4 Ottobre 2018: Venom, diretto da Ruben Fleischer, esce nelle sale raccontando una storia con protagonista il simbionte già visto come villain dello Spiderman 3 di Raimi, ma qui in veste decisamente diversa. Topher Grace è stato sostituito da Tom Hardy nei panni del reporter Eddie Brock e da villain l’alieno diviene qui non soltanto protagonista, ma addirittura anti-eroe, cattivo ma non troppo, con tanto di scambi di battute tra Eddie ed il simbionte dalla vena marcatamente comica. Stroncato dalla critica, ma amato dal pubblico, il film convince la Sony che il progetto di un universo condiviso (come va tanto di moda oggi) composto da pellicole con protagonisti i nemici dell’Amichevole Spiderman di quartiere potesse effettivamente funzionare.

Arriva così anche Venom 2 – La furia di Carnage, che viene completamente distrutto, stavolta anche da buona parte del pubblico, ma l’universo ormai è stato lanciato ed un passo falso, in fin dei conti, lo si concede a tutti. Successivo progetto degli studios Sony vede come protagonista non più un alieno venuto dallo spazio, ma il malaticcio dottor Morbius che, sperimentando con il sangue dei pipistrelli, finisce per diventare un vero e proprio vampiro. Programmato inizialmente per il Luglio 2020 e poi successivamente rimandato per diverse volte è finalmente arrivato in sala in data 31 Marzo 2021.

UN VAMPIRO SENZA SANGUE

Il film si apre in Amazzonia, dove il dottor Morbius, affetto da una rara malattia ematica che intacca la sua produzione di sangue fin da bambino, ruba illegalmente dei pipistrelli da una grotta per poi portarli nel suo laboratorio a New York dove, dopo un flashback in cui vediamo il giovane Michael conoscere quello che diventerà il suo migliore amico e futuro finanziatore Milo, comincia ad eseguire esperimenti con il sangue per cercare di curare la sua malattia. Con una spiegazione 

simil-fantascientifica, ma comunque funzionale, il dottore sviluppa un siero che decide di iniettarsi, finendo per diventare un vampiro affamato di sangue.

La prima cosa che salta all’occhio è che, per essere un film su un vampiro che si nutre di sangue e del quale ha costantemente bisogno per sopravvivere, il film ne mostra ben poco. Fatta eccezione per un paio di scene e delle sacche di sangue artificiale dalle quali il dottore si nutre per non dover uccidere, infatti, il sangue non è presente, il tutto per motivazione di censura, senza dubbio, ma rimane una scelta che lascia comunque interdetti. La storia del nostro vampiro continua poi su binari visti e rivisti, ma che comunque si lasciano attraversare senza portare alla noia eccessiva. I personaggi sono piuttosto banali e stereotipati, su tutti il villain vero e proprio, inserito soltanto per non far dire alla gente “ma il protagonista è il cattivo” e che perciò presenta una caratterizzazione quasi nulla. Rimangono forse le interpretazioni attoriali di Jared Leto e Matt Smith, che nonostante la piatta scrittura dei loro personaggi, riescono a donare un po’ di colore alla pellicola.

La regia si pone su un livello discreto, senza infamia e senza lode raggiungendo forse i punti di massima in quelle rare sequenze più improntate all’horror ma comunque decisamente “classiche”, che risulta però affossata completamente da un montaggio sconclusionato e che rende confuse anche le scene più semplici, per non parlare delle scene d’azione, oltre che da un comparto CGI veramente sottotono (ricordando non poco quello di Venom 2), con particellari ed effetti visivi che diventano presto fastidiosi e visi vampireschi decisamente troppo finti, quasi da sembrare dei veri e propri filtri sviluppati per un social come Instagram. Proprio su quest’ultimo punto piange un po’ il cuore, in quanto per evitare questo risultato sarebbe semplicemente bastato tornare al buon vecchio make up, troppo poco considerato in quest’epoca così tecnologica. 

