Il 20 settembre del 1934, nasceva a Roma Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, meglio conosciuta come Sophia Loren. Una carriera di oltre settant’anni ha reso celebre l’attrice in tutto il mondo: vincitrice dei principali riconoscimenti nazionali e internazionali, icona di stile e interprete versatile, di Sophia Loren si potrebbe parlare e lungo. In occasione del suo compleanno, vogliamo omaggiare l’attrice romana con una selezione di film che hanno contribuito a consacrarla come diva del cinema.

PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA (A. BLASETTI, 1954)

Sophia Loren inizia a comparire sul grande schermo nel 1950. Quattro anni dopo, la sua carriera è già avviata, con film come Carosello Napoletano (Ettore Giannini), Miseria e Nobiltà (Mario Mattoli) e L’oro di Napoli (Vittorio De Sica). Nello stesso anno, Alessandro Blasetti la ingaggia per interpretare la ladra Lina Stroppiani nel film Peccato che sia una canaglia, tratto da un racconto di Alberto Moravia. Ed è in questa «spiritosa commedia di caratteri» che la Loren incontra quello che sarà, per decenni, il suo partner in crime: Marcello Mastroianni, allora già attore avviato. Seppur sia La fortuna di essere donna (Blasetti, 1956) a consacrare la giovane attrice, con questa gradevole commedia inizia un sodalizio artistico fra i più longevi e amati dal pubblico.

PANE, AMORE E… (D. RISI, 1955)

Un altro sodalizio fruttuoso per la carriera di Sophia Loren è sicuramente quello con Vittorio De Sica, sia nei panni di attore che dietro la macchina da presa. Nel film Pane, amore e… di Dino Risi, terzo della nota tetralogia della commedia all’italiana, gli attori sono protagonisti di una delle scene più iconiche del cinema nazionale, ossia il ballo sulle note di Mambo Italiano. Una Loren sicura di sé, avvolta nell’intramontabile vestito rosso, ruba la scena con la classe della diva che sarebbe diventata di lì a poco.

LA CIOCIARA (V. DE SICA, 1960)

Nonostante la fama che aveva presto elevato Sophia Loren a icona del cinema italiano, la forte presenza dell’attrice nella commedia rischiava di sminuirne le capacità recitative. Certamente è con La ciociara che la diva dimostra di saper interpretare ruoli dalla forte carica drammatica: la giovane madre Cesira, in fuga con la figlia Rosetta dagli orrori della seconda guerra mondiale, è uno dei personaggi che più ha lasciato il segno nell’immaginario collettivo. Il valore dell’interpretazione della Loren, spintasi oltre i suoi limiti, è stato ampiamente riconosciuto ed elogiato: nel 1961, la Giuria del Festival di Cannes le assegna il premio come miglior attrice, così come i David di Donatello; l’anno successivo, Sophia Loren ottiene il Premio Oscar come miglior interprete femminile, sei anni dopo l’ottenimento del medesimo riconoscimento da Anna Magnani con La rosa tatuata (Williams, 1955).

IERI, OGGI, DOMANI (V. DE SICA, 1963)

Ancora con Vittorio De Sica, ancora un Premio Oscar (questa volta assegnato al film, nel 1965). Con Ieri, oggi, domani si riconferma il sodalizio artistico della coppia Loren-Mastroianni. Il film, formato da tre episodi girati tra Napoli, Milano e Roma, è una delle commedie all’italiana più celebri, capolavoro senza tempo generato dalle penne di Eduardo De Filippo, Alberto Moravia e Cesare Zavattini. Tuttavia, è sicuramente l’ultimo episodio, intitolato Mara, che restituisce una delle scene cult del cinema italiano, ossia lo spogliarello di Sophia Loren sulle note di Abat-jour dinnanzi a un famelico Mastroianni che davanti alla sensualità dell’attrice inizia a ululare, sotto gli occhi divertiti dell’attrice.

UNA GIORNATA PARTICOLARE (E. SCOLA, 1977)

“Pure io tante volte mi sento umiliata, considerata meno di zero. Mio marito con me non parla: ordina, di giorno e di notte. È da quando eravamo fidanzati che non ci facciamo più una risata insieme” 

(Sophia Loren nei panni di Antonietta)

L’ultimo film selezionato per l’omaggio a Sophia Loren è sicuramente una delle pellicole più straordinarie di Ettore Scola. Interamente girato negli interni di un’abitazione piccolo-borghese romana, Una giornata particolare è il dipinto di due individui soli, Antonietta e Gabriele, ancora una volta interpretati dal duo Loren-Mastroianni. Ma in questo straordinario lungometraggio, non ci sono le risate a unire i due protagonisti, bensì una grande capacità d’incorporare il dramma della solitudine e dell’emarginazione sociale nel periodo del fascismo. Costellato da momenti memorabili, ripresi dall’elegante mano di Scola, il film è, insieme a La ciociara, una delle interpretazioni drammatiche più impattanti regalateci da Sophia Loren.

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Shannon Magri, Redattrice