Dopo il successo di Strappare lungo i bordi, il fumettista Zerocalcare torna su Netflix con un nuovo prodotto, Questo mondo non mi renderà cattivo. La serie riprende l’universo narrativo del fumettista, una Rebibbia imbruttita in cui, oltre allo stesso Zerocalcare, si aggirano figure umanoidi (come i suoi amici Secco e Sara) o antropomorfe, tutte impegnate a districarsi nelle loro vite.
In questo caso, la miccia che fa scattare la narrazione è l’arrivo di un gruppo di rifugiati in un centro d’accoglienza. Questo fatto riaccende le mai sopite tensioni tra fazioni nel quartiere, tra i nazisti (termine utilizzato dallo stesso Zerocalcare per tutta la serie) che vorrebbero la chiusura del centro e chi come Zero e i suoi amici lotta per l’integrazione.
“E ora qualcosa di completamente diverso”
Questo mondo non mi renderà cattivo (nome preso da una canzone del cantautore Path), come ha più volte ripetuto lo stesso autore, non vuole essere una seconda stagione della sua prima, fulminante hit, ma qualcosa di totalmente autonomo. Certo, alcuni elementi di contatto ci sono. Tornano i personaggi dell’universo del fumettista ed il contributo alla colonna sonora di Giancane, oltre allo stile visivo e lo humour nerd. Sono inoltre presenti alcuni riferimenti ed easter egg che i fan di Strappare lungo i bordi certamente apprezzeranno.
All’inizio sembra esserci anche la narrazione interamente affidata a Zerocalcare stesso, con interventi sporadici di Valerio Mastandrea nei panni dell’Armadillo, coscienza del protagonista. Nella prima serie ciò era conseguenza del totale “ripiegamento” interiore del protagonista e del suo egocentrismo, superato simbolicamente nel finale con l’intervento di altri doppiatori a dare voce ai personaggi. Perciò, in questa nuova serie, è necessario un espediente diverso che giustifichi il ritorno della voce narrante: un’apparente deposizione alla polizia. Tornano pertanto Paolo Vivio e Chiara Gioncardi a doppiare Secco e Sara, e arrivano alcune new entry, tra cui spicca certamente l’attore Silvio Orlando.

Zero al commissariato di polizia
Strappare lungo i bordi, soprattutto, torna indirettamente nelle riflessioni del protagonista attorno alla propria fama e responsabilità in quanto creatore di contenuti mediatici. Nella prima serie il protagonista non era ancora lo Zerocalcare fumettista. Al contrario, in Questo mondo non mi renderà cattivo, abbiamo uno Zero non solo post-fumetti ma anche post-Strappare lungo i bordi, i cui contenuti sono stati resi disponibili ad un pubblico ancora più ampio e indistinto. Durante tutto il corso delle sei puntate il protagonista dà quindi vita a siparietti meta in cui commenta la serie e in cui riflette su come la sua vita sia cambiata rispetto a quella dei suoi amici, come (non) riesca a bilanciare il lavoro col privato e se, e quanto, debba verbalizzare le sue opinioni attorno a situazioni scottanti, perché, come afferma lui stesso, “anche i nazisti leggono i fumetti”.

Zero e l’Armadillo rispondono alle critiche sul suo accento
La responsabilità del singolo
Il focus di Strappare lungo i bordi era l’elemento personale ed introspettivo. In Questo mondo non mi renderà cattivo, pur essendo ancora presente, l’interesse è rivolto soprattutto al tema politico, attorno al quale si trovano a ruotare anche i dilemmi interiori dei personaggi.
La vicenda del centro d’accoglienza, infatti, diventa l’occasione per esplorare senza giudizi le ambiguità di tutti i personaggi, anche quelli che crediamo di conoscere già. Così a Sara, il “faro morale” di Zero, è permesso di essere fallibile, e Secco, relegato da molti alla sua catchphrase (“Annamo a pijà er gelato?”), è autore di uno dei discorsi più illuminanti della serie.
Rappresentazione perfetta di questa operazione di analisi umana, che idealmente prosegue il percorso di apertura agli altri cominciato in Strappare lungo i bordi, è il nuovo personaggio di Cesare, amico d’adolescenza di Zero, che torna a Rebibbia dopo vent’anni e si schiera dalla parte dei nazisti. Nonostante la sua scelta, Cesare è forse il personaggio più interessante e ricco della narrazione, tratteggiato come umano ed esplorato nelle sue contraddizioni e nelle motivazioni che l’hanno spinto tra le braccia dell’estrema destra.
Col personaggio di Cesare, Zerocalcare analizza l’umanità di tutti gli “sbandati” vittime di una mentalità di periferia, e di come la loro fragilità possa essere sfruttata e strumentalizzata. Tuttavia, la sua narrazione ha anche il pregio di non trasformare la comprensione in giustificazione, come dimostra il già citato discorso di Secco.

Zero e Cesare
Il circo mediatico
Il “problema” del centro d’accoglienza diventa anche ideale per affrontare la superficialità con cui certi argomenti vengono trattati in Italia. La critica sociale di Zerocalcare è feroce e non risparmia nessuno: la polizia che interviene appositamente in ritardo, la politica che strumentalizza l’affare per raccogliere voti, i media che esacerbano e semplificano temi così delicati. Le scene dedicate sono tra le più caricaturali della serie, e non per niente anche quelle con più rappresentazioni antropomorfe, riprendendo la secolare tradizione dell’uso di personaggi animali per fare satira sull’attualità.
In un mondo attraversato da simili forze esterne e incontrollabili, i tanti Cesare, Zero, Secco o Sara di periferia sono uniti da uno stesso e perfettamente comprensibile senso di instabilità che può portarli a sbagliare. Tuttavia, la serie è chiara nel suo messaggio già dal titolo, un invito alla resistenza: nonostante tutte le possibili sfide presentate, “questo mondo non ci renderà cattivi”.
Conclusioni
Per ammissione dello stesso Zerocalcare Questo mondo non mi renderà cattivo è una storia nata prima di Strappare lungo i bordi. Risulta evidente, dopo averla vista, che la prima serie sia stato un banco di prova: anche se forse meno istantaneamente iconica e adatta al formato social, questa seconda serie è un passo avanti rispetto alla precedente, sia in termini di qualità sia di temi. Comune ad entrambe è, ovviamente, lo stile tipicamente Zerocalcare, ma quest’ultima ha una struttura più coerente, una storia e dei personaggi più approfonditi, oltre a dei temi scottanti che non mancheranno di far discutere.

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