In un mondo di The Flash (Andy Muschietti, 2023) e di Ant-Man And The Wasp: Quantumania (Peyton Reed, 2023), la produzione originale Amazon The Boys è di certo stata come un fulmine a ciel sereno. Una serie tv capace di prendere il materiale d’origine a fumetti e di traslarlo sul piccolo schermo con una visione ben chiara in testa: ironizzare e criticare il grande mondo dei supereroi andando a mettere in scena una satira piena di sangue e volgarità. Non sorprende quindi che sia finita fin da subito tra le serie più apprezzate e chiacchierate da un pubblico cresciuto a pane e Game Of Thrones. Dopo uno spin-off animato con episodi antologici a fare da piccolo contentino tra la seconda e la terza stagione, l’annuncio di un’altra serie ambientata nell’universo di The Boys divise il pubblico a metà: chi la attendeva voracemente con un hype alle stelle e chi invece si chiedeva se questa operazione non avrebbe fatto cadere la produzione nella grande trappola che tanto avevano fino a quel momento criticato. Fortunatamente, ancora una volta, gli sceneggiatori ed i produttori sapevano dove mettere le mani ed hanno sfornato qualcosa di davvero straordinario.

Benvenuti a scuola

Nel mondo dei supereroi, le scuole non sono certo un ambiente sconosciuto. Su tutte capeggia senza dubbio lo Xavier Institute, la famosa scuola per mutanti del mondo degli X-Men. Proprio da quel mondo Garth Ennis crea nei suoi fumetti la parodica Godolkin Mansion in cui vivono i G-Men, palesemente ispirati ai mutanti di casa Marvel ma capaci di gesta davvero raccapriccianti. Per il loro spin-off gli sceneggiatori hanno deciso di pescare a piene mani dall’arco narrativo che li riguarda e riscrivere diversi elementi per adattarli allo stile televisivo ed alla storia che avevano intenzione di raccontare. I fan del fumetto trovano quindi in Gen V ben più di una citazione al materiale di origine ma con una storia completamente diversa, con l’obiettivo di mettere in scena un “teen drama alla The Boys”. 

Questo intento è chiaro già dalla caratterizzazione dei protagonisti: un gruppo di giovani ragazzi che frequentano la Godolkin University – o God U come verrà con non poco sarcasmo chiamata in più di un’occasione – con classi da frequentare ed una vita all’interno di un vero e proprio college in stile americano, in cui però i corsi spaziano da “branding del proprio eroe” a corsi di recitazione per reality o serie tv fino all’ambito “combattimento del crimine”. 

Ognuno di loro è ovviamente dotato di superpoteri, tutti più o meno ispirati a personaggi già esistenti nell’immaginario collettivo – Marie con i suoi poteri del sangue ricorda non poco Skarlet di Mortal Kombat, Emma fa il vero ad Ant-Man come Andre a Magneto e Cate a Jean Grey – tutti spesso legati ad importanti tematiche del mondo dei giovani – esempi ne sono l’autolesionismo per Marie, la bulimia con Emma costretta a vomitare per rimpicciolire o il cambiare sesso di Jordan con annessi poteri differenti legati al genere e che porta alla ribalta potenti riflessioni sulle identità di genere  – ed alle quali la serie relega un ruolo tutt’altro che secondario. Forti sono anche i vari rimandi alla cultura pop e alla Gen Z, riempiendo la serie di battute legate al mondo dei social e costruendo una campagna marketing davvero solidissima e di grande impatto – non dimentichiamo il sito che permetteva di esplorare le aree della God U come se il campus esistesse davvero. Tutto questo mentre la serie porta avanti una narrazione piena di colpi di scena, di dialoghi ben scritti e di sequenze d’azione veramente spettacolari, tanto da far brillare questo spin-off più di quanto non faccia la serie originale.

Ai giovani protagonisti si associano anche personaggi storici della serie che tornano in ruoli tutt’altro che secondari, come Victoria Newman o Ashley Barrett, ed altri grandi nomi del fumetto che fanno qui la loro prima comparsa – su tutti il grande Tek Knight, qui riscritto e reso ancora più spettacolare ed irriverente che nel fumetto -, creando veramente l’idea di un universo interconnesso in cui le azioni della serie principale si riversano in questo spin-off e viceversa, con un finale di stagione che chiaramente lascia intendere un prosieguo delle vicende direttamente nella quarta stagione di The Boys – oltre che nella già annunciata seconda stagione di Gen V.

Conclusioni

Sbaragliando tutte le aspettative, Gen V dimostra come il team dietro al mondo di The Boys abbia le idee ben chiare su cosa vogliono mettere in scena e come. Nel passaggio dalla serie principale a questa infatti non si è perso un minimo di quello spirito che aveva fatto innamorare i fan, arrivando anzi in alcuni momenti a mostrare una costruzione più solida e chiara di quanto fatto con la terza stagione della serie principale. Tanto sangue ma anche tante tematiche importanti relegano quindi facilmente Gen V nell’Olimpo delle serie tv supereroistiche del momento, dimostrando ancora una volta ai vari competitor come si costruisce una vera serie tv sui supereroi.

Mattia Bianconi
Mattia Bianconi,
Redattore.