrice non protagonista
Candidate:
- Emily Blunt (Oppenheimer)
- Danielle Brooks (Il colore viola)
- America Ferrera (Barbie)
- Jodie Foster (Nyad)
- Da’Vine Joy Randolph (The Holdovers – Lezioni di vita)
Chi vincerà (pronostico): Da’Vine Joy Randolph (The Holdovers – Lezioni di vita)
Se c’è una categoria in cui la vincitrice è già scritta è questa. Da’Vine Joy Randolph, attrice e cantante statunitense che in The Holdovers interpreta la cuoca Mary, ha vinto qualsiasi premio possibile come non protagonista e nulla può impedirle di giungere all’Oscar.
Miglior sceneggiatura originale
Candidati:
- Anatomia di una caduta (Justine Triet e Arthur Harari)
- The Holdovers – Lezioni di vita (David Hemingson)
- Maestro (Bradley Cooper e Josh Singer)
- May December (Samy Burch e Alex Mechanik)
- Past Lives (Celine Song)
Chi vincerà (pronostico): Anatomia di una caduta (Justine Triet e Arthur Harari)
Il premio alla miglior sceneggiatura originale è uno tra i più importanti tra quelli attribuiti agli Oscar e spesso viene assegnato come “compenso” a un film che è stato estremamente gradito dall’Academy e tuttavia non è stato riconosciuto nelle categorie principali di miglior film e miglior regia. È accaduto di recente con titoli di peso come Scappa – Get Out di Jordan Peele, Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, Lei di Spike Jonze, Midnight in Paris di Woody Allen, Una donna promettente di Emerald Fennell e così via. Il medesimo schema dovrebbe ripetersi quest’anno, in cui il film favorito per il premio è Anatomia di una caduta, scritto dalla regista Justine Triet insieme al partner professionale e di vita Arthur Harari. La pellicola francese, già vincitrice della Palma d’Oro a Cannes, è stata inspiegabilmente snobbata dal comitato francese di selezione per l’Oscar come miglior film internazionale, benché fosse eleggibile. Al suo posto, infatti, la Francia ha preferito proporre come proprio rappresentante La passion de Dodin Bouffant del franco-vietnamita Tran Anh Hung (anch’egli riconosciuto a Cannes come miglior regista) che tuttavia, come vedremo, non è riuscito a entrare nella cinquina dell’Oscar “straniero”: fatto che ha già generato numerose polemiche in patria (per approfondire: Screendaily; Variety). Anatomia di una caduta, dal canto proprio, pur essendo stato snobbato dal proprio stesso paese, ha ottenuto cinque pesantissime nomination agli Oscar, tra cui miglior film, regia e attrice protagonista. Il film è stato enormemente apprezzato a livello globale e, proprio per questo, è assai probabile che il film trionfi nella categoria miglior sceneggiatura originale (riconoscimento già ottenuto ai BAFTA e ai Golden Globe, peraltro), anche per via della propria scrittura complessa e raffinata. Niente da fare, sembrerebbe, per gli altri illustri candidati (almeno Past Lives e The Holdovers, altrimenti, avrebbero potuto avere delle possibilità). È inoltre da segnalare che quest’anno i premi del sindacato degli sceneggiatori (WGA Awards) non sono ancora stati attribuiti (la cerimonia è in calendario per il 14 aprile).
Miglior sceneggiatura non originale
Candidati:
- American Fiction (Cord Jefferson)
- Barbie (Greta Gerwig e Noah Baumbach)
- Oppenheimer (Christopher Nolan)
- Povere creature! (Tony McNamara)
- La zona d’interesse (Jonathan Glazer)
Chi vincerà (pronostico): American Fiction (Cord Jefferson)
Anche in questa categoria, apparentemente, sembrerebbe esserci un vincitore designato: American Fiction, scritto e diretto da Cord Jefferson, che per l’occasione ha adattato il romanzo Erasure (2001) di Percival Everett. Il film, infatti, ha vinto il BAFTA e il Critics’ Choice nella medesima categoria ed è in lizza per il WGA. Non è da escludere, tuttavia, che l’Academy decida di riconoscere e “compensare” Barbie di Greta Gerwig. Il maggiore successo al botteghino del 2023, infatti, rischia di tornare a casa esclusivamente con il premio alla miglior canzone, dopo le numerose polemiche attorno all’esclusione di Gerwig e Margot Robbie dalle categorie, rispettivamente, di miglior regia e attrice. Inoltre, Barbie e American Fiction non si sono mai trovati in diretta competizione nel corso della stagione dei premi: il film di Gerwig, infatti, è stato candidato, sia ai BAFTA sia ai Critics’ Choice (dove peraltro ha vinto il premio), come miglior sceneggiatura originale, mentre agli Oscar compete nella categoria per il miglior adattamento proprio contro il film di Jefferson. Non è dunque facile prevedere con sicurezza come andranno le cose in questa categoria: al momento, comunque, American Fiction sembrerebbe essere in leggero vantaggio.