UN MARKETING AI LIMITI DELLA TRUFFA

La recensione potrebbe tranquillamente concludersi qui, in quanto non resterebbe granché da aggiungere, ma risulta doveroso soffermarsi su un importante fattore di vendita del film: i trailer. E’ infatti nel 2020 che arriva il primo trailer, nel quale oltre a mostrare alcune informazioni sul personaggio e sulle sue vicende, due cose attirano l’attenzione dei fan: un murales nel quale viene ritratto lo Spiderman di Tobey Maguire coperto parzialmente dalla scritta “murderer” (assassino) ed una breve sequenza di dialogo tra il protagonista ed Adrian Toomes, aka L’Avvoltoio, storico villain dell’arrampicamuri ma che impreziosiva la vicenda in quanto interpretato da niente di meno che Michael Keaton, che già aveva prestato le proprie fattezze al personaggio in Spiderman: Homecoming (Jon Watts, 2017).

Partono quindi le speculazioni dei fan: Morbius è quindi forse ambientato nello stesso universo dei film di Sam Raimi? Ma come fa un personaggio del MCU ad essere nel film? Si tratta forse di una variante come quelle introdotte nella serie tv Loki?

Arrivati ad Ottobre 2021 e dopo numerosi rinvii del film, Sony pubblica un nuovo trailer, con alcune sequenze già viste nel precedente ma anche con qualche scena nuova, tra cui una panoramica sulla skyline di New York nel quale può essere distinto chiaramente il logo della Oscorp, riprendendo però il font presente dei due The Amazing Spiderman diretti da Mark Webb rispettivamente nel 2012 e 2014. Alle domande dei fan se ne aggiunge quindi un’altra: siamo forse nell’universo dello Spiderman interpretato da Andrew Garfield? Ed in tutto questo Venom esiste nell’universo di Morbius oppure no? Non resta quindi che aspettare pazientemente l’uscita del film per avere una risposta a queste domande. 

Invece no: nella versione finale della pellicola approdata al cinema infatti quasi tutti questi elementi sono stati cancellati. Ad esclusione dei riferimenti a Venom, il logo Oscorp ed i riferimenti a Spiderman sono stati tutti eliminati, lasciando tutti quelli arrivati in sala con l’obiettivo di trovare una risposta a questi misteri completamente, è quasi il caso di dirlo, truffati.

È inoltre il caso di parlare delle scene post credit (ovviamente si tratta di una breve analisi con spoiler, da leggere a vostro rischio e pericolo), in quanto si dimostrano un ulteriore problema. Nella prima vediamo aprirsi nel cielo uno squarcio viola come quelli apparsi sul finale di Spiderman No Way Home, portando il personaggio di Adrian Toomes dal MCU all’universo di Morbius. Non esistendo in questo universo e non avendo quindi precedenti penali, viene scarcerato per poi ricomparire nella seconda scena, in cui lo vediamo arrivare con una tuta estremamente simile a quella in cui l’avevamo già visto in Homecoming ed approcciarsi a Morbius per chiedergli di collaborare per sconfiggere Spiderman. Oltre al fatto che questo distrugge completamente la caratterizzazione del dottore, che per tutto il film viene mostrato come un mostro che però cerca di domare i propri istinti omicidi e che qui sembra completamente accondiscendente nel voler uccidere un personaggio che nemmeno dovrebbe conoscere, ancora una volta mostra come la pellicola sia stata bersaglio di pesanti tagli, rimontaggi e fasi di re-shooting, per cercare di collegare le varie pellicole fra loro, finendo però per creare ancora più dubbi e perplessità, considerando anche come tutto ciò che ci viene qui mostrato viola le leggi spiegate da Doctor Strange a Spiderman.

CONCLUSIONI

Dopo due film su Venom, l’universo condiviso di Sony si arricchisce di una nuova pellicola con protagonista un antieroe vampiro, che non riesce però ad eccedere in nulla. La regia basilare e il tentativo da parte di Leto e Smith di caratterizzare un minimo i loro personaggi si scontra con un montaggio confuso, una CGI abbastanza scadente ed una sceneggiatura decisamente troppo banale e scontata. Un mix che finisce per rendere Morbius il film perfetto per una noiosa domenica pomeriggio, in cui volete soltanto spegnere il cervello ed impegnarvi per un paio d’ore con un film semplice, con sì diversi problemi ma che comunque non vi lascerà annoiati.

Questo articolo è stato scritto da:

Mattia Bianconi, Redattore