Quella che leggerete non è una vera e propria recensione, quanto piuttosto un commento a caldo sul film visto al Lido dal nostro vicedirettore Jacopo Barbero.

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In “Madres Paralelas”, ventitreesimo film di Pedro Almodóvar, si intrecciano due linee narrative parallele: da un lato il rapporto tra le due madri del titolo, Janis (Penélope Cruz) e Ana (Milena Smit), i cui destini si incrociano nelle corsie dell’ospedale prima di dare alla luce le proprie bambine; dall’altro il desiderio di Janis di far riesumare il corpo del proprio bisnonno, morto durante la guerra civile spagnola e sepolto in una fossa comune. Almodóvar, con un film che pare la perfetta continuazione del percorso intrapreso negli ultimi anni, racconta le famiglie spezzate dal caso, dalla morte e dalla Storia e a un dramma umanissimo affianca una riflessione stratificata sul passato del proprio paese, con cui ciascuno deve fare i conti e rispetto al quale, come ricorda Janis in una scena del film, è fondamentale prendere posizione. Per Janis è tanto importante prendersi cura della propria figlia quanto del proprio avo, come se alla parentela biologica venissero affiancate una parentela storica e il desiderio di stare dalla parte giusta in un paese che troppo spesso dimentica e trascura i propri eroi. “Madres Paralelas” è un film sull’importanza della famiglia e sulla necessità di stare insieme, nella vita e nella morte. E se alcune svolte narrative possono apparire prevedibili o banali a un primo sguardo, la bravura e la naturalezza di Penélope Cruz e Milena Smit sanno sanare anche le mancanze della sceneggiatura e elevano il film a grande esperienza emozionale.

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Questo articolo è stato scritto da:

Jacopo Barbero, Vicedirettore