Miglior film internazionale
Candidati:
- Io capitano di Matteo Garrone (Italia)
- Perfect Days di Wim Wenders (Giappone)
- La società della neve di Juan Antonio Bayona (Spagna)
- La sala professori di İlker Çatak (Germania)
- La zona d’interesse di Jonathan Glazer (Regno Unito)
Chi vincerà (pronostico): La zona d’interesse di Jonathan Glazer
In questa categoria non ci sono dubbi: vista anche l’esclusione, di cui si è già scritto, del favoritissimo Anatomia di una caduta, nessun film può realmente competere con La zona d’interesse di Jonathan Glazer. Già premiato con il Grand Prix a Cannes, l’agghiacciante dramma britannico (ma parlato in tedesco) sul comandante di Auschwitz è già stato acclamato da molti come uno dei migliori film di questo decennio. L’amore per l’opera di Glazer, peraltro, parrebbe condiviso anche dall’Academy, che lo ha candidato anche come miglior film, regia, sceneggiatura non originale e sonoro. Non vi sono dubbi, dunque, che il premio come miglior film internazionale andrà al capolavoro di Glazer, che si conferma un autore sperimentale e anticonformista. Dispiace per lo splendido Perfect Days di Wim Wenders e per il coinvolgente La società della neve di J.A. Bayona, dedicato al disastro aereo delle Ande del 1972. Ma il rammarico maggiore è ovviamente per il nostro Matteo Garrone, che giunge per la prima volta agli Oscar con un film coraggioso nel fondere realismo e dimensione fiabesca, che tuttavia non è tra i suoi lavori migliori.
Miglior film d’animazione
Candidati:
- Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
- Elemental di Peter Sohn
- Nimona di Nick Bruno e Troy Quane
- Il mio amico robot di Pablo Berger
- Spider-Man – Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson
Chi vincerà (pronostico): Spider-Man – Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson
Nell’ambito dell’animazione le cose sono assai meno scontate: i maggiori pronostici vedono come favorito Spider-Man – Across the Spider-Verse, seguito visionario dell’acclamatissimo Spider-Man – Un nuovo universo (2018), già premiato agli Oscar. Il film, oltre ad avere ottenuto il plauso unanime di critica e pubblico, ha vinto sia il Critics’ Choice sia l’Annie Award, attribuito dal ramo losangelino dell’International Animated Film Association. Il diretto competitor del film su Spider-Man, tuttavia, è Il ragazzo e l’airone, dodicesimo lungometraggio d’animazione di Hayao Miyazaki. Il film non ha messo d’accordo tutti (alcuni lo ritengono tra i capolavori del Maestro, altri una degenerazione visionaria e criptica del suo cinema), ma è innegabile che l’Academy possa voler riconoscere ancora una volta, con quello che potrebbe essere il suo ultimo lavoro, il genio di Miyazaki (già vincitore di due Oscar: per La città incantata nel 2003 e alla carriera nel 2015). A testimonianza di ciò Il ragazzo e l’airone ha vinto a sorpresa sia il Golden Globe sia il BAFTA. La partita, dunque, è aperta, anche se nell’ambito dell’animazione l’Academy ha sempre teso a premiare maggiormente la produzione americana e, in questo senso, Spider-Man sembrerebbe ancora in vantaggio.
Miglior fotografia
Candidati:
- El Conde (Edward Lachman)
- Killers of the Flower Moon (Rodrigo Prieto)
- Maestro (Matthew Libatique)
- Oppenheimer (Hoyte van Hoytema)
- Povere creature! (Robbie Ryan)
Chi vincerà (pronostico): Oppenheimer (Hoyte van Hoytema)
In questa categoria Oppenheimer e il suo direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, collaboratore di Nolan sin dai tempi di Interstellar, dovrebbero avere vittoria facile: il film, infatti, ha vinto i premi alla migliore fotografia in tutte le principali manifestazioni della stagione dei premi.
