Risaliva a ben sei anni fa l’ultima interpretazione attoriale di Giulia Steigerwalt, più precisamente al 2016 dove compariva ne Il giorno più bello di Vito Palmieri, mentre solo lo scorso anno figurava come sceneggiatrice in Marilyn ha gli occhi neri di Simone Godano (anche se in molti la ricorderanno per la sceneggiatura de Il Campione, di Leonardo D’Agostini). Quello che mancava alla prolificità e versatilità di Steigerwalt era l’esperienza dietro alla macchina da presa: ecco che arriva Settembre, prodotto da Groenlandia con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution. No, non stiamo parlando dell’omonimo film del 1987 di Woody Allen – uno dei suoi più bergmaniani e dimenticati – anche se sentiamo gli echi del suo impianto corale e della messa in scena perlopiù teatrale; infatti è curioso mettere a confronto le due opere, per il diverso approccio dei due autori a quel clima settembrino che, probabilmente ciascuno di noi – e con le sue declinazioni personali –, respira e vive ogni anno.
Settembre narra le storie intrecciate di personaggi in cerca di felicità a partire da quella di Maria (Margherita Reggiani) che, di ritorno dalle vacanze estive, scopre con sorpresa di essere stata finalmente notata dal ragazzo per cui ha da sempre un debole. Eppure con altrettanto stupore scoprirà che sarà con Sergio (Luca Nozzoli), il ragazzo col compito di metterli in comunicazione, che si avventurerà per la prima volta dentro alle effusioni della prima adolescenza. Nel frattempo la madre di Sergio, Francesca (Barbara Ronchi), a seguito del delicato referto di una visita medica che ha profondamente scosso e cambiato la visione della sua vita, entra sempre più in intimità con l’amica Debora (Thony). Sarà proprio il suo medico Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio, che svetta su tutti) il primo a cui Francesca confesserà questo nuovo autentico e inaspettato legame omosessuale. I due si incontrano casualmente nel bar che lui è solito frequentare per lasciarsi alle spalle la separazione con la moglie, frattura che lo ha lasciato a un vita dove l’unico vero contatto pare essere quello con Ana (Tesa Litvan), prostituta diciannovenne dal carattere cinico e dal passato difficoltoso, con cui ha una frequentazione stabile; a chiudere questo bizzarro cerchio di nuove scoperte interiori è quest’ultima, Ana, che attraverso l’innamoramento con Matteo (Enrico Borello), un ragazzo del quartiere, risveglierà in Guglielmo quella spinta emotiva in grado di dare nuove direzioni alla sua vita.
Non è mai troppo tardi per realizzare i nostri sogni: settembre è il mese migliore per dare inizio al nostro riscatto, perché l’autunno è la stagione dei nuovi inizi. Come un fulmine a ciel sereno tutti i protagonisti di Settembre si accorgono che fino a quel momento hanno condotto una vita infelice, che non sentivano propria. Non avevano vissuto, ma si erano guardati vivere.
Tutto questo, nell’esordio alla regia di Steigerwalt è trasposto attraverso dei caratteri sinceri e scritti in punta di penna: un’opera corale dove i personaggi insoddisfatti sono alla ricerca di rapporti nuovi, puri e autentici, che non troveranno nel futuro programmato ma nell’inaspettato e soprattutto nella forza delle relazioni umane più spontanee. È vero che ci si lascia a qualche didascalismo di troppo (soprattutto nel finale e nell’utilizzo delle musiche), ma l’ironia frizzante arriva sempre al punto giusto e le recitazioni sono tutte credibili e convincenti. Da anni non apparivano sugli schermi italiani delle interpretazioni giovanili così genuine, come il cuore dei loro personaggi; non è scontato che si tocchino con così giusto e sorprendente tatto l’educazione sessuale e i primi approcci adolescenziali.
La ricerca della spontaneità forse cozza con l’impianto registico quasi teatrale e ampiamente impostato, ma la forza sta nella sceneggiatura, che regala note acri miste a sane risate che non rasentano mai il ridicolo o il banale.
In anni in cui continuano ad essere prodotte e commercializzate commedie come Il sesso degli Angeli di Leonardo Pieraccioni, Settembre è una bella ventata d’aria fresca per gli spettatori. O perché no, come uno spritz del tardo venerdì pomeriggio.
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