Unire la pervasiva presenza di una casa di produzione – la A24 – diventata ormai sinonimo di progetti indie un po’ stravaganti con la persona di Nicolas Cage sembrerebbe il colpo di genio definitivo. Eletto in maniera più o meno universale a meme vivente ed eterno generatore di gif e dibattiti – non per ultimo, sulle sue effettive capacità attoriali –, Cage è protagonista e co-produttore assieme ad Ari Aster e alla sua casa di produzione Square Peg della prima opera in lingua inglese di Kristoffer Borgli, già autore della satira al vetriolo di Sick of Myself. Una combinazione di follia dal potenziale esplosivo, per realizzare il cocktail di commedia, fantascienza e horror che è Dream scenario.
L’uomo dei vostri sogni
La celebrità colpisce l’anonimo e un po’ noioso professore Paul Matthews, spesso frustrato nelle sue aspirazioni e segretamente in cerca della validazione esterna che gli manca. Comincia ad apparire inspiegabilmente nei sogni delle persone, rivelandosi nelle situazioni più assurde e alle persone più disparate, in ruoli – con suo disappunto – perlopiù di osservatore passivo. Questo lo rende una star: le sue lezioni si popolano, gli vengono proposte sponsorizzazioni e diventa “la persona più interessante del momento” dandogli l’occasione di assaporare la visibilità tanto agognata ma mai raggiunta. Con i vantaggi della fama arrivano però anche i suoi rovesci e Paul Matthews imparerà quanto fragile è l’ammirazione nella società dell’apparenza.
L’average Joe un po’ imbarazzante investito dalla fama improvvisa trova la dimensione ideale in Nicolas Cage: mai così a suo agio in un ruolo, sempre credibile nel bilanciare l’assurdità delle parentesi oniriche in cui si muove con la disperazione di persona normale vittima delle circostanze. Allo stesso tempo affabile, patetico ed estremamente divertente quando gli viene lasciata la possibilità di fare ciò che sa fare meglio: abbandonare ogni ritegno dare sfogo alla sua furia recitativa berserk. Un ruolo che è tra i più sfaccettati e interessanti della sua intera carriera – assieme forse al Charlie Kaufman de Il ladro di orchidee –, che da solo riesce a portare sulle spalle il peso della surreale black comedy di Borgli.
“How’d it get burned? How’d it get burned??”
In parte Charlie Kaufman, in parte Kafka immerso fino al midollo nella grammatica furbescamente eccentrica consueta da produzione A24, Dream Scenario è un apologo sull’estrema volatilità della fama nell’epoca dei memes e dei social, che vorrebbe indagare l’inconfessabile sogno segreto di tutti noi (farci notare) per rovesciarlo in un incubo sempre più claustrofobico. Il gigantesco riflettore perennemente puntato su Matthews ne rivela i piccoli difetti e li amplifica a dimensioni esagerate, rendendolo da perfetto sconosciuto a celebrità a reietto senza che lui abbia particolari meriti o colpe.
La cringe (fantasy-) comedy di Kristoffer Borgli sopravvive alla sua sfolgorante premessa solo si è disposti ad accettare la progressiva esasperazione di caratteri e situazioni.
La deformazione caricaturale dei personaggi sarebbe anche fisiologica e naturale, specialmente in un contesto satirico; se non fosse che nel film di Borgli va sempre più a svantaggio della sospensione dell’incredulità e della capacità di riconoscere caratteristiche umane credibili in queste figure di cartone. Dream scenario vorrebbe rifiutare il luogo comune rifugiandosi in luoghi comuni altri e diversi, e si regge – a stento – su una satira profondamente vacua nella trattazione delle conseguenze della celebrità in epoca contemporanea. Specialmente quando si parla in maniera peraltro esplicita di cancel culture.
L’incursione un po’ supponente nella contemporaneità gonfia a dismisura un film che, diviso tra vetrina per il talento folle di Cage, originale dark comedy e satira floscia, lascia comunque presupporre in Kristoffer Borgli un autore dalla visione fuori dal comune; magari meglio impiegabile in altri contesti.
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