Volenti o nolenti, tutti conosciamo Fast and Furious. Partito nel 2001 come thriller poliziesco nel modo delle gare clandestine con una predisposizione verso l’azione, è riuscito a rendere iconici personaggi come il Dom Toretto di Vin Diesel ed il Brian O’Connor di Paul Walker creandosi un’enorme fan base sparsa in tutto il mondo e a produrre un franchise in continua espansione, che conta all’attivo otto capitoli ufficiali ed uno spin off incentrato sui personaggi di Hobbs (Dwayne Johnson) e Shaw (Jason Statham).

A vent’anni di distanza dal primo capitolo e superata una pandemia, Dom Toretto è tornato nelle sale cinematografiche con il nono capitolo del franchise. Messe da parte ormai da tempo le atmosfere ed il rombo delle gare clandestine che caratterizzava i primi tre capitoli a favore dell’azione spettacolarizzata tipica delle pellicole hollywoodiane, i protagonisti della serie si ritrovano in questa pellicola ad affrontare Jacob (John Cena), fratello esiliato dalla famiglia di Dom, e la già conosciuta Cypher (Charlize Theron) in uno scontro tra passato e presente per la salvezza del mondo e dell’umanità. Tornato Justin Lin alla direzione (già regista della saga dal terzo al sesto capitolo), la pellicola cerca di presentare un misto di azione “in movimento” con inseguimenti e corse e di azione “classica” con i personaggi che si riempiono di mazzate.

LOTTA IN FAMIGLIA

L’introduzione del personaggio di Jacob porta il racconto ad usufruire di diversi flashback, che già dall’inizio della pellicola permettono allo spettatore di scoprire nuovi dettagli sul passato anche di Dom e Mia, soprattutto nel loro rapporto con il defunto padre e sul perché il fratello fosse finora rimasto nell’ombra. Nel presente, l’ex organizzatore di gare clandestine è ormai in “pensione” dopo gli avvenimenti del precedente film e vive una vita isolata ma tranquilla assieme alla moglie Letty (Michelle Rodriguez) ed al figlio Brian, finché alcune vecchie conoscenze non li convincono a rientrare in azione per cercare il Signor Nessuno, ora scomparso, ed un dispositivo che potrebbe porre fine all’ordine mondiale. Situazione ormai all’ordine del giorno per Dom, che però si trova presto a dover affrontare come principale nemico il fratello ed il suo socio Otto, assieme (ovviamente) ad un esercito privato composto da migliaia di uomini addestrati ed armati fino ai denti. Complessivamente, le vicende risultano abbastanza classiche, riprendendo le dinamiche ormai collaudate dai capitoli precedenti della saga. 

Soffermandosi un po’ sui personaggi, invece, risulta palese come questo nono capitolo risulti in realtà il secondo di una (probabile) trilogia interna alla serie incentrata soprattutto sulla vita di Dominic e su chi e cosa lo circonda. Già con l’ottavo capitolo, infatti, gli sceneggiatori avevano girato le carte in tavola inserendo il suo personaggio come “villain” (anche se costretto) della storia, mostrando quindi allo spettatore lati del suo carattere e della sua personalità che fino a quel momento non erano stati così approfonditi. Qui con l’inserimento di Jacob si approfondisce ancora di più il suo stile di vita ed il modo in cui si rapporta con la sua famiglia di sangue, finora messa sempre in secondo piano da quella degli amici. Non stiamo certo parlando di un viaggio introspettivo degno di un prodotto d’autore, ma risulta sicuramente apprezzabile l’impegno per approfondire un personaggio che, diciamocelo chiaramente, vediamo soltanto come una grande massa di muscoli in quasi tutti i frangenti della saga. Come ottimo ed interessante risulta anche la scrittura di Jacob, che più che un villain è una persona che non si ferma davanti a niente pur di ottenere ciò che vuole e che compie durante un film un interessante percorso di crescita personale (vale comunque anche per lui il discorso fatto per il fratello, sottolineando però come John Cena sia riuscito a dare un’ottima prova attoriale riuscendo a rubare la scena ogni singola volta in cui compare a schermo).

ALTI E BASSI

La regia di Justin Lin si attesta su un buon livello ed è capace di intrattenere sia nelle scene d’azione in movimento sui veicoli ma soprattutto nei combattimenti corpo a corpo, che risultano in questo capitolo favolosi, quasi al pari di pellicole come John Wick o Atomica Bionda: ogni colpo che viene sferrato lo spettatore riesce quasi a sentirlo sulla propria pelle, eliminando completamente quel senso di finzione che spesso si incontra nei film di questo genere, e in questo la regia gioca un ruolo fondamentale, con movimenti di macchina che, anche senza essere strabilianti o far urlare al miracolo, riescono a donare dinamicità alle varie sequenze. Il tutto va però inserito in un contesto che è tutto fuorché realistico, con personaggi che saltano da altezze spropositate senza accusare il minimo dolore o che eseguono acrobazie ai limiti delle possibilità umane, senza tirare in ballo la super forza che caratterizza i protagonisti e la quasi invulnerabilità che gli permette di correre nel mezzo di una sparatoria ed uscirne illesi.

Questo l’elemento che meno convince dell’ultima iterazione della saga, il suo essere diventato ormai “troppo”. Se nello spinoff Hobbes & Shaw  si cercava di dare una motivazione alle stranezze che succedevano nella pellicola tirando in ballo innesti e potenziamenti quasi da fantascienza, qui si propone ormai di tutto senza nemmeno fermarsi un secondo e pensare di essersi ormai portati oltre il limite. Basta citare alcune sequenze già presenti nei trailer, come l’attraversamento di un burrone attaccandosi con la macchina ad un cavo di un ponte che si sta sgretolando sotto le ruote del veicolo o il magnete che attira oggetti e veicoli facendogli sfidare le leggi della gravità. Se da un lato ciò rende il prodotto estremamente spettacolare, dall’altro rischia però di portare lo spettatore a stizzirsi in quanto troppo eccessivo e poco realistico. Preme però fare un enorme plauso alla creazione ed alla realizzazione delle scene, che la produzione è riuscita anche i questo capitolo a realizzare, ovviamente con l’ausilio di alcuni trucchi di montaggio ma limitando l’utilizzo di computer grafica al minimo indispensabile.

CONCLUSIONI

Per i fan della saga, tornare al cinema per godersi sul grande schermo Dom e la sua famiglia sarà uno spettacolo per gli occhi, complice una buona regia con il ritorno di Justin Lin ed una sceneggiatura che, seppur con dei limiti, riesce ad approfondire personaggi già conosciuti e ad introdurre ottimamente il fratello Jacob. Diversamente invece se non si è fan, poiché la pellicola risulta tutt’altro che perfetta ed eccede in tutto, risultando estremamente pacchiana ed assurda. Se si cerca una pellicola con cui divertirsi e spegnere il cervello, questa è sicuramente una buona scelta, anche se non risulta comunque il capitolo più riuscito della saga.

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Mattia Bianconi, Redattore