«Bergman era crudele nella sua arte come nella sua vita.»

Durante il mio primo anno di università, l’insegnante di analisi del film ha iniziato il suo corso parlando delle immagini che costituiscono l’incipit del capolavoro di Bergman, Il Settimo Sigillo. Il cielo, la spiaggia, il mare mosso, il cavaliere e il suo scudiero che si fanno forza per intraprendere il cammino di ritorno a casa, l’apparizione della morte e la sua scacchiera: per dare inizio alla sua opera, Bergman ha scelto di inquadrare il cielo, con il sole ben visibile in alto a sinistra, perché è da quel punto che si inizia a scrivere, è da lì che iniziano tutte le storie. Certo, un’interpretazione particolare, magari anche forzata, ma tanto affascinante da essere rimasta nel mio cuore per ormai quasi tre anni. 

Su una spiaggia (ci piace pensare la stessa) inizia anche la storia di cui parleremo oggi, l’avventura  che Mia Hansen-Løve ha scelto di raccontare nel suo Bergman Island, uscito in Italia il 7 dicembre con il titolo Sull’isola di Bergman. Chris (Vicky Krieps) e Tony (Tim Roth), una coppia di registi, decidono di stabilirsi per un’estate sull’isola di Fårö, storica residenza di Ingmar Bergman; i due protagonisti alloggiano e a percorrono luoghi in cui il regista svedese ha girato molte delle sue opere, che entrambi conoscono e amano profondamente. Ed è qui che la spiaggia de Il Settimo Sigillo inizia a tingersi dei colori dell’estate, il suo mare si fa più calmo, e gli splendidi paesaggi dell’isola scorrono davanti ai nostri occhi, grazie a una regia che predilige inquadrature molto ampie. Quello che per Chris e Tony sembrava un semplice viaggio alla ricerca di quiete per poter lavorare ai loro progetti e (magari) aggiustare ciò che pare essersi rotto nel loro rapporto, si trasforma in qualcosa di più, che ci porta a scoprire il viaggio interiore della mente di Chris. Il suo progetto per una sceneggiatura prende vita davanti ai nostri occhi, il racconto di un amore tanto intenso quanto distruttivo: entra in scena la storia di altri due personaggi, Amy (Mia Wasikowska) e Joseph (Anders Danielsen Lie), e le due narrazioni iniziano man mano ad intrecciarsi tra loro. La realtà arriva a fondersi con la fantasia, e forse è proprio l’isola di di Fårö, insieme allo spettro di Bergman, a permettere l’incantesimo.

Mia Hansen-Løve ci regala quindi un’opera che mette al centro la creatività della persona e l’amore per il cinema dal proprio punto di vista, non senza darci la possibilità di riflettere su tematiche importanti. Si parla in particolare del rapporto tra famiglia e carriera, facendo riferimento a come nel corso della sua vita Bergman non avesse mostrato interesse né per le sue mogli né per i suoi figli e a come una donna potrebbe essere considerata se scegliesse di prendere una strada simile. Vediamo, infatti, che Chris è più toccata dal fatto di essere separata da sua figlia rispetto a Tony, che si dedica interamente al suo lavoro. Le differenze nella coppia emergono anche dal modo in cui esplorano il mondo di Bergman: lui preferisce guardare, mentre lei si getta a capofitto e sceglie di vivere completamente quei luoghi, accompagnata dallo spettro del regista che riesce sempre a far notare la sua presenza. Il mulino diventa così un posto sicuro, come era per Monet la casetta di Giverny, in cui hanno visto la luce i famosissimi dipinti delle ninfee: l’isola di Fårö è il luogo in cui il profondo amore di Chris per il cinema prende letteralmente vita.

Bergman Island è un film luminoso e affascinante, in cui le cupe atmosfere svedesi de Il Settimo Sigillo o L’ora del lupo si tingono di colori estivi e accolgono ogni forma di amore, da quello per l’arte a quello più puro e autodistruttivo.

«Guarda questo posto. L’isola, le case, i paesaggi, tutto è meno duro che nei suoi film.»

Mia Hansen-Løve ci consegna un’opera dedicata al cinema e a tutti coloro che cercano l’arte come rifugio e conforto. L’arte si fonde con la realtà, prende il sopravvento e riesce a prendere forma davanti agli occhi dello spettatore. E insieme all’arte c’è anche Bergman, come un fantasma che infesta la sua isola e che non ha intenzione di andarsene.

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Renata Capanna, Redattrice