Dal 20 gennaio, fino al 3 febbraio 2023, è stata trasmessa su Sky Serie la prima stagione di Call my agent – Italia, remake di una serie francese del 2015 intitolata Dix pour cent! (Chiami il mio agente!). La serie, diretta da Luca Ribuoli (regista de La mafia uccide solo d’estate, 2016-2018 e Speravo de morì prima, 2021) racconta situazioni tipiche del caotico mondo dello spettacolo affrontate dai membri di un’importante agenzia artistica, la Claudio Maiorana Agency, la CMA. Vittorio (Michele di Mauro), Lea (Sara Drago), Elvira (Marzia Ubaldi) e Gabriele (Maurizio Lastrico), i membri principali dell’agenzia, sono affiancati dai loro giovani assistenti mentre cercano di mantenere un equilibrio all’interno della società dopo la notizia che il socio maggioritario, Claudio, non farà più ritorno.
Diversi problemi sorgono in relazione non solo agli attori e al loro lavoro, ma anche a vicende personali tra una nuova assistente, Camilla, e l’agente Vittorio, raccontati però sempre con ironia e leggerezza. Allo stesso modo si può vedere l’anziana – ma ancora intraprendente – Elvira cercare di districarsi dalle lunghe chiacchierate con Luana, un’attrice forse più logorroica che brava nel suo lavoro, interpretata da una sempre bravissima ed esilarante Emanuela Fanelli. Un personaggio il suo che risulterà tanto più fastidioso all’inizio della serie quanto sarà in grado di spiazzare con un colpo di scena in seguito, affiancata da un altro attore pilastro della comicità italiana. Tutta la stagione quindi si articola sulla base di queste vicende e al contempo ogni episodio mantiene una trama verticale costruita su circostanze che coinvolgono singoli attori o registi. Gli episodi hanno infatti i nomi dei personaggi del mondo dello spettacolo di cui, di volta in volta, l’agenzia si occupa: da Paola Cortellesi e i suoi problemi con una produzione che vorrebbe un’attrice più giovane a Pierfrancesco Favino e il trauma di essere rimasto “intrappolato” all’interno del personaggio di Che Guevara, non in grado quindi di presentare i David. Tutti gli attori sono interpretati da loro stessi, e sicuramente la sorpresa di scoprire in ogni episodio una nuova guest star desta interesse negli spettatori e diverte ad ogni episodio sempre più.
Il politically correct
Un altro aspetto particolarmente apprezzabile della serie è la considerazione delle tematiche lgbtq+, e in generale del concetto di inclusività nel mondo dello spettacolo odierno. L’omosessualità di diversi personaggi non appare forzata e inserita per soddisfare i criteri del politically correct a tutti i costi, ma viene recepita come più spontanea: non diventa un elemento totalizzante all’interno di una serie incentrata su altri temi, ma contribuisce a caratterizzate i diversi personaggi in modo più fine. Inoltre, il politically correct viene direttamente affrontato dai protagonisti quando, a fronte della necessità di trovare un’attrice di colore, l’agente Gabriele propone un ruolo alla centralinista Sofia, un’italiana di origini africane. Lei si ritiene offesa, spiegando come le persone facenti parti di diverse etnie siano appunto vere persone, e non mere rappresentanti delle loro popolazioni. Avrebbe preferito che venissero considerati i suoi interessi reali e la sua personalità piuttosto che ricevere una proposta di lavoro solo per il colore della sua pelle. Una protesta quindi contro le grandi produzioni che spesso assumono un atteggiamento che più che aperto alla diversità appare ipocrita, e di inclusivo ha in realtà ben poco.
La seconda stagione
La serie, appassionante e divertente, ha riscosso una generale impressione positiva nonostante la sua (per adesso) poca popolarità. È ancora in forse, infatti, la possibilità di una seconda stagione. Sky non ha dato l’approvazione definitiva, per cui non sono in programma le prossime riprese; si pensa che quasi sicuramente non potremo -purtroppo- avere dei nuovi episodi prima della metà del 2024.
Call My Agent è la serie perfetta per tutti coloro che hanno amato Boris e sono affascinati dalla meta-serialità, che sono curiosi di scoprire cosa accade nei retroscena dei loro film preferiti e vogliono comprendere come si gestisce un’agenzia. La serie racconta la realtà del mondo dello spettacolo disegnando dei personaggi quanto più esasperati dai problemi insorti di volta in volta tanto più appassionati ed inseriti in un mondo entusiasmante e dinamico.
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