Quella che leggerete non è una vera e propria recensione, quanto piuttosto un commento a caldo sul film visto al Lido dal nostro vicedirettore Jacopo Barbero.

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“Freaks Out” era forse il film più atteso di Venezia 78: produzione enorme (circa 13 milioni di euro), post-produzione eterna (2 anni) e soprattutto la curiosità per l’opera seconda di quel Gabriele Mainetti che aveva stupito tutti nel lontano 2015 con “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Il film mantiene la promessa di essere un UFO assoluto nel contesto del cinema italiano: un’avventura picaresca ricca di effetti speciali e sonori di altissimo livello, che sta a metà tra le suggestioni circensi felliniane e la grandeur di Sergio Leone. Scritto da Mainetti con Nicola Guaglianone, ha la sua forza in un impianto visivo di indiscutibile potenza visionaria (che si accompagna alla grande competenza tecnica), messo al servizio di una sceneggiatura semplice ma efficace. Chi si aspetta il capolavoro rimarrà forse deluso, ma “Freaks Out” è soprattutto una promessa per il futuro, il manifesto di un cinema italiano capace di tornare a sognare in grande. Ottimo il cast di interpreti e in particolare la rivelazione Aurora Giovinazzo (che interpreta Matilde, vera protagonista del film).

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Questo articolo è stato scritto da:

Jacopo Barbero, Vicedirettore