Miglior montaggio
Candidati:
- Anatomia di una caduta (Laurent Sénéchal)
- The Holdovers – Lezioni di vita (Kevin Tent)
- Killers of the Flower Moon (Thelma Schoonmaker)
- Oppenheimer (Jennifer Lame)
- Povere creature! (Yorgos Mavropsaridis)
Chi vincerà (pronostico): Oppenheimer (Jennifer Lame)
Anche questa categoria non dovrebbe riservare sorprese: il notevole lavoro di montaggio di Jennifer Lame su Oppenheimer dovrebbe permettere alla statunitense di ottenere il suo primo Oscar, visti anche i molti altri riconoscimenti accumulati nel corso della stagione.
Miglior scenografia
Candidati:
- Barbie (Sarah Greenwood e Katie Spencer)
- Killers of the Flower Moon (Jack Fisk e Adam Willis)
- Napoleon (Arthur Max e Elli Griff)
- Oppenheimer (Ruth De Jong e Claire Kaufman)
- Povere creature! (Shona Heath, James Price e Szusza Mihalek)
Chi vincerà (pronostico): Povere creature! (Shona Heath, James Price e Szusza Mihalek)
In questa categoria Povere creature! dovrebbe avere vittoria facile (ha già vinto il BAFTA). Si tratterebbe di un piccolo compenso per la probabile débâcle del film nelle categorie principali.
Migliori costumi
Candidati:
- Barbie (Jacqueline Durran)
- Killers of the Flower Moon (Jacqueline West)
- Napoleon (David Crossman e Janty Yates)
- Oppenheimer (Ellen Mirojnick)
- Povere creature! (Holly Waddington)
Chi vincerà (pronostico): Povere creature! (Holly Waddington)
In questa categoria è favorito per la vittoria Povere creature!, già trionfatore ai BAFTA. Nelle ultime settimane, tuttavia, Barbie ha anch’esso racimolato consensi (e un Critics’ Choice Award) e questo premio potrebbe fungere da “compenso” per il film di Gerwig, che probabilmente tornerà a casa con poche statuette (specialmente se paragonate al monumentale successo di pubblico). La partita è aperta.
Miglior trucco e acconciatura
Candidati:
- Golda (Karen Hartley Thomas, Suzi Battersby e Ashra Kelly-Blue)
- Maestro (Kazu Hiro, Kai Georgiou e Lori McCoy Bell)
- Oppenheimer (Luisa Abel)
- Povere creature! (Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston)
- La società della neve (Ana Lopez-Puigcerver, David Marti e Montse Ribé)
Chi vincerà (pronostico): Maestro (Kazu Hiro, Kai Georgiou e Lori McCoy Bell)
Anche questo premio potrebbe fungere da compenso per un film importante altrimenti trascurato: Maestro, il biopic su Leonard Bernstein diretto da Bradley Cooper e prodotto da Steven Spielberg, ha ottenuto sette candidature pesanti agli Oscar, ma questo è l’unica categoria in cui ha realistiche possibilità di successo. È dunque assai probabile che vinca la statuetta, visto anche l’impressionante lavoro svolto sul corpo e sul volto di Cooper, trasformato in Bernstein in maniera assai convincente.
Migliori effetti speciali
Candidati:
- The Creator (Jay Cooper, Ian Comley, Andrew Roberts e Neil Corbould)
- Godzilla: Minus One (Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima)
- Guardiani della Galassia Vol. 3 (Stephane Ceretti, Alexis Wajsbrot, Guy Williams e Theo Bialek)
- Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno (Alex Wuttke, Simone Coco, Jeff Sutherland e Neil Corbould)
- Napoleon (Charley Henley, Luc-Ewen Martin-Fenouillet, Simone Coco e Neil Corbould)
Chi vincerà (pronostico): The Creator (Jay Cooper, Ian Comley, Andrew Roberts e Neil Corbould)
Quella dei migliori effetti speciali è una categoria spesso imprevedibile, poiché l’Academy ha spesso fatto delle scelte non scontate: si pensi a quando Ex Machina di Alex Garland vinse su Star Wars: Il risveglio della forza o a quando First Man di Damien Chazelle ottenne il premio battendo Avengers: Infinity War e Ready Player One. Quest’anno, poi, non pare esserci un singolo candidato forte. Molti analisti danno attualmente favorito The Creator, ma non è da escludere un ritorno di fiamma di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno o del magnifico Godzilla: Minus One, forse il film che fa un uso più creativo dei propri effetti speciali.
