Ore decisamente difficili a Hollywood, dove il SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists), il massimo sindacato statunitense che rappresenta oltre 160 mila attori dell’industria del cinema e della televisione, ha indetto una conferenza stampa con cui ha ufficialmente annunciato la propria entrata in sciopero contro l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), associazione che rappresenta oltre 300 studios cinematografici, televisivi e piattaforme streaming.

Lo scontro arriva dopo quattro settimane di trattative infruttuose tra le due parti, e va ad aggiungersi allo sciopero attualmente in corso indetto ad inizio maggio degli sceneggiatori, rappresentati a loro volta dal WGA (Writers Guild of America). Questo nuovo strike ha preso ufficialmente il via a mezzanotte di venerdì 14 luglio e sarà portato avanti fino a quando non sarà riconosciuto ai membri dei SAG-AFTRA un contratto equo con l’associazione rappresentante dei produttori americani.

Il sindacato degli attori non entrava ufficialmente in sciopero dal 1980, mentre uno sciopero in contemporanea con il sindacato degli sceneggiatori si era verificato in precedenza solo una volta nel 1960. Quest’ultimo, in particolare, ebbe un ruolo decisivo e permise agli attori di ottenere una pensione, l’assicurazione sanitaria e dei compensi residual.

Le motivazioni dello sciopero

A prendere la parola con toni molto duri durante la conferenza stampa è stata Fran Drescher, amata protagonista della sitcom La tata e oggi presidente della SAG-AFTRA. La popolare attrice ha ribadito i temi al centro del dibattito, cioè i compensi degli attori (andati a ribasso negli ultimi 10 anni) e la richiesta di maggiori garanzie sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il SAG-AFTRA chiede sostanzialmente che i contratti degli attori vengano aggiornati a fronte di questi grandi cambiamenti in seno all’industria di Hollywood.

A titolo esemplificativo, a proposito dell’IA il direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore Duncan Crabtree-Ireland ha parlato di una sconcertate proposta dell’AMPTP, secondo cui le comparse dovrebbero vendere la propria “scansione” alle rispettive aziende di rappresentanza in cambio di un giorno di paga, in modo che le produzioni possano poi impiegare le loro immagini per sempre senza dover corrispondere alcun compenso. 

Da parte sua, l’AMPTP sembra voler mantenere il pugno di ferro i questa situazione, come già sta facendo con lo sciopero degli sceneggiatori: il CEO della Disney Bob Iger ha dichiarato di ritenere che il WGA abbia delle aspettative “non realistiche”, e che lo sciopero stia ostacolando la ripresa del settore nel post-Covid. Un altro dirigente ha rivelato a Deadline che per il momento la strategia dell’AMPTP nei confronti degli sceneggiatori è quella di andare avanti fino a ottobre, quando gli sceneggiatori saranno a corto di soldi. Diverse altre fonti hanno ribadito la dichiarazione e riconosciuto l’approccio freddo come il ghiaccio. Un insider lo ha definito “un male crudele ma necessario”.

Le conseguenze dello sciopero

Le conseguenze dello sciopero si faranno sentire già nelle prossime ore. A partire dal 14 luglio, tutte le produzioni cinematografiche e televisive si arresteranno, portando ad una completa paralisi dell’industria di Hollywood, già messa in difficoltà dalla sciopero degli sceneggiatori. Uniche eccezioni saranno show come le soap opera, regolate da contratti differenti, e la seconda stagione di House of the Dragon, le cui riprese sono in corso nel Regno Unito con un cast composto perlopiù da attori britannici affiliati al sindacato locale (anche se non vi è ancora una conferma ufficiale).

Gli attori inoltre non potranno partecipare alla promozione di film e serie TV, né prendere parte alle convention o ai prossimi festival del cinema, con tutte le conseguenze del caso che rimarranno da monitorare nelle prossime settimane: potenzialmente si svolgerà senza attori anche il prossimo Festival di Venezia, tradizionalmente evento di grande richiamo per le star hollywoodiane. 

Per tutelarsi dall’eventualità dello sciopero, diversi film in uscita nel resto dell’estate come Tartarughe Ninja: Caos mutante, Gran Turismo, Blue Beetle e Haunted Mansion hanno registrato le interviste promozionali con gli attori alla fine di giugno, mentre le grandi produzioni come Mission: Impossible – Dead Reckoning (Part One), Barbie e Oppenheimer hanno anticipato le première. Singolare specialmente il caso del nuovo film di Christopher Nolan, il quale subito dopo il red carpet londinese con il cast ha dovuto annunciare che le star del film avevano lasciato la prima per “andare a scrivere i loro cartelli per unirsi allo sciopero”.

Enrico Borghesio
Enrico Borghesio,
Redattore News