Dopo tre film indipendenti ma di grande successo, la dominatrice degli ultimi premi Oscar Chloé Zhao torna al cinema dando una svolta singolare alla propria carriera con il nuovo capitolo di uno dei progetti cinematografici più incredibili -non tanto per qualità, quanto come fenomeno pop e progetto di marketing- della storia. Una pellicola, a differenza di molte altre interne al Marvel Cinematic Universe, che risulta essere assolutamente godibile nella sua completezza anche da chi non ha visto i precedenti film, inserendo però comunque diversi richiami che strizzano l’occhio anche ai fan della saga.
Il nuovo film dell’ MCU narra la storia degli Eterni, un gruppo di eroi sovrumani, creati da esseri cosmici chiamati i Celestiali. Gli Eterni, oltre ad avere una vita virtualmente infinita, hanno forza e poteri incredibili e vengono inviati sulla Terra per proteggere l’umanità dalle minacce dei Devianti, creati a loro volta dai Celestiali e divenuti loro acerrimi nemici. Sarà una battaglia che andrà avanti per migliaia di anni al fine di sancire il dominio di una delle due razze sull’altra.
Il prologo si apre con uno spiegone a scritte di starwarsiana memoria, introducendoci i nuovi eroi e mostrando immediatamente un approccio diverso rispetto agli altri film Marvel: più cupo, serio e maturo. Un approccio dove, almeno inizialmente, non c’è spazio per battutine pronte a stemperare la tensione.
Il tocco di Chloé Zhao si nota immediatamente nella realizzazione delle scene in ambienti naturali (e, finalmente oserei dire, con uno scarso utilizzo di ambienti digitali), nella delicatezza e nella liricità della messa in scena delle interazioni degli Eterni con gli uomini. La giovane regista si permette anche di autocitarsi, con alcune location che sembrano uscite dal suo film The Rider – Il sogno di un cowboy. La fotografia, di altissimo livello, a tratti ricorda quella della precedenti opere della Zhao, nonostante in questo caso sia realizzata da Ben Devis, un collaboratore storico dell’ MCU. La Zhao dimostra di essere estremamente a suo agio nelle scene d’azione, più violente e meno edulcorate del solito, che mostrano anche del sangue (caso raro nel mondo Marvel), e che vengono realizzate con ottime coreografie, estremamente chiare nelle dinamiche. Menzione speciale a un sound design sopraffino, capace di trasmettere la forza e la potenza dei poteri dei supereroi.
Essendo una buona parte del minutaggio realizzato in ambienti naturali, gli effetti visivi non si dimostrano spesso all’altezza, in primis nella realizzazione dei Devianti, che stilisticamente ricordano gli alieni di Edge of Tomorrow di Doug Liman, e anche nella costruzione di alcune ambientazioni come l’antica Babilonia. Convincono appieno invece i mastodontici Celestiali, soggetti di inquadrature di grande potenza visiva da godersi sul grande schermo.
La maturità del film viene fuori sotto diversi aspetti. Se da un lato, per la prima volta, vengono mostrate scene di sesso, dall’altro viene introdotto nell’MCU finalmente anche un personaggio centrale dichiaratamente omosessuale. Durante il lungo, forse troppo, minutaggio, c’è anche spazio per trattare indirettamente temi come la demenza senile e le sue amplificate problematicità se applicate a un supereroe.
Allo stesso tempo si parla di evoluzione dell’uomo, del male e del bene che lo contraddistinguono, di genocidi di massa sui quali vengono poste questioni etiche e non mancano riferimenti alla rovina del mondo a causa del cambiamento climatico e ad alcuni dei momenti più bui della storia della nostra razza.
La comicità tipica dell’MCU viene ampiamente ridotta, con la presenza in ogni caso di siparietti che intervengono non sempre nei momenti giusti. Durante la pellicola viene dato spazio anche al metacinema e a citazioni ai colleghi della DC, mentre il processo di creazione degli Eterni viene preso a piene mani dall’acclamata serie Westworld.
Un film denso di contenuti, ma che mostra il fianco al modo con cui vengono messi in scena, rappresentati in maniera estremamente didascalica, con una narrazione in cui tutto viene spiegato e nulla viene mostrato o fatto intuire. L’intreccio stesso risulta essere tutto sommato molto semplice e dimenticabile e lascia non poche perplessità la gestione di una determinata scelta compiuta dagli Eterni sul finale, che solleva non pochi dubbi a livello etico e che viene trattata in maniera estremamente semplicistica. Nota positiva la gestione dei flashback, con continui balzi tra presente e passato che donano dinamicità alla narrazione.
La forza principale della pellicola sono i personaggi, impersonati in maniera convincente da un cast d’eccezione costituito tra gli altri da Gemma Chan, Richard Madden, Salma Hayek, Angelina Jolie e Kit Harington. Questi nuovi eroi sono personaggi grigi, che si pongono a metà tra il bene e il male, scelta apprezzabile che si discosta dagli stereotipi dei vari Captain America e co. Nonostante l’alto numero di protagonisti, quasi tutti vengono caratterizzati in maniera adeguata e sono ben dosati durante l’intera pellicola.
A conti fatti il film risulta essere godibile e merita l’apprezzamento per lo sforzo realizzato di creare un’opera che porti una ventata d’aria fresca nel panorama stagnante dei cinecomic, risultando una delle opere migliori dell’MCU. Tuttavia, da Chloé Zhao era lecito aspettarsi di più e il senso di occasione parzialmente mancata è inevitabile alla fine dei di titoli di coda.
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