Come ogni anno gli Oscar rappresentano il culmine della cosiddetta Awards Season, quel periodo dell’anno in cui l’industria cinematografica hollywoodiana (e non solo) assegna i principali riconoscimenti ai film più importanti della passata stagione. Quest’anno a causa della pandemia tutto è stato posticipato: i Golden Globe, ossia i premi che tradizionalmente aprono la Awards Season, sono stati assegnati il 28 febbraio (di norma, invece, la cerimonia si tiene nei primi giorni di gennaio) e gli Oscar, che la chiudono, sono stati rimandati a domenica 25 aprile. Anche dall’Italia, come ogni anno, sarà possibile seguire la cerimonia in diretta nella notte tra il 25 e il 26 aprile, in chiaro su TV8 oppure su Sky Cinema Oscar e Now.

Ma dunque chi vincerà la 93^ edizione degli Academy Awards? I pronostici per gli Oscar sono un autentico business e riviste come la statunitense Variety fondano buona parte del proprio prestigio sull’attendibilità delle proprie previsioni. Anche su Frames Cinema intendiamo proporre i nostri pronostici, per cercare di capire chi, con ogni probabilità, si porterà a casa la statuetta dorata nella notte delle stelle e soprattutto perché. Ma andiamo con ordine, categoria per categoria.

Miglior film

Nominati:
Una donna promettente di Emerald Fennell
The Father – Nulla è come sembra di Florian Zeller
Judas and the Black Messiah di Shaka King
Mank di David Fincher
Minari di Lee Isaac Chung
Nomadland di Chloé Zhao
Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin
Sound of Metal di Darius Marder

Chi vincerà (pronostico): Nomadland di Chloé Zhao.

La categoria più ambita quest’anno è anche la più facile da prevedere. A meno di grosse sorprese (e c’è da dire che gli Oscar negli ultimi anni in questo senso hanno dato il meglio di sé, con ribaltoni come quello di Moonlight, riuscito a prevalere sul favoritissimo La La Land) Nomadland di Chloé Zhao dovrebbe ottenere il premio. Come è possibile affermarlo con tanta sicurezza? L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’istituzione che consegna i premi Oscar, è costituita da oltre 9000 professionisti del cinema che votano per tutte le categorie premiate. Tutte queste persone, però, non votano solo agli Oscar, ma molte di loro appartengono anche a giurie di diversi altri riconoscimenti assegnati nel corso della Awards Season. Dunque, studiando con attenzione i risultati delle altre premiazioni, è possibile fare ipotesi piuttosto circostanziate su come potrebbero essere distribuiti gli Oscar. Nel caso della categoria miglior film in realtà quest’anno è piuttosto semplice: Nomadland ha trionfato in tutte le principali premiazioni della stagione, dai Golden Globe (che in realtà non costituiscono un vero indicatore per gli Oscar, dal momento che sono assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, che con l’Academy non ha alcun rapporto) ai BAFTA, dai Critics’ Choice Awards ai prestigiosissimi PGA (i riconoscimenti del sindacato dei produttori cinematografici statunitensi, che negli ultimi 31 anni ha premiato 21 volte pellicole poi risultate vincitrici agli Oscar). L’unico indicatore che non è dalla parte di Nomadland è la mancata nomination ai SAG Awards (i  premi del sindacato degli attori, la categoria più influente e numerosa all’interno della giuria dell’Academy) nella categoria miglior cast (che l’anno scorso venne vinta proprio dal successivamente “oscarizzato” Parasite). Il premio quest’anno è andato a Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin, che però non dovrebbe avere troppe chance agli Oscar, visto che non ha nemmeno ricevuto la nomination per la regia (normalmente un importante indicatore). Il film della Zhao, inoltre, potrebbe non aver fatto colpo sulla giuria dei SAG solo perché recitato in gran parte da attori non professionisti, mentre il film di Sorkin vanta un cast stellare. In ogni caso, gli indicatori sono chiari e, a meno di sorprese, Chloé Zhao e gli altri produttori di Nomadland dovrebbero portarsi a casa la statuetta senza troppe difficoltà.