Miglior colonna sonora
Candidati:
- American Fiction (Laura Karpman)
- Indiana Jones e il quadrante del destino (John Williams)
- Killers of the Flower Moon (Robbie Robertson)
- Oppenheimer (Ludwig Göransson)
- Povere creature! (Jerskin Fendrix)
Chi vincerà (pronostico): Oppenheimer (Ludwig Göransson)
Un’altra categoria abbastanza sicura è quella della miglior colonna sonora, in cui dovrebbe essere premiato il gran lavoro svolto dallo svedese Ludwig Göransson (già premio Oscar per Black Panther) su Oppenheimer, la cui musica è già divenuta di culto (il film, peraltro, ha vinto praticamente tutti i premi principali in tal senso: Golden Globe, BAFTA, Critics’ Choice…). Vanno comunque segnalate la nomination al compianto Robbie Robertson per Killers of the Flower Moon e la cinquantaquattresima candidatura all’Oscar per John Williams, secondo individuo più nominato di sempre dopo Walt Disney e più anziano candidato di sempre (91 anni). Dispiace, inoltre, per l’esclusione dalla competizione di Mica Levi, che avrebbe meritato la candidatura per il suo disturbante lavoro su La zona d’interesse di Glazer.
Miglior canzone originale
Candidati:
- It Never Went Away (Jon Batiste e Dan Wilson) – dal film American Symphony
- I’m just Ken (Mark Ronson e Andrew Wyatt) – dal film Barbie
- What Was I Made For? (Billie Eilish e Finneas O’Connell) – dal film Barbie
- The Fire Inside (Diane Warren) – dal film Flamin’ Hot
- Wahzhazhe (A Song For My People) (Scott George) – dal film Killers of the Flower Moon
Chi vincerà (pronostico): What Was I Made For? (Billie Eilish e Finneas O’Connell) – da Barbie
Altra categoria sicura è quella per la miglior canzone, il cui il premio verrà con ogni probabilità assegnato a What Was I Made For? di Barbie, composta da Billie Eilish e suo fratello Finneas O’Connell, già vincitori dell’Oscar nel 2022 per No Time To Die. Nessuna speranza, anche quest’anno, per Diane Warren che, con la sua candidatura per il brano The Fire Inside, raggiunge le quattordici nomination in carriera, senza essere ancora riuscita a vincere il premio (anche se nel 2023 le è stato consegnato un Oscar alla carriera). È da segnalare la partecipazione alla competizione della canzone Wahzhazhe (A Song For My People), composta da Scott George per Killers of the Flower Moon e cantata interamente in lingua Osage.
Miglior sonoro
Candidati:
- The Creator (Ian Voigt, Erik Aadahl, Ethan Van der Ryn, Tom Ozanich e Dean Zupancic)
- Maestro (Steven A. Morrow, Richard King, Jason Ruder, Tom Ozanich e Dean Zupancic)
- Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno (Chris Munro, James H. Mather, Chris Burdon e Mark Taylor)
- Oppenheimer (Willie Burton, Richard King, Gary A. Rizzo e Kevin O’Connell)
- La zona d’interesse (Tarn Willers e Johnnie Burn)
Chi vincerà (pronostico): Oppenheimer (Willie Burton, Richard King, Gary A. Rizzo e Kevin O’Connell)
Un’altra categoria che fino a qualche settimana fa sembrava scontata si è recentemente trasformata in una sfida interessante: Oppenheimer di Christopher Nolan – con il suo impressionante lavoro sul sonoro, specialmente in relazione alla sequenza del Trinity Test – rimane il titolo favorito. Eppure, ai BAFTA è stato La zona d’interesse a vincere: il film di Jonathan Glazer, in effetti, ha anch’esso una componente sonora significativa, dal momento che gioca con la dimensione del fuoricampo e fa percepire larga parte degli orrori del campo di concentramento proprio tramite il sonoro. Anche in questa categoria, dunque, la partita è apertissima.
Miglior documentario
Candidati:
- Bobi Wine: The People’s President di Christopher Sharp e Moses Bwayo
- The Eternal Memory di Maite Alberdi
- Four Daughters di Kaouther Ben Hania
- To Kill a Tiger di Nisha Pahuja
- 20 Days in Mariupol di Mstyslav Chernov
Chi vincerà (pronostico): 20 Days in Mariupol di Mstyslav Chernov
Infine eccoci giunti alla categoria miglior documentario, dove 20 Days in Mariupol – agghiacciante documentario ucraino che mostra, con sguardo giornalistico, gli orrori dal fronte – dovrebbe riuscire facilmente a prevalere sugli altri contendenti, anche solo per l’attualità del tema.
Siamo giunti al termine di questo lungo viaggio negli Oscar 2024. Siete d’accordo con i nostri pronostici?
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