Ogni anno nel periodo natalizio si incrociano film cult ormai diventati un appuntamento fisso e nuovi film che raccontano in maniera sempre inedita questo magico periodo dell’anno, ma qual è stato il primo film natalizio di sempre?

I PRIMI FILM NATALIZI DELLA STORIA

Il primo film dedicato al Natale fu Santa Claus e risale al 1898. Fu opera di George Albert Smith e dell’omonima casa di produzione, che ha realizzato un cortometraggio di un minuto e diciassette in cui i bambini (interpretati dai figli del regista Dorothy e Harold), una volta messi a letto dalla governante (interpretata dalla moglie, Laura Beyley), ricevono la visita di Babbo Natale che scende per il camino e lascia dei regali ai piccoli.  Oltre ad essere il primo film dedicato al cinema, detiene un altro primato: è il primo cortometraggio in cui due azioni si svolgono in una sola inquadratura in contemporanea.

Nel 1908, una pellicola muta di 15 minuti propone il primo adattamento cinematografico di A Christmas Carol (1843), il celebre romanzo di Dickens. Purtroppo ad oggi la pellicola è andata perduta e il nome del regista non è stato riportato. Ad ogni modo, numerosissimi adattamenti si sono succeduti. Tra questi, il film del 1971 di Richard Williams vinse persino il Premio Oscar come Miglior cortometraggio d’animazione nel 1972. Il più recente è la biopic su Dickens L’uomo che inventò il Natale (Bharat Nalluri, 2019), che racconta come l’autore, dopo il fallimento dei suoi ultimi tre libri, rilancia la sua carriera grazie all’opera A Christmas Carol. L’adattamento ad oggi più celebre è senza dubbio il film diretto da Robert Zemeckis (2009) con Jim Carrey nei panni dello scorbutico Ebezener Scrooge e Colin Firth nei panni del nipote Fred Scrooge.

Nella seconda metà del ‘900 la produzione di film a tema natalizio conosce un incremento nella cinematografia sia statunitense sia italiana. La vita è meravigliosa (1946) è un capolavoro della storia del cinema e un’intramontabile pellicola natalizia firmata Frank Capra. Si tratta di uno dei film di Natale più visto