Miglior Regia

Nominati:
– Lee Isaac Chung (Minari)
– Emerald Fennell (Una donna promettente)
– David Fincher (Mank)
– Thomas Vinterberg (Un altro giro)
– Chloé Zhao (Nomadland)

Chi vincerà (pronostico): Chloé Zhao (Nomadland)

Se per il premio al miglior film abbiamo un vincitore probabile, nella categoria miglior regia la questione pare ancora più definita: Chloé Zhao ha vinto tutto in questa Awards Season. Nessun premio significativo per la regia è andato agli altri registi candidati all’Oscar. La regista cinese ha vinto il Golden Globe, il BAFTA, il Critics’ Choice e sopratutto il DGA (il premio del sindacato dei registi) e nessun ostacolo concreto pare più separarla dall’Oscar. In caso di vittoria, la Zhao diverrebbe la seconda donna nella storia (dopo Kathryn Bigelow) a ottenere questo premio.

Miglior attore protagonista

Nominati:
– Riz Ahmed (Sound of Metal)
– Chadwick Boseman (Ma Rainey’s Black Bottom)
– Anthony Hopkins (The Father – Nulla è come sembra)
– Gary Oldman (Mank)
– Steven Yeun (Minari)

Chi vincerà (pronostico): Chadwick Boseman (Ma Rainey’s Black Bottom)

La categoria miglior attore quest’anno vanta delle interpretazioni davvero notevoli. Anthony Hopkins, straordinario protagonista di The Father, ha recentemente vinto il BAFTA, che lo rende un serio contendente per l’Oscar. Le altre premiazioni della Awards Season, però, hanno tutte riconosciuto Chadwick Boseman, compianto protagonista di Ma Rainey’s Black Bottom. È quindi senz’altro lui il favorito, avendo anche ottenuto il SAG Award come miglior attore, normalmente il vero grande indicatore in vista degli Oscar. Dispiace per l’eccellente Riz Ahmed di Sound of Metal, sensibile interprete di uno dei film più belli dell’edizione 2021.

Miglior attrice protagonista

Nominate:
– Viola Davis (Ma Rainey’s Black Bottom)
– Andra Day (The United States vs. Billie Holiday)
– Vanessa Kirby (Pieces of a Woman)
– Frances McDormand (Nomadland)
– Carey Mulligan (Una donna promettente)

Chi vincerà (pronostico): Carey Mulligan (Una donna promettente)

Eccoci qua. La categoria miglior attrice protagonista rappresenta davvero il cuore di questi Oscar 2021. Perché? Perché non si sa chi vincerà. Ma ci sarà una favorita, direte voi. No. E non è mai successo negli ultimi anni che una categoria fosse tanto incerta. Ci sono stati colpi di scena (la mancata vittoria di Glenn Close per The Wife nel 2019) e grandi “duelli” (quello tra Jennifer Lawrence e Jessica Chastain nel 2013, ad esempio: la spuntò la prima), ma mai una tale incertezza. Persino gli espertissimi bookmakers di Variety ammettono, imbarazzati, di non sapere chi potrebbe vincere dal momento che la categoria non ha una vera e propria frontrunner. Ma andiamo con ordine ed esaminiamo tutte le candidate.

Senz’altro le sfavorite sono due: Andra Day – vincitrice a sorpresa del Golden Globe, ma nemmeno candidata ai SAG Awards e protagonista di un film generalmente poco apprezzato – e, ahinoi, l’eccezionale Vanessa Kirby di Pieces of a Woman, per la quale le chance sono andate sciamando nel corso della Awards Season. È stata infatti candidata a qualsiasi premiazione ma non ha vinto sostanzialmente nulla. L’unico premio rilevante ottenuto dall’attrice resta la Coppa Volpi a Venezia 2020, prestigiosa ma certamente ininfluente per quanto riguarda la corsa all’Oscar.

Ora invece concentriamoci sulle altre tre, che hanno tutte concrete possibilità di vittoria. Il problema nel prevedere l’esito della categoria miglior attrice sta nel fatto che nel corso della stagione dei premi si è assistito a una curiosa dispersione del consenso (mentre qualsiasi pronostico degli Oscar che si rispetti si fonda proprio sull’individuazione di un’unanimità di giudizio all’interno della Awards Season), suddiviso abbastanza equamente tra Viola Davis, Carey Mulligan e Frances McDormand.

