Quando si parla dei registi più grandi, influenti e incisivi dei giorni nostri, non si può non citare Paul Thomas Anderson che nel corso della sua carriera (nove film all’attivo e uno in produzione) è riuscito a farsi strada nel cinema firmando capolavori come Boogie Nights, Il Petroliere o Il Filo Nascosto.

Tra elogi dalla critica e riconoscimenti vari, Anderson riesce negli anni a ottenere ben undici candidature agli Oscar senza mai riuscire a vincerne una, rendendolo il regista vivente con più candidature senza vittorie.

Non sono presenti molte sue testimonianze sulla vita prima di diventare regista, infatti è un regista piuttosto riservato riguardo al passato; tuttavia grazie a collaboratori, parenti o amici si conoscono dettagli sul suo passato e su come sia arrivato a incantare le sale di tutto il mondo, scoprendo che quel passato di cui non parla a parole viene raccontato perfettamente nei suoi film attraverso i personaggi, le storie e le ambientazioni.

Proprio per questo motivo andremo ad analizzare il suo passato soffermandoci sul periodo che ha dato il via alla carriera del regista con il suo primo lungometraggio Sydney (Hard Eight). 

Per fare ciò affronteremo brevemente la sua vita, data la rilevanza di quest’ultima nei suoi film, per poi andare nello specifico sulle varie tappe che lo porteranno al concepimento della prima pellicola.

La vita e i legami infantili con il cinema

Paul Thomas Anderson nacque il 26 giugno del 1970 a Los Angeles e i genitori, Edwina Gough ed Ernest Anderson, erano rispettivamente attrice e conduttore radiofonico/televisivo e vissero perdipiù nella San Fernando Valley

Infatti da subito fu pienamente immerso nel mondo del cinema e della televisione, soprattutto perché il padre possedeva un videoregistratore e questo gli permise di guardare molti titoli già da bambino.

Un approccio più pratico avvenne all’età di soli dodici anni, quando il padre gli regalò una videocamera e Anderson iniziò subito a filmare video con il padre e i suoi amici dello spettacolo, che rappresentavano perlopiù scenette comiche, arrivando anche a infastidirli.

Da qui passò a fare dei mini filmati con gli amici in cui inscenavano gruppi di gangster con delle pistole ad acqua che imbrattavano le case della zona, finché non dovettero smettere per le varie lamentele.

A questo punto i genitori lo mandarono in un collegio dove riuscirono a calmare il suo animo “teppista” e un anno dopo, finite le elementari, tornò a casa e raggiunse l’attore e amico d’infanzia Shane Conrad alla “Montclair Prep.”, una famosa scuola privata frequentata da celebrità del calibro di Michael Jackson.

Qui conobbe la professoressa Stevens che in un’intervista per Esquire racconta di come dopo la visione di Midnight Run, Paul rimase colpito dalle poche scene recitate da Philip Baker Hall che nel film interpretava un personaggio di nome Sidney, a tal punto da farlo entrare nell’ufficio dell’insegnante con un pezzo di carta, su cui aveva scritto la parola “Sydney”, dicendo che quello sarebbe stato il suo prossimo film. 

È impressionante pensare che quello, anni dopo, sarà il suo primo film e che quell’attore che tanto lo aveva colpito, parteciperà interpretando proprio Sydney.

Comunque quel periodo fu molto importante per il regista dato che girò molti video con i fratelli e gli amici come ad esempio una parodia di Terminator, una parodia di Miami Vice o un cortometraggio chiamato The Big Shit che parlava di un ragazzo che non riusciva a trovare un bagno, questo almeno fino all’ultimo anno di scuola dove Anderson dirigerà il suo primo vero e proprio cortometraggio.

The Dirk Diggler Story – Il cortometraggio che anticipa Boogie Nights

Tra un video e un altro Anderson e gli altri riuscirono a trovare un modo per intrufolarsi negli studi di Hollywood conoscendo vari nomi del cinema come Joel Schumacher e questo lo avvicinò ancora di più al cinema, tanto che in quel periodo fu influenzato dalla visione dei film di Kubrick, Scorsese o Robert Altman (che lo porterà in futuro sul set di alcuni film).

Verso la fine dell’ultimo anno di scuola si mise a girare un progetto sull’industria del porno nella Valley che chiamò The Dirk Diggler Story, gettando le basi per quello che sarà in futuro il suo secondo lungometraggio, ovvero Boogie Nights.

