Nel mese di Ottobre 2020 Amazon Prime, in collaborazione con la casa di produzione Blumhouse, ha distribuito direttamente in streaming sulla propria piattaforma quattro film, tutti appartenenti a vari sottogeneri dell’horror e parecchio diversi l’uno dall’altro, con lo scopo di presentare il lavoro di Blumhouse a una vasta platea di spettatori. Nasceva così Welcome to the Blumhouse. Visto il successo ottenuto dalle quattro pellicole (Black Box, Emmanuel Osei-Kuffour; The Lie, Veena Sud; Evil Eye, Elan Dassani; Nocturne, Zu Quirke) e nonostante la qualità altalenante delle quattro produzioni, nel mese di Halloween del 2021 gli Amazon Studios sono tornati con altri quattro film, quattro nuove storie dirette da quattro registi diversi, di cui due già presenti sulla piattaforma e due in uscita l’8 Ottobre.
L’articolo di oggi si sofferma su Black As Night, diretto da Maritte Lee Go ed approdato su Amazon Prime Video l’1 Ottobre.
CACCIA GROSSA A NEW ORLEANS
Il film si apre con una ripresa notturna della periferia di New Orleans, mostrandoci un senzatetto venire raggiunto da un gruppo di uomini che, scagliandosi violentemente su di lui, lo fanno a pezzi. Si passa poi ad un racconto diretto di Shawna (Asjha Cooper), la protagonista del film che, dopo la perdita di una persona a lei cara e l’incontro con il branco di vampiri, decide di porre fine alla minaccia dei succhiasangue creando una squadra composta dal suo migliore amico Pedro, dall’interesse amoroso Chris e dalla fan di narrativa gotica Anne Rice Granya.
Sicuramente non si è di fronte ad un’opera che brilla di originalità in quanto a soggetto (tra tutti balza subito in mente la famosa serie anni ’90 Buffy l’ammazzavampiri con Sarah Michelle Gellar), ma la base di partenza risulta abbastanza solida e interessante per poterci costruire sopra una storia il cui vero scopo è quello di raccontare una lotta di classe (andando a richiamare un classico dell’horror come il Candyman di Rose datato 1992), inserendo anche richiami al Black Lives Matter ed addirittura scavando indietro fino allo schiavismo. Il tutto viene proposto in maniera seriosa ma senza risultare troppo pesante, permettendo alla pellicola di mantenere uno stile adatto soprattutto ad un pubblico giovane, verso il quale si rivolge tramite i combattimenti e le numerose battute che i personaggi si scambiano.
I personaggi risultano abbastanza fumettistici e stereotipati (il belloccio, la tipa tosta, quella che conosce tutte le regole dei mostri…), ma funzionano nell’atmosfera che il film vuole creare e presentano inoltre alcuni spunti interessanti sul passaggio dall’adolescenza alla vita adulta. In particolare, attraverso il personaggio di Pedro (interpretato da Fabrizio Guido), la pellicola parla allo spettatore di tematiche legate alla comunità lgbt in maniera semplice e senza risvolti caricaturali.
I vampiri che i ragazzi si ritrovano ad affrontare condividono tutte le caratteristiche di base dei racconti classici, inserendo però alcune differenze come l’origine della “malattia” e la divisione dei succhiasangue in diverse casate con un’idea di vita decisamente diversa, creando quindi anche una divisione tra vampiri cattivi e meno cattivi. Gli effetti visivi che li caratterizzano sono abbastanza buoni, soprattutto per il trucco facciale e le mani, leggermente sotto tono risulta invece l’effetto “di morte” che si dimostra abbastanza posticcio e distrugge completamente il pathos in alcune scene. Piccola nota di merito per il villain della storia, che il film riesce a tenere nascosto per buona parte della pellicola ma riuscendo comunque a risultare iconico in ogni sequenza a lui dedicata, grazie anche ad una buona prova attoriale e ad un costume estremamente “calzante” al suo ruolo.
Dal punto di vista tecnico, la pellicola si attesta su un buon livello sia in ambito di regia che di fotografia, senza però eccellere mai. New Orleans viene infatti messa in scena come una città qualsiasi della costa est, risultando esteticamente anonima. Riuscita risulta la colonna sonora, così come anche i costumi, soprattutto nel caso della distinzione dei vampiri con i gradi e le casate.
CONCLUSIONE
Con Black as night Blumhouse e Amazon presentano una storia di caccia ai vampiri che mescola i toni dark dell’horror a quelli più umoristici della commedia. Nonostante a primo impatto possa apparire poco serio ed improntato esclusivamente all’azione, questo film ci parla anche di tematiche importanti come la lotta di classe in America e il razzismo. Se regia e fotografia fanno il loro lavoro, è nella presentazione dei villain della storia che la pellicola da il suo massimo, con costumi creati appositamente per i vari vampiri e con effetti prostetici e trucco più che azzeccati. Una buona commedia horror, dunque, da guardare magari con amici in una visione non troppo impegnata, che riesce comunque ad intrattenere lo spettatore e a trasmettere qualcosa.
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