Mentre attendiamo con ansia l’arrivo dei nuovi capitoli, sbirciando le fugaci foto di Tom Holland rubate dal set e speculando sul possibile ruolo del Dr. Strange come suo prossimo mentore e su nuove storie con supereroi inediti, si apre la fase quattro del Marvel Cinematic Universe, con un film interamente dedicato alla nostra Vedova Nera.

Era ormai giunto il momento di conoscere un po’ di più del passato della misteriosa Natasha Romanoff. Prima di essere agente dello S.H.I.E.L.D. e successivamente Avengers, era un’assassina del KGB, ma le informazioni su chi fosse erano nulle, salvo che per qualche accenno ai traumi subiti, ai trattamenti disumani e ai nostalgici ricordi su vecchie missioni a Bucarest che condivide con Clint.

Con la sua nuova famiglia a pezzi dopo gli accordi di Sokovia (Captain America: Civil War) e considerata una fuggitiva, Nat si troverà catapultata in un passato che credeva ormai superato, ritrovando vecchie conoscenze che la riporteranno alla sua infanzia, e affrontando incubi e demoni interiori da cui pensava di essere riuscita a fuggire tanti anni fa.

Il film è all’altezza del resto delle produzioni Marvel, se non uno dei punti più alti. 

Riesce ad elevarsi maggiormente dallo strato di superficialità che caratterizza solitamente i film supereroistici, anche se ciò non vuol dire che non ci sia la leggerezza tipica dei prodotti Marvel, ma che il film abbia la capacità di toccare più nel profondo le corde dell’animo umano, probabilmente grazie alla protagonista di questa pellicola. La supereroina interpretata da Scarlett Johansson è infatti diversa dai suoi colleghi: capace di azioni incredibili e con abilità fuori dal normale, resta pur sempre una persona umana dalla storia più terrena e vicina a noi, per quanto molto particolare.

Non mancano di certo super soldati o scene d’azione adrenaliniche, ma la si percepisce come meno estranea e surreale di altre pellicole passate.

Ma per quanto eccellente non è esente da qualche stortura.

Tutti i personaggi introdotti sono interessanti, per quanto restino troppo poco sviluppati, come a fare da contorno alla protagonista, e anche la stessa Nat è dipendente dal profilo che lo spettatore ha disegnato su di lei con i film precedenti. Essere a conoscenza della saga nel suo completo è quindi necessario per apprezzare a pieno ogni più piccolo dettaglio, dalla situazione in cui la Vedova Nera si trova all’inizio del film fino ai particolari sparsi nel mezzo della pellicola.

Scarlett Johansson ha nuovamente successo nell’interpretare un ruolo ormai decennale, ma dispiace non averla vista in una veste diversa: la personalità di Natahsa non si distacca troppo da come siamo stati abituati a vederla, e sarebbe stato interessante vedere un cambiamento molto più radicale nel suo modo di agire, nel momento in cui rivive la parte peggiore del suo passato, magari con qualche informazione in più della sua personale esperienza nella famosa Stanza Rossa, luogo principale per l’addestramento delle Vedove, spesso citata ma mai mostrata.

In ogni caso non è obbligatoria una cultura completa sulle trame della saga sviluppate fino ad ora per godersi la pellicola. Presa individualmente resta comunque un lavoro eccezionale, sia a livello registico che attoriale. Dimenticando per un attimo il nome della protagonista, ciò che vediamo è la storia di una giovane donna che fin dall’infanzia è stata selezionata e controllata affinché adempiesse a un destino scelto da altri, costretta a lottare fino allo stremo per autodeterminarsi e trovare un posto da chiamare casa. I temi che affronta hanno un carattere universale: le lotte contro le sue paure e i demoni che la tormentano sono un qualcosa in cui tutti si possono identificare, e Black Widow cerca di mostrare questa parte dell’animo umano.

Oltre a Scarlett anche il resto del cast è degno di nota: un’ottima prova attoriale da parte di tutti gli attori, che riescono a dare comunque una certa profondità in uno spazio che avrebbe potuto essere maggiore.

Anche la colonna sonora aiuta ad impreziosire l’opera, in particolare in alcuni momenti dove ci viene mostrata l’infanzia della protagonista, quando era ancora innocente ma già promettente agli occhi dei capi sovietici.

Del gruppo di vendicatori della vecchia guardia erano rimasti solo in due a non aver ricevuto un film a loro dedicato (Nat e Clint Burton), e non è impossibile pensare che sia in cantiere qualcosa per Occhio di Falco, dato anche il suo forte legame con la Vedova.

In definitiva Black Widow è un prodotto di qualità, un ottimo superhero movie e un meritato riconoscimento ad uno dei personaggi più iconici del MCU. Resta qualche piccolo rimpianto dato solo dall’alta aspettativa dovuta alla voglia di conoscere qualcosa di più del retroscena della vita di un personaggio così amato e dall’apertura della nuova fase dell’universo cinematografico dei supereroi figli di Stan Lee, soprattutto dopo l’epico epilogo dello scontro col pazzo Titano.

Come per ogni altro film della saga se ne consiglia la visione solo avendo alle spalle qualche informazione pregressa dei film precedenti (in particolare il già nominato Captain America: Civil War e il filone degli Avengers), e come sempre, ricordatevi di restare seduti anche dopo i titoli di coda.

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Alessandro Deppieri, Redattore