Il film era stato girato in un motel vicino agli Universal Studios con l’utilizzo di steadicam (ricorrente nei suoi film) e vedeva protagonista l’ascesa e la caduta di Dirk Diggler (interpretato da Michael Shein), una porno star maschile, spunto che arriva dalle vicende dell’attore porno americano John Holmes. Qui si possono notare molte similitudini con Boogie Nights, anticipando addirittura scene che sarebbero state riprese in modo identico e plasmando dei temi che sarebbero stati ricorrenti nella sua filmografia, ovvero una certa alienazione dei personaggi, la solitudine, il destino e la volontà di essere qualcun altro.

Dopo la scuola provò a studiare cinema alla New York University ma la lasciò dopo due giorni e si mise a lavorare come assistente di produzione per spot televisivi e game show. Non restava che consegnare The Dirk Diggler nelle mani giuste, ma con la sua tenacia e il saper muoversi tra le strade di Hollywood Anderson riuscì a conoscere Alan Parker.

L’incontro con Parker e il corto Cigarettes & Coffee presentato al Sundance Film Festival

Le versioni di come sia andata la vicenda non sono chiare ma a detta di Parker stesso ci fu un incontro dopo un evento in una scuola di cinema, in cui Anderson si avvicinò e gli consegnò la cassetta con il cortometraggio e i recapiti telefonici.

In questo modo riuscì a farsi conoscere e ottenne un lavoro come assistente in un film dove conobbe proprio Philip Baker Hall, ovvero l’attore di Midnight Run che interpretava Sidney. Da questo incontro si iniziarono a conoscere, Anderson gli portava il caffè, fumavano sigarette e parlavano molto finché Paul non gli propose un ruolo per un corto che aveva scritto, ovvero Cigarettes & Coffee, dicendo che magari gli avrebbero dato l’attrezzatura per dirigerlo. Baker Hall lesse la sceneggiatura e accettò il ruolo trovando la sceneggiatura geniale.

La trama racconta cinque storie, tra giochi d’azzardo e crimini, che vengono accomunate da una banconota da 20 dollari firmata da un personaggio all’inizio della storia come portafortuna. Questo sarà il cortometraggio che getterà le basi per il suo esordio con Sydney, ma è anche un’anticipazione di una certa narrazione, che poi tornerà poi in Magnolia, che vede protagonisti dei crossover fortuiti che collegano le varie storie.

Dopo che Hall accettò, Anderson sfruttò le sue conoscenze per avere attrezzatura, cast e dei soldi per girare il cortometraggio, in cui per la prima volta ebbe a che fare con un vero e proprio set, sapendolo gestire in modo intuitivo, quasi come fosse una vocazione e dirigendo gli attori in un modo stravagante che poi contraddistinguerà il modo di fare del regista.

Il cortometraggio ebbe molto successo e Anderson riuscì a presentarlo a New York per il Sundance Film Festival con cui raggiunse l’attenzione necessaria per poter dirigere il suo primo lungometraggio.

L’esordio di Paul Thomas Anderson e il festival di Cannes

Dopo la proiezione al Sundance, Anderson fu invitato al Sundance Institute nel 1994 (a soli 24 anni) per dirigere il suo primo lungometraggio e scelse di girare un film, basato sul precedente cortometraggio, chiamato Sydney (proprio come aveva scritto sul pezzo di carta da ragazzo alla sua insegnante).

Il film prevedeva il ritorno di Philip Baker Hall a cui si aggiungono Philip Seymour Hoffman e John C. Reilly, con cui stringe un sodalizio che durerà anche nei film successivi, ma anche stelle del cinema come Gwyneth Paltrow e Samuel L. Jackson.

Una volta a lavoro sulla pellicola, Anderson riesce ad accumulare un buon girato che la produzione decise di montare in modo veloce per renderlo più commerciale cambiando anche il titolo in Hard Eight (nella versione italiana intitolato comunque Sydney), nonostante al regista non piacesse (e tutt’ora non piaccia).

Proprio per questo Anderson prese di nascosto una copia e riuscì a rimontare la sua versione originale dagli scarti, presentandola alla 49ª edizione del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard (tutt’ora le scene tagliate sono disponibili negli extra del formato DVD) e dando il via alla sua straordinaria carriera che riprenderà molto da questa pellicola e dalla sua personale ascesa a regista.

Se vi è piaciuto questo approfondimento e volete sapere di più sul regista, potete recuperare la nostra live, in cui classifichiamo i suoi film uno per uno, cliccando qui.

Fonti: Esquire, IMDB, Comingsoon.