Quest’ultima ha dalla sua il fatto di aver vinto il BAFTA (dove, incredibilmente, né la Davis né la Mulligan né Andra Day erano nemmeno nominate!). A suo sfavore, se così si può dire, c’è il fatto di aver già ottenuto due Oscar come protagonista in carriera (Fargo e Tre manifesti a Ebbing, Missouri), uno dei quali molto recentemente (2018). L’Academy potrebbe pensare di aver già riconosciuto a sufficienza il talento di questa attrice, anche considerando che in caso di vittoria la McDormand arriverebbe a pareggiare le tre statuette vinte in carriera da nientepopodimeno che Ingrid Bergman e Meryl Streep, due dive hollywoodiane di calibro superiore rispetto alla pur eccezionale protagonista di Nomadland (in caso di sconfitta, peraltro, la McDormand potrebbe comunque consolarsi con il probabile premio al miglior film, dato che è tra i produttori della pellicola di Chloé Zhao).

Viola Davis invece può contare sulla vittoria ai SAG Awards, normalmente considerati il vero e proprio indicatore per l’Oscar. Anche lei ha già ottenuto una statuetta abbastanza di recente (2016), ma da non protagonista e comunque la Davis può certamente aspirare a un doppio Oscar.

Infine eccoci alla Mulligan. Già candidata nel 2010 per An Education, la bionda protagonista di Una donna promettente ha vinto il Critics’ Choice Award, un premio importante ma in fondo inferiore al SAG. Dalla sua ha però il fatto di essere giovane: l’Academy potrebbe voler rilanciare la carriera di questa brava attrice proprio con l’Oscar (la Mulligan è reduce da un decennio non particolarmente brillante).

E quindi? Chi vince? C’è ancora un fatto che non abbiamo considerato. In una competizione con tre nomi molto forti è sicuro che i voti si dividano (di nuovo: manca un consenso univoco). Questo, a ben vedere, potrebbe svantaggiare la Davis e la McDormand, due attrici “mature” che potrebbero spartirsi i voti di coloro che desiderano premiare una grande interprete affermata, mentre i giurati che volessero riconoscere un talento più fresco dovrebbero votare compatti per la Mulligan.

Insomma, ce la giochiamo: per noi sarà Carey Mulligan a uscire vincitrice da questa agguerritissima competizione. Ma questa categoria è davvero un terno al lotto.

Miglior attore non protagonista

Nominati:
– Sasha Baron Cohen (Il processo ai Chicago 7)
– Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah)
– Leslie Odom Jr. (Quella notte a Miami…)
– Paul Raci (Sound of Metal)
– Lakeith Stanfield (Judas and the Black Messiah)

Chi vincerà (pronostico): Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah)

Se c’è una categoria in cui il vincitore è già scritto è questa. Daniel Kaluuya ha veramente vinto qualsiasi premio possibile e davvero nulla può impedirgli di ottenere anche l’Oscar: un premio meritato a un giovane attore fattosi molto notare negli ultimi anni, sin da Scappa – Get Out. Anche qui, però, spiace per il Paul Raci di Sound of Metal, meraviglioso interprete di alcune tra le scene più belle del film di Darius Marder.

Miglior attrice non protagonista

Nominate:
– Maria Bakalova (Borat – Seguito di film cinema)
– Glenn Close (Elegia americana)
– Olivia Colman (The Father – Nulla è come sembra)
– Amanda Seyfried (Mank)
– Yoon Yeo-jeong (Minari)

Chi vincerà (pronostico): Yoon Yeo-jeong (Minari)

