Ghostbusters – Minaccia Glaciale (Frozen Empire nel titolo originale) è il quarto capitolo del celebre franchise (il reboot diretto da Paul Feig nel 2016 non si considera parte del canone) nonché il sequel diretto di Legacy (Afterlife), uscito nel 2021.

Diretto questa volta da Gil Kenan, il nuovo film riporta lo spettatore dove tutto era iniziato: nella vecchia caserma dei vigili del fuoco di Manhattan, dove ora si è stabilita Callie (Carrie Coon) insieme a Gary (Paul Rudd) e i figli, interpretati da McKenna Grace e Fin Wolfhard.  La famiglia porta avanti l’attività degli acchiappafantasmi, minacciata dallo storico rivale Walter  Peck, che nel frattempo è diventato sindaco della città e ha quindi l’autorità per far sequestrare la caserma. Ray (Dan Aykroyd)  intanto, aiutato dal giovane Podcast, colleziona manufatti posseduti. Entra così in possesso di una misteriosa sfera di ottone: dato che potrebbe trattarsi di una trappola apotropaica, Winston (Ernie Hudson) in seguito la porta nel suo laboratorio. Qui una squadra di ricercatori sta lavorando a un macchinario sperimentale in grado di separare gli spiriti da oggetti e corpi umani. Ci troviamo a seguire due indagini parallele, una dentro il laboratorio e una fuori, quest’ultima portata avanti da Phoebe, Ray e Podcast. Ritroviamo tutte le icone dei primi film, dalla Ecto-1 a Slimer fino alla colonna sonora,  insieme a dinamiche nuove come quella dello scontro tra Phoebe ormai adolescente e la sua famiglia, o quelle tra gli acchiappafantasmi “nuovi” e i “vecchi”.

Inserire personaggi nuovi, in aggiunta a quelli già apparsi in Legacy, ciascuno con il proprio background, è un’arma a doppio taglio. Da una parte poteva servire a sostenere gli sviluppi nella narrazione e ad arricchirla, come nel caso di Nadeem (Kumail Nandjani): grazie al maestro del fuoco si esplora una versione più mitologica e ancestrale del paranormale, il personaggio inoltre funziona abbastanza bene nella dinamica generale. L’antagonista introdotto attraverso questa linea del racconto, il dio-fantasma Garraka, costituisce una delle parti più interessanti della storia. Dall’altra parte l’espansione di un universo andrebbe pianificata nei dettagli per evitare l’effetto di affollamento e confusione, che qui purtroppo si avverte fin dalle prime scene.

La pellicola punta sulla quantità di personaggi e sottotrame, e ancora di più sull’evidente operazione nostalgia che ha guidato sia la scelta delle musiche che l’introduzione ed alcune battute estremamente autoreferenziali. Si tratta di strategie che funzionano in quanto abbellimenti, ma che non possono sostituire una sceneggiatura solida. Questo è il primo problema che si nota: una sceneggiatura banale, che lascia la sensazione di essere stata preparata in fretta.

Tuttavia il problema che a nostro avviso pesa di più sulla mancata riuscita dell’operazione non è tanto la prevedibilità della trama, che si potrebbe tranquillamente accettare, trattandosi di un film pensato per essere puro svago; quanto la scarsità proprio di elementi di intrattenimento. Gran parte della pellicola è dedicata a dialoghi tra i protagonisti o a racconti che si protraggono più del necessario, appesantendo il ritmo e finendo per diluire anche l’effetto dei momenti comici, questi ultimi mai particolarmente incisivi. L’azione si concentra quasi del tutto nei minuti iniziali e poi nell’ultima mezz’ora, anche questa inframezzata da siparietti che, anziché stemperare l’adrenalina del momento, la affossano completamente.

Si cerca di ampliare, e quindi prolungare nel tempo, un franchise che partiva da presupposti relativamente semplici, e che avrebbe quindi bisogno di più elaborazione per giustificare l’avere più di un sequel. Minaccia Glaciale può meritare una visione da parte dei fan più affezionati, ma non è all’altezza dell’esperienza che ha cercato di riprodurre. Al momento circolano speculazioni su un quinto capitolo ma la notizia non è confermata.

Federica Rossi,
Redattrice.