The Fall Guy (2024) è l’ultimo film di David Leitch, che ritorna dopo l’ottimo risultato ottenuto con Bullet Train (2022), riproposizione pulp del genere action da lui tanto frequentato, che vede il ritorno sul grande schermo di Ryan Gosling dopo l’enorme successo dell’estate 2023 con Barbie di Greta Gerwig, affiancato anche questa volta da una co-star di eccezione: Emily Blunt.
Il protagonista di The Fall Guy è uno stuntman di Hollywood, Colt Seavers (Ryan Gosling), che dopo un brutto infortunio sul lavoro torna sul set per un film la cui regia è curata da Jody Moreno (Emily Blunt), sua fiamma del passato, e che vede nel ruolo di protagonista Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson), con cui ha un rapporto attore – stunt-man di lunga data. La vicenda si complicherà quando Tom Ryder sparirà dalla circolazione mettendo in difficoltà il proseguire dei lavori sul set, e proprio Colt Seavers verrà incaricato di ritrovarlo, invischiandosi in un complotto più grande di lui.
La figura dello stuntman è il centro gravitazionale dell’intero racconto, una figura che sembra essere tornata al centro dell’attenzione nel mondo del cinema, considerando anche lo splendido personaggio di Cliff Booth in C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time in… Hollywood, 2019) di Quentin Tarantino. Lo stesso David Leitch è un ex stuntman, proprio come il suo socio Chad Stahelski, regista e ideatore della saga di John Wick, con cui ha creato una società di stunt-men. The Fall Guy è dichiaratamente un’ode a questa pericolosa professione, fondamentale per impreziosire i nostri film preferiti, ma alla quale non viene molto spesso dato il giusto credito. Di conseguenza si tratta di un film sul mondo del cinema, sui suoi retroscena, in cui il mondo del set è centrale e dove si lascia spazio a decine e decine di citazioni cinematografiche.
In fondo, però, prima di essere un film action scoppiettante ad alto budget, esagerato, pieno di effetti speciali ed esplosioni, come solo David Leitch sa fare (bene), si tratta di una commedia romantica, proprio come Pretty Woman (Garry Marshall, 1990), Notting Hill (Roger Michell, 1999) e Love Actually (Richard Curtis, 2003), tutti film citati dai personaggi di The Fall Guy, in un continuo rimando meta-cinematografico in cui non solo si parla del mondo delle produzioni cinematografiche, ma del cinema stesso, nella sua totalità. La relazione tra Colt e Jody trova terreno fertile, con espliciti rimandi, nella storia del film che stanno girando e nelle dinamiche del set.
Soffermiamoci un momento sul dualismo della figura di Ryan Gosling: capace di essere l’imperturbabile icona mascolina di film neo-noir del calibro di Drive (Nicolas Winding Refn, 2011), dove condivide con The Fall Guy la professione di stunt-man, o di Blade Runner 2049 (Denis Villeneuve, 2017) e, allo stesso tempo, presentandosi come icona comedy capace di decostruire il concetto e gli stereotipi relativi alla mascolinità: in Barbie di Greta Gerwig nei panni di Ken dovrà arrendersi alle sue fragilità e al dolore di un amore non corrisposto; in The Nice Guys (Shane Black, 2016), film che consigliamo caldamente di recuperare, è un investigatore privato imbranato, incapace, le cui intuizioni finiscono con l’essere più casuali che altro.
Proprio questa natura comedy di Ryan Gosling emerge con dirompenza in The Fall Guy, e in alcune sequenze appare, nonostante le sue capacità fisiche tipiche del genere action, come l’opposto del “duro”, del maschio alfa. Iconica la sequenza di montaggio in cui Colt, seduto in macchina, ascolta All too well di Taylor Swift ricordando la sua passata storia d’amore con Jody e piangendo. Insomma, si tratta di un eroe non invincibile, con problemi di autostima, che riesce ad aprire il proprio cuore anche quando è doloroso farlo.
Il film è inoltre caratterizzato da una forte attenzione dedicata all’elemento visivo, come durante la scazzottata ad una serata a tema fluo; in una sequenza viene fatto un uso dello split-screen a regola d’arte, pienamente inserito nelle dinamiche narrative del film; Colt indossa una giacca del suo primo film da stunt-man, Miami Vice, che sembra voler richiamare l’iconica giacca con lo scorpione di Drive. Perfettamente centrata la scelta delle musiche, con una sequenza al karaoke in cui Emily Blunt dimostra le sue doti canore, oltre alle ben evidenti doti da attrice co-protagonista capace di reggere il passo di un Ryan Gosling a briglie sciolte. Ottima anche la presenza di Aaron Taylor-Johnson, il vociferato nuovo 007, brillante stella in ascesa nel panorama hollywoodiano, che torna a collaborare con David Leitch dopo Bullet Train. Purtroppo The Fall Guy condivide con Bullet Train il più evidente tra i suoi difetti, ovvero una durata eccessiva, che se scremata a dovere avrebbe consegnato agli spettatori un film più ritmato e, forse, più incisivo.
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