The Super Mario Bros. Movie, frutto dell’unione tra Nintendo e Illumination Entertainment, porta al cinema il videogioco più famoso del mondo divertendo ma senza sorprendere.
Nel 2017, all’annuncio di un nuovo film con protagonista Mario, l’idraulico Italiano più famoso del mondo nato nel 1981 come antagonista di Donkey Kong e poi divenuto protagonista di una sua serie di immenso successo, le reazioni, come è lecito aspettarsi, furono miste.
Fan entusiasti di vedere i loro beniamini al cinema, altri diffidenti verso qualsiasi trasposizione di videogiochi al cinema, altri erano memori dello scempio compiuto nel 1993 con il film in live action diretto da Rocky Morton e Annabel Jankel con Bob Hoskins nei panni di Mario e John Leguizamo in quelli di Luigi, primo adattamento hollywoodiano e in live action di un videogioco, primo di una lunga serie di disastri.
La saga di Mario, costituita da più di cento titoli tra serie regolare platform, videogiochi open world, spin off sportivi, automobilistici, festaioli, crossover, e chi più ne ha più ne metta, ha fatto parte delle vite di qualsiasi persona cresciuta negli ultimi 40 anni, è stata trasposta più volte in animazione a basso budget in Giappone e finalmente arriva al cinema, in animazione CGI, grazie alla collaborazione tra la sua stessa casa madre Nintendo e Illumination Entertainment, studio di animazione di proprietà della Universal, creatrice di brand di successo come Cattivissimo Me, Sing, Pets e di quella piaga conosciuta ai più come Minions, dopo un iniziale interessamento addirittura di Sony, la principale concorrente sul mercato videoludico di Nintendo.
Mario e Luigi sono due idraulici italoamericani a Brooklyn, si sono messi in proprio da poco e vengono derisi dai colleghi e dalla famiglia per lo scarso successo della loro attività. Per caso vengono risucchiati da uno strano tubo e vengono catapultati in due strani mondi: Luigi nelle Terre Oscure, casa di Bowser il crudele Re dei Koopa che sta seminando terrore nei vari mondi, Mario nel Regno dei Funghi, governato dalla Principessa Peach, obiettivo finale di Bowser. Mario e Peach dovranno collaborare per contrastare l’avanzata del tiranno e salvare Luigi.
La storia è quindi una classica rielaborazione del canovaccio della serie da Super Mario Bros. in poi: Peach viene rapita da Bowser, Mario deve salvarla livello dopo livello, mondo dopo mondo, sentendosi ripetere di continuo “Your Princess is in another castle”. Di certo nessuno si aspettava qualcosa di diverso se non un tripudio di gag, citazioni e quant’altro. Ed è proprio questo il risultato finale.
Sono proprio i rimandi a tutto ciò che ha costruito il mito del franchise negli ultimi decenni il veicolo principale della trama: i Pinguini nati nel gioco Super Mario 64 sono conquistati da Bowser nel prologo e ci introducono la vicenda, il mitico Donkey Kong e i suoi Kong sono gli alleati di cui Mario e Peach hanno bisogno per la loro causa e dovranno convincerli in una prova di lotta stile Super Smash Bros., i leggendari power-up come il Super Fungo, il Fiore di Fuoco, la Foglia Tanooki e la Super Stella sono le armi principali, il campo di addestramento di Mario proviene da Super Mario Maker, l’intento finale di Bowser è lo stesso del gioco Super Mario Odissey, e ovviamente non manca la corsa in kart sulla Pista Arcobaleno. La scelta di mantenere invariati i character design dei personaggi è azzeccatissima, al contrario di quanto era stato fatto ad esempio con Sonic.
La regia di Aaron Horvath e Michael Jelenic (creatori di Teen Titans Go!) e la sceneggiatura di Matthew Fogel sono chiaramente di servizio, i veri autori del film sono i due produttori (Chris Meledandri di Illumination e Shigeru Miyamoto per Nintendo).
Con la visione in lingua originale si possono poi apprezzare moto le performance vocali: Chris Pratt donando la voce a Mario fornisce un’altra prova convincente dopo Emmett in The Lego Movie allontanando le polemiche sul suo casting al posto di Charles Martinet (voce storica di Mario che fa comunque un cameo nel film) o di un doppiatore italoamericano; Charlie Day è Luigi, Anya Taylor-Joy è Peach, il Toad di Keegan-Michael Key e il Donkey Kong di Seth Rogen sono esilaranti, mentre il Bowser di Jack Black è semplicemente irresistibile.
Oltre alla generale inconsistenza della trama (difetto tuttavia abbastanza trascurabile) a far storcere un po’ il naso è il costante ricorso a brani musicali assai noti e non sempre inseriti in maniera corretta. Un classico rimbalzo di quella ricerca di coolness anti-Classico Disney in cui sono cascati praticamente tutti gli studi di animazione negli ultimi 20 anni. Peccato perché i pochi momenti musicali inediti, con Bowser-Jack Black al pianoforte, sono sicuramente i momenti più esilaranti del film.
In definitiva troviamo un film sicuramente confezionato a regola d’arte, veloce e indolore, gradevolissimo per il pubblico più giovane e per quello più affezionato ai personaggi, che sicuramente strapperà qualche risata anche a chi non fa parte di queste categorie, ma che non segnerà una rivoluzione nel mondo delle major dell’animazione. Chissà se con i sequel (che certamente arriveranno) o con nuovi film animati ispirati ai famosi brand Nintendo (magari un Kirby targato sempre Illumination, o uno Zelda ad alto budget realizzato da qualche studio più ambizioso) troveremo qualcosa di più coraggioso. Nel frattempo, godiamoci questo Super Mario Bros. – Il Film.
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