Quella che leggerete non è una vera e propria recensione, quanto piuttosto un commento a caldo sul film visto al Lido dal nostro vicedirettore Jacopo Barbero.

Clicca qui per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla Mostra di Venezia.

The Power of The Dog, nuovo film della veterana neozelandese Jane Campion a dodici anni da “Bright star”, è un inquietante western tratto dal romanzo di Thomas Savage e ambientato nel Montana del 1925. Il film analizza il rapporto tra i due fratelli mandriani Phil e George Burbank (Benedict Cumberbatch e Jesse Plemons), turbato dal matrimonio del secondo con la vedova Rose (Kirsten Dunst). La Campion assume dunque, forse per la prima volta nella sua carriera, una prospettiva prettamente maschile. Purtroppo, mettendo in scena un dramma dall’incedere lento e disturbante (cui molto giovano le musiche dissonanti di Jonny Greenwood), la regista fatica a dare reale spessore ai personaggi e questo rende particolarmente difficile l’immedesimazione dello spettatore con i caratteri e le loro complessità. Certo, la Campion – da grande regista qual è – azzecca l’atmosfera e almeno un paio di grandi scene, ma l’analisi dei rapporti virili e la rappresentazione tossica del maschilismo restano in superficie ed è impossibile non constatare la freddezza generale di un prodotto che, alla lunga e nonostante le sue raffinatezze, finisce per annoiare e non trova paragoni con le travolgenti passioni e contrasti al centro dei capolavori della cineasta di Wellington.

Continuate a seguirci sul sito e su Instagram per altri contenuti dalla 78esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia!

Questo articolo è stato scritto da:

Jacopo Barbero, Vicedirettore