Ad ottobre 2003 il musical Wicked atterrò a Broadway. Nessuno poteva aspettarsi che qui sarebbe rimasto per più di 20 anni. Infatti, Wicked va ancora in scena non solo a Broadway ma anche a Londra, ha avuto diversi tour nazionali ed internazionali, ed è uno dei musical più longevi della storia del teatro, oltre che uno dei più popolari.
La materia di partenza, da cui Wicked attinge liberamente, è un romanzo di Gregory Maguire, primo capitolo di una saga che rivisita il mondo de Il mago di Oz per raccontare una vicenda socio-politica rivolta ad un pubblico di adulti. Il musical, pur mantenendo un sottotesto politico particolarmente sentito all’uscita (diverse battute sono riferimenti diretti all’amministrazione Bush Jr. e al post 11 settembre), è al contrario rivolto ad un pubblico di bambini e famiglie, e per questo molto “addolcito” in diversi elementi scabrosi del libro.
La storia, in entrambi i casi, è un riadattamento de Il mago di Oz, raccontato dal punto di vista dell’antagonista, la Malvagia Strega dell’Ovest, qui chiamata “Elphaba” (un tributo alle iniziali dell’autore del libro, L. Frank Baum). Ad oggi, le storie di redenzione di personaggi interpretati convenzionalmente come “malvagi” sono quasi inflazionate. Più di 20 anni fa, Wicked è stata la prima storia ad avventurarsi in questo territorio ed aprire la strada a tutti i prodotti che ne sarebbero nati.
Figlia del governatore dell’Est nata con la pelle verde, e per questo discriminata sin dall’infanzia, Elphaba viene mandata all’università Shiz per aiutare la sorella Nessarose, in sedia a rotelle. Qui si incontra\scontra con Galinda, la “ragazza popolare” della scuola, con cui eventualmente sboccerà l’amicizia. Scopre di essere predisposta all’uso della magia, finendo sotto l’ala protettiva della preside dell’istituto, Madame Morrible, che le riesce a combinare un incontro col Grande e Potente Mago di Oz. Ma non è tutto oro quello che luccica: Elphaba e Galinda dovranno presto fare i conti con la realizzazione che il mago non è potente quanto vuole far credere e che la sua amministrazione è corrotta.
Dal teatro al cinema
Di un adattamento filmico si parlava già dal 2008. Solo ora, nel 2024, questo progetto ha visto la luce del sole con al timone Jon M. Chu, già regista dell’adattamento filmico del musical In the Heights (2021). Le protagoniste sono Cynthia Erivo (Elphaba), attrice di Broadway, e la popstar Ariana Grande (Galinda). A completare il cast sono Jonathan Bailey (Bridgerton) interprete dell’interesse amoroso conteso dalle protagoniste, Fiyero, Michelle Yeoh (Everything Everywhere All at Once) come Madame Morrible e Jeff Goldblum (Jurassic Park, La Mosca) nei panni sfavillanti del Mago di Oz. In parti minori ma che assumeranno importanza nella seconda parte Marissa Bode, prima interprete su sedia a rotelle ad interpretare Nessarose, e Ethan Slater, protagonista del musical Spongebob.
Il film sarà diviso in due parti (la seconda dovrebbe uscire l’anno prossimo), è stato preceduto da una campagna pubblicitaria martellante, da uno scandalo di presunte infedeltà riguardante Grande e Slater e una polemica per la decisione di doppiare in italiano le canzoni. L’attesa sarà valsa la pena?
La risposta, sia da parte del pubblico che della critica, sembra essere un clamoroso “sì”.
Wicked decide di puntare, già a partire dalla durata (due ore e quaranta che coprono solo il primo atto del musical), sulla grandezza e l’esasperazione, sulla formula del megamusical, espressione autoesplicativa. La grandeur trasuda da tutti gli elementi della messa in scena, in primis dai maestosi set costruiti specificatamente per il film, il cui ‘peso’ è molto più percepibile di quanto non lo sarebbe per degli ambienti ricostruiti in computer grafica, per passare poi ai costumi e alla quantità di extra presenti nelle sequenze musicali.