Più combattuta rispetto alla sua controparte maschile è la categoria miglior attrice non protagonista, in cui solo recentemente si è affermata una favorita: la coreana Yoon Yeo-jeong di Minari. Fino a qualche tempo fa, infatti, pareva che la giovane attrice bulgara Maria Bakalova dovesse conquistare la statuetta per la sua irriverente performance nello splendido Borat – Seguito di film cinema, in cui l’interprete si è prestata, tra le altre cose, alla ormai celebre scena “incriminata” con protagonista Rudy Giuliani, avvocato di Donald Trump. In realtà la Bakalova è stata candidata in tutte le principali competizioni della Awards Season ma, a conti fatti, ha dalla sua solo la vittoria ai Critics’ Choice Awards. Significativa, certo, ma nulla se paragonata ai trionfi della Yoon che ha recentemente ottenuto il SAG e il BAFTA. Minari, per di più, è uno dei film più apprezzati della stagione, come testimoniato dalle 6 pesanti nomination ricevute agli Oscar, incluse quelle per miglior film e regia: siccome è improbabile che il film riesca a conquistare altre statuette, premiare la Yoon sarebbe anche un modo per riconoscere il forte gradimento della pellicola. Insomma: anche qui, a meno di sorprese da parte della Bakalova, i giochi dovrebbero essere fatti e la Corea del Sud, per il secondo anno consecutivo dopo la storica vittoria di Parasite, si confermerebbe una temibile fucina di talenti da Oscar.

Miglior sceneggiatura originale

Nominati:
Judas and the Black Messiah (Shaka King e Will Berson)
Minari (Lee Isaac Chung)
Una donna promettente (Emerald Fennell)
Sound of Metal (Darius Marder e Abraham Marder)
Il processo ai Chicago 7 (Aaron Sorkin)

Chi vincerà (pronostico): Una donna promettente (Emerald Fennell)

Il premio alla miglior sceneggiatura originale è uno tra i più importanti tra quelli attribuiti agli Oscar e spesso viene assegnato come “contentino” a un film che è stato estremamente gradito dall’Academy e che però non è stato riconosciuto nelle categorie principali di miglior film e miglior regia. È accaduto di recente con titoli di peso come Scappa – Get Out di Jordan Peele, Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, Lei di Spike Jonze e Midnight in Paris di Woody Allen. La cosa dovrebbe ripetersi quest’anno, in cui la favorita per il premio è Emerald Fennell, sceneggiatrice e regista dell’acclamato Una donna promettente (nonché interprete di Camilla Parker Bowles in The Crown): il film ha ricevuto recensioni entusiastiche e rischierebbe di tornare a casa a mani vuote qualora Carey Mulligan non dovesse riuscire a vincere come miglior attrice (e dell’incertezza di quella categoria si è già ampiamente parlato). Per questo motivo è assai probabile che l’Academy decida di blindare il film attribuendogli almeno il riconoscimento alla miglior sceneggiatura originale. Peraltro la pellicola ha già vinto il premio del sindacato degli sceneggiatori (il WGA Award). Il possibile secondo contendente dovrebbe essere Aaron Sorkin per Il processo ai Chicago 7, già vincitore ai Golden Globe (che però, l’abbiamo detto, non sono un indicare per gli Oscar, dal momento che i giurati di quel premio non fanno parte dell’Academy), ma appare sfavorito da una scrittura troppo convenzionale e dalla mancata nomination nella categoria miglior regia. La Fennell, dunque, ha davvero il premio in pugno.

Miglior sceneggiatura non originale

Nominati:
La tigre bianca (Ramin Bahrani)
Borat – Seguito di film cinema (Sasha Baron Cohen, Anthony Hines, Dan Swimer, Peter Baynham, Erica Rivinoja, Dan Mazer, Jena Friedman, Lee Kern)
The Father – Nulla è come sembra (Christopher Hampton e Florian Zeller)
Quella notte a Miami… (Kemp Powers)
Nomadland (Chloé Zhao)

Chi vincerà (pronostico): Nomadland (Chloé Zhao)

