La WGA (Writers Guild of America), il sindacato degli sceneggiatori statunitense, ha finalmente comunicato di aver raggiunto un accordo provvisorio con i produttori e di avere dunque intenzione di cessare lo sciopero in atto da mesi. Dal 2 maggio, giorno d’inizio del writer strike, sono trascorsi esattamente 146 giorni, con l’esito di diverse produzioni interrotte, tra cui la quinta stagione di Stranger Things, Spider-Man Beyond the Spider-Verse e il sequel di Ghostbusters.
Nei prossimi giorni i membri della WGA voteranno se accettare o meno l’accordo, che sembra già, tuttavia, soddisfare la maggior parte delle richieste avanzate dagli sceneggiatori. Tra le istanze risolte ci sono l’aumento delle royalty per i contenuti in streaming e la garanzia che l’intelligenza artificiale non interferirà con crediti e compensi degli autori. Tuttavia, lo sciopero non sarà ufficialmente finito finché non ci sarà una firma delle due parti.
Dopo cinque giorni consecutivi di negoziazioni, un tweet pubblicato dal comitato di WGA domenica 24 settembre recita: “Possiamo dire, con grande orgoglio, che questo accordo è eccezionale, con guadagni significativi e tutele per gli scrittori in ogni settore di appartenenza”. Ciononostante, i dettagli sul nuovo accordo contrattuale non verranno diffusi fino a quando la versione definitiva non sarà completata nei prossimi giorni.
Non tutti i problemi sono stati risolti, dal momento che lo sciopero degli attori indetto dalla SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists) è ancora in atto sin dal 14 luglio, per un totale di 72 giorni a domenica 24 settembre 2023. Perciò le produzioni che potrebbero riprendere a breve sono soltanto quelle prive di attori, come i talk show.
Oltre 100.000 lavoratori dietro le quinte sono in fermento da mesi o settimane con gli scioperi che richiedono maggiori garanzie nei loro settori: registi, operatori di ripresa, pubblicitari, truccatori, scenografi, tecnici, parrucchieri e direttori della fotografia. Le questioni salienti riguardano sempre un’appropriata remunerazione per lo sfruttamento a lungo termine dei prodotti via streaming e la non ingerenza delle intelligenze artificiali nelle filiali produttive.
La posta in gioco è molto alta, dal momento che – come fa notare BadTaste – lo sciopero terminerà solo se le condizioni soddisferanno completamente gli sceneggiatori, che dopo mesi senza lavoro non hanno più niente da perdere. Se da un lato l’accordo con la WGA farà da modello anche per la trattativa con la SAG-AFTRA, dall’altro pure gli studios sono agli sgoccioli: se un accordo non venisse raggiunto entro il 30 settembre (chiusura dell’anno fiscale per molte aziende), le ripercussioni sull’industria sarebbero ancora più catastrofiche. E Hollywood non può permetterselo.
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