Il treno per Oz, in scala e funzionante, costruito appositamente per il film
Anche l’illuminazione e la scelta di coloring, criticate da alcuni per l’estrema vividezza, da altri perché troppo slavati, partecipano in realtà alla costruzione di un mondo fantastico e solo apparentemente luminoso, in cui il rosa, il verde e le loro sfumature dominano le luci. Più critico, sicuramente, è notare in un progetto di queste dimensioni e ambizioni degli errori di continuità tra un’inquadratura e l’altra. Inoltre, per quanto impressionanti siano i set e gli effetti pratici, non si può dire lo stesso della sporadica CGI, forse tanto più evidente con uno sfondo realistico.
Chu dimostra comunque di essere un regista che si muove a proprio agio nel genere e coglie l’importanza del montaggio e della creazione di dinamicità a servizio delle canzoni.
Alla grandeur si accompagna un evidente amore nei confronti del musical di partenza e della storia da cui è tratto. Questo traspare non solo nelle parole dell’intero cast creativo nei dietro le quinte, ma anche nel prodotto finito: praticamente tutte le battute iconiche di Wicked sono sopravvissute al passaggio da teatro a cinema, diversi riferimenti sia al libro di Baum sia all’iconico film degli anni ‘30 sono stati disseminati per i fan più attenti, così come dei leitmotiv nella colonna sonora che anticipano le canzoni nel capitolo successivo e faranno versare una lacrimuccia ai fan del musical. Per questi ultimi, inoltre, è in serbo un cameo che sicuramente li farà balzare sulle poltroncine.
Le aggiunte effettuate, a livello di sceneggiatura, servono soprattutto a dare più spazio ad elementi già presenti nel musical e approfondire i legami tra personaggi che avevano poco spazio, ‘sacrificati’ all’amicizia tra Elphaba e Galinda.
“Pink goes good with green”
L’amicizia delle protagoniste, ormai icone del panorama di Broadway, continua ad essere il cuore pulsante della vicenda, sostenuto e reso reale da due ottime prove attoriali. Grande brilla negli stacchetti comici della svampita Galinda, ma riesce anche a catturare la lotta interiore di un personaggio diviso tra l’immagine pubblica e l’affetto per Elphaba. Erivo è una ribelle imperterrita ed accompagna ad una voce impressionante un’intensità attoriale che esplode attraverso gli occhi. Quando sono entrambe sullo schermo, quando cantano insieme, la chimica è innegabile.
Degna di nota anche l’interpretazione di Bailey, che seduce dalla prima inquadratura e cattura benissimo l’atteggiamento solo fintamente distaccato di Fiyero.
Yeah e Goldblum sono infine i due volti bonari di una dittatura celata: se il personaggio di Morrible è stato ‘ammorbidito’ rispetto al musical, rendendola più dolce e pertanto più pericolosa, il Mago di Goldblum è un ingannatore che si esprime con parole melliflue e procede con incedere serpentino, che stupisce con effetti speciali, gioca con la Luna come un novello “grande dittatore” e non nasconde le sue tattiche di discriminazione di minoranze per tenere sotto controllo il popolo. Una figura tristemente attuale, un sottotetto politico, quello di Wicked, che risuonava tanto 20 anni fa quanto oggi.
Conclusioni
Wicked è un progetto ambizioso, che si porta alle spalle la necessità di soddisfare fan e aspettative costruitesi nel corso di anni di attesa, con alle spalle un IP di enorme successo e un fandom più che affezionato. Il risultato è sicuramente una risposta “in grande”, uno sforzo produttivo e di marketing all’altezza della sua eredità che ha avuto la doppia fortuna di arrivare in un momento storico (purtroppo) appropriato. Soddisferà le più rosee aspettative dei fan, questo è sicuro, e chi ama il musical come genere esuberante ed esplosivo.
Scrivi un commento