Il ritorno sul grande schermo dei Looney Tunes è una simpatica avventura fantascientifica ipercitazionista, riuscirà a far tornare di moda questi personaggi?

Sembra quasi strano vedere i Looney Tunes al cinema. Pur essendo il loro luogo di origine, la sgangherata schiera di personaggi Warner, amati per la loro follia e la volontà di rompere qualsiasi barriera spesso ignorando quanto nella società veniva considerato appropriato, ha sempre trovato una sua comfort zone tra le mura domestiche e sui piccoli schermi, grazie ai frequenti passaggi televisivi e alle compilation in home video. Nell’epoca delle piattaforme streaming, tuttavia, i nostri eroi non sembrano vivere un periodo florido, nonostante i numerosi sforzi. È sicuramente curiosa quindi la scelta nel 2024 di proporre un lungometraggio al cinema, totalmente animato in maniera tradizionale e composto al 100% da materiale inedito. Sì, perché nei loro quasi 100 anni di carriera i Looney erano sempre apparsi o in film compilation di vecchi corti uniti da nuove animazioni (una decina di film negli anni ’80), o in film ibridi tra animazione e live action (dal fortunatissimo Space Jam del 1996 al suo sfortunatissimo sequel del 2021, passando per il geniale Looney Tunes: Back in Action del 2003), oppure in film sì inediti ma distribuiti solamente in televisione e magari colleagti alle numerose serie tv andate in onda tra gli anni 90 e primi 2000 come la geniale Tiny Toons prodotta da Spielberg o l’interessante I misteri di Silvestro e Titti.

Un’Avventura Spaziale quindi ci appare quasi come una margherita nel deserto, un prodotto particolare e difficilmente identificabile, il primo vero film dei Looney Tunes al cinema, distribuito in sordina e in un periodo non particolarmente florido, che sceglie di non utilizzare tutti i personaggi ma di concentrarsi su Daffy Duck e Porky Pig, trascurando tutti gli altri a partire dalla star Bugs Bunny. Lo fa abbracciando una tematica abbastanza cara ai personaggi creati dalla Termite Terrace: la presenza dello spazio e degli alieni. Marvin il Marziano debutta in Haredevil Hare del 1948, con un look da antico romano, accento britannico ma esponente del pianeta rosso, diventando un nuovo avversario di Bugs Bunny, più pacato rispetto al vulcanico Yosemite Sam e più razionale del babbeo Elmer. Daffy Duck e Porky Pig in una loro versione futuristica lo affronteranno nel magnifico Duck Dodgers nel 24½ secolo del 1953 e poi nella serie tv Duck Dodgers (2003-05). Ma soprattutto sarà l’arbitro della partita di basket più famosa della storia del cinema in Space Jam, in cui vediamo i Looney affrontare una squadra di alieni (e Marvin è l’una e l’altra cosa). Beh, qui invece Marvin non c’è.

Daffy Duck e Porky Pig sono stati adottati da piccoli e cresciuti come fratelli. Per salvare la loro casa trovano lavoro in una fabbrica di chewing gum grazie alla scienziata del gusto Petunia Pig. Peccato che i chewing gum siano stati infettati con un liquido alieno capace di controllare le menti di tutti i terrestri.

La scelta della fantascienza horror (si fa per dire) dal sapore anni 50 non è una novità in casa Warner, dai sopracitati esempi nella storia dei Looney Tunes fino a Il Gigante di ferro del 1999, uno dei più alti esempi di animazione americana. E si sprecano le citazioni da L’Invasione degli Ultracorpi a Shaun of the Dead, passando per Alien e La Cosa, toccando perfino Scooby-Doo. Non è certo l’originalità che ci aspettiamo da un film del genere e infatti non la troviamo. È davvero interessante però notare la scelta narrativa di raccontare una vera storia, ignorando del tutto i cameo e concentrandosi solo sul nostro trio di eroi. Porky Pig, la più longeva star della scuderia Looney, appare leggermente meno macchiettistico pur conservando il suo carattere timido e impacciato e la tenera balbuzie, Daffy Duck sembra più sobrio e sicuramente più contenuto, lontano dallo sguaiato mattatore a cui siamo abituati e calibrato per non metter in ombra il suo socio, vero protagonista del film. Petunia Pig (personaggio misconosciuto fino ad oggi) acquisisce una caratterizzazione particolare, una frustrata nerd delle papille gustative che riesce a entrare nella situazione a gamba tesa facendo sfoggio delle sue competenze. I nuovi personaggi presenti sono semplicemente funzionali alla narrazione e non spendibili in nuovi titoli, ma il nostro trio è sufficiente a portare avanti un film gradevolissimo dal respiro corto e dal sapore dei tv movie del sabato pomeriggio a budget più alto della media. Resta da chiedersi però quanto possa funzionare un prodotto del genere in un periodo in cui gli incassi languono, la distribuzione italiana è perfino affidata da Warner ad altre società (Lucky Red in questo caso) con cambio di voci italiane, e l’amore per questi personaggi rischia di svanire. Ai botteghini la risposta.

Nicolò_cretaro
Nicolò Cretaro,
Redattore.