Ben più complessa rispetto alla sceneggiatura originale è la situazione in questa categoria, in cui i contendenti forti sono ben tre. Borat – Seguito di film cinema ha vinto il WGA (premio del sindacato degli sceneggiatori): si tratta di un possibile indicatore, naturalmente, ma è anche vero quel premio ha un regolamento particolare e che spesso fa scelte che in definitiva non vengono confermate dall’Academy. Basti pensare, infatti, che ai WGA The Father e Nomadland nemmeno erano candidati! Agli Oscar, paradossalmente, proprio questi ultimi due titoli paiono i più forti. The Father ha dalla sua il fatto aver vinto il BAFTA, di essere l’adattamento di un’opera teatrale acclamata e che il film di Florian Zeller abbia ricevuto il plauso davvero universale della critica. Siccome è improbabile che Anthony Hopkins vinca come miglior attore o che il film ottenga altri Oscar, questa categoria potrebbe essere quella giusta per premiare una pellicola comunque molto gradita dall’Academy. Arriviamo infine a Nomadland: al di là del fatto che la sceneggiatura del film ha già vinto il Critics’ Choice Award, qui la questione si fa più tecnica. Non succede mai (è capitato solo una volta nel 1938 con L’eterna illusione di Frank Capra) che un film vinca miglior film e regia e non ottenga alcun altro premio. Non è una regola scritta, è vero, ma chi s’intende di Oscar sa che i due premi principali tendono a essere supportati almeno da una vittoria in un’altra categoria importante (spesso la sceneggiatura). Siccome abbiamo detto che Nomadland è assolutamente favorito nelle due categorie principali e siccome è tutto sommato improbabile che Frances McDormand venga eletta miglior attrice (anche se, come abbiamo detto, quest’anno lì davvero tutto è possibile!), è assai probabile che nella categoria miglior sceneggiatura non originale la spunti proprio Chloé Zhao, che andrebbe così a rafforzare la sua corsa nelle categorie principali con questo premio. In definitiva, questo è il nostro pronostico. In ogni caso il premio alla miglior sceneggiatura non originale resta uno dei più incerti della serata.

Miglior film internazionale

Nominati:
Un altro giro di Thomas Vinterberg (Danimarca)
Collective di Alexander Nanau (Romania)
The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania (Tunisia)
Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina)
Shàonián de nĭ di Derek Tsang (Hong Kong)

Chi vincerà (pronostico): Un altro giro di Thomas Vinterberg

Qui, come si suol dire, les jeux sont faits. Un altro giro di Thomas Vinterberg non ha rivali. Acclamato fin dalla sua presentazione a Cannes 2020 (festival mai svoltosi in presenza), si era a lungo parlato persino di una candidatura a Mads Mikkelsen come miglior attore. Il film, peraltro, vanta una pesantissima nomination come miglior regia, che segnala un evidente apprezzamento per la pellicola da parte dell’Academy. L’unico altro contendente forte avrebbe potuto essere l’applauditissimo Collective di Alexander Nanau ma, trattandosi di un documentario, è più probabile che il film venga riconosciuto nell’apposita categoria, così da distribuire meglio i premi. Sarà una gioia vedere Vinterberg, fondatore con Lars von Trier del celebre Dogma 95, salire sul palco e ottenere finalmente un Oscar.

Miglior film d’animazione

Nominati:
Onward – Oltre la magia di Dan Scanlon
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria di Glen Keane
Shaun, vita da pecora: Farmageddon – Il film di Will Becher e Richard Phelan
Soul di Pete Docter e Kemp Powers
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi di Tomm Moore e Ross Stewart

Chi vincerà (pronostico): Soul di Pete Docter

Eccoci a un’altra categoria su cui non val la pena spendere troppe parole: Soul, ennesima meraviglia PIXAR diretta da Pete Docter e Kemp Powers, vincerà. Non c’è alcun dubbio (ha ottenuto qualsiasi premio possibile e immaginabile).

Miglior fotografia

Nominati:
Judas and the Black Messiah (Sean Bobbitt)
Mank (Erik Messerschmidt)
Il processo ai Chicago 7 (Phedon Papamichael)
Nomadland (Joshua James Richards)
Notizie dal mondo (Dariusz Wolski)

Chi vincerà (pronostico): Nomadland (Joshua James Richards)

Una categoria nuovamente incerta è invece quella della miglior fotografia. Quel che è certo è che a giocarsi il premio sono Nomadland e Mank. Il primo, oltre ad aver già vinto il BAFTA e il Critics’ Choice, potrebbe trarre vantaggio dal discorso fatto prima per la categoria miglior sceneggiatura non originale: siccome la pellicola probabilmente vincerà miglior film e regia, è assai probabile che riceva almeno un altro premio. Potrebbe essere quello alla sceneggiatura, come già ipotizzato, oppure quello alla fotografia di Joshua James Richards. Oppure, perché no, entrambi. Mank ha invece dalla sua anzitutto lo splendido bianco e nero di Erik Messerschmidt, che è stato premiato proprio dal sindacato dei direttori della fotografia (l’ASC), e il fatto che a differenza del film di Chloé Zhao la pellicola di David Fincher dedicata allo sceneggiatore di Quarto potere con ogni probabilità uscirà dalla cerimonia a mani vuote o quasi. Il premio alla miglior fotografia potrebbe essere un “contentino” al film più candidato dell’anno. Ad ogni modo, secondo noi, alla fine la spunterà Nomadland.

Miglior montaggio

Nominati:
Il processo ai Chicago 7 (Alan Baumgarten)
The Father – Nulla è come sembra (Giōrgos Lamprinos)
Sound of Metal (Mikkel E.G. Nielsen)
Una donna promettente (Frédéric Thoraval)
Nomadland (Chloé Zhao)

Chi vincerà (pronostico): Sound of Metal (Mikkel E.G. Nielsen)

Questa categoria era data per certa fino a pochi giorni fa. Sound of Metal era e tutto sommato rimane il contendente principale (ha ottenuto il BAFTA). Va tuttavia segnalato che ai premi Eddie (assegnati dal sindacato dei montatori e considerati un indicatore importante) ha vinto a sorpresa Il processo ai Chicago 7, che dunque insedia non poco la posizione favorita del film di Darius Marder. Difficile dire chi prevarrà in definitiva, anche se ci esprimiamo per Sound of Metal.

Miglior scenografia

Nominati:
Mank (Donal Graham Burt e Jan Pascale)
Notizie dal mondo (David Crank e Elisabeth Keenan)
Tenet (Nathan Crowley e Kathy Lucas)
The Father – Nulla è come sembra (Peter Francis e Cathy Featherstone)
Ma Rainey’s Black Bottom (Mark Ricker, Karen O’Hara e Diana Stoughton)

Chi vincerà (pronostico): Mank (Donal Graham Burt e Jan Pascale)

In questa categoria Mank dovrebbe avere vittoria facile (ha già vinto il BAFTA). Si tratterebbe di un piccolo “contentino” per la probabile débâcle del film nelle categorie principali.

Migliori costumi

Nominati:
Emma. (Alexandra Byrne)
Pinocchio (Massimo Cantini Parrini)
Mulan (Bina Daigeler)
Ma Rainey’s Black Bottom (Ann Roth)
Mank (Trish Summerville)

Chi vincerà (pronostico): Ma Rainey’s Black Bottom (Ann Roth)

In questa categoria è probabile la vittoria di Ma Rainey’s Black Bottom, già trionfatore ai BAFTA. Peccato per il nostro Massimo Cantini Parrini, responsabile dei bellissimi costumi di Pinocchio di Matteo Garrone (che, va segnalato, sta raccogliendo ottimi incassi e critiche negli USA).

Miglior trucco e acconciatura

Nominati:
Pinocchio (Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti)
Elegia americana (Eryn Krueger Mekash, Matthew Mungle, Patricia Dehaney)
Emma. (Marese Langan, Laura Allen, Claudia Stolze)
Ma Rainey’s Black Bottom (Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal, Jamika Wilson)
Mank (Gigi Williams, Kimberley Spiteri, Colleen LaBaff)

Chi vincerà (pronostico): Ma Rainey’s Black Bottom (Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal, Jamika Wilson)

Anche qui Ma Rainey’s Black Bottom dovrebbe riuscire a vincere, merito del grande lavoro su Viola Davis, trasformata per l’occasione nella leggendaria cantante blues Ma Rainey. Peccato anche qui per Pinocchio, che sarebbe ben più meritevole. Chissà che l’Academy non decida di riconoscere il lavoro straordinario di Mark Coulier (già “oscarizzato” due volte), Dalia Colli e Francesco Pegoretti…

Migliori effetti speciali

Nominati:
L’unico e insuperabile Ivan (Nick Davis, Greg Fisher, Ben Jones e Santiago Colomo Martinez)
Mulan (Sean Faden, Anders Langlands, Seth Maury e Steve Ingram)
Tenet (Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher)
The Midnight Sky (Matthew Kasmir, Christopher Lawrence, Max Solomon e David Watkins)
Love and Monsters (Matt Sloan, Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox)

Chi vincerà (pronostico): Tenet (Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher)

Anche qui non paiono esserci dubbi: Tenet di Christopher Nolan è chiaramente il principale contendente al premio in un’annata povera di grandi blockbuster ricchi di effetti speciali. Il film del regista inglese, peraltro, è oggettivamente spettacolare e l’Academy ha già più volte dimostrato di apprezzare i trucchi vecchio stile dei film di Nolan, che di rado ricorre alla CGI.

Miglior colonna sonora

Nominati:
Da 5 Bloods – Come fratelli (Terence Blanchard)
Minari (Emile Mosseri)
Notizie dal mondo (James Newton Howard)
Mank (Trent Reznor e Atticus Ross)
Soul (Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste)

Chi vincerà (pronostico): Soul (Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste)

Un’altra categoria abbastanza sicura è quella della miglior colonna sonora, in cui dovrebbe essere premiato il gran lavoro svolto da Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste su Soul (il film ha vinto praticamente tutti i premi principali in tal senso: Golden Globe, BAFTA, Critics’ Choice…).

Miglior canzone originale

Nominati:
Fight For You (musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas) – Judas and the Black Messiah
Hear My Voice (musiche di Daniel Pemberton, testo di Daniel Pemberton e Celeste Waite) – Il processo ai Chicago 7
Husavik (musiche e testo di Savan Kotecha, Fat Max Gsus e Rickard Göransson) – Eurovision Song Contest: The Story of Fire Saga
Io sì (Seen) (musiche di Diane Warren, testo di Diane Warren e Laura Pausini) – La vita davanti a sé
Speak Now (musiche e testo di Leslie Odom Jr. e Sam Ashworth) – Quella notte a Miami…

Chi vincerà (pronostico): Io sì (Seen) (musiche di Diane Warren, testo di Diane Warren e Laura Pausini) – La vita davanti a sé

Eccoci giunti a una categoria che ci riguarda da vicino. Sì, perché non solo è ormai sicuro che Laura Pausini si esibirà live agli Oscar domenica 25 aprile, ma la cantante romagnola e Diane Warren (già candidata 11 volte in carriera, senza mai vincere) paiono essere le super favorite per la vittoria. Non ci resta che incrociare le dita e sperare che Speak Now, canzone di Quella notte a Miami…, non riservi brutte sorprese.

Miglior sonoro

Nominati:
Sound of Metal (Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh)
Soul (Ren Klyce, Coya Elliott e David Parker)
Mank (Ren Klyce, Jeremy Molod, David parker, Nathan Nance, Drew Kunin)
Greyhound – Il nemico invisibile (Warren Shaw, Michael Minkler, Beau Borders e David Wyman)
Notizie dal mondo (Oliver Tarney, Mike Prestwood Smith, William Miller, John Pritchett)

Chi vincerà (pronostico): Sound of Metal (Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh)

Qui non c’è nemmeno da discutere: Sound of Metal non solo quasi sicuramente vincerà, ma merita alla grande la statuetta. Il lavoro sul sonoro del film di Darius Marder non è solo tecnicamente straordinario, ma svolge una fondamentale funzione narrativa nel film, alternando continuamente suoni soggettivi e oggettivi per meglio comunicare l’isolamento del protagonista Ruben.

Miglior documentario

Nominati:
El agente topo di Maite Alberdi
Collective di Alexander Nanau
Crip Camp: disabilità rivoluzionarie di Nicole Newnham e Jim LeBrecht
Il mio amico in fondo al mare di Pippa Ehrlich e James Reed
Time di Garrett Bradley

Chi vincerà (pronostico): Collective di Alexander Nanau

Infine eccoci giunti alla categoria miglior documentario, dove ritroviamo Collective di Alexander Nanau, acclamatissima pellicola romena candidata anche come miglior film internazionale. L’acclamazione critica universale e la doppia nomination dovrebbero garantire a questo splendido film la vittoria.

Eccoci giunti al termine di questo lungo viaggio negli Oscar 2021. Siete d’accordo con i nostri pronostici? Scriveteci un commento per farci sapere la nostra opinione!

Questo articolo è stato scritto da:

Jacopo Barbero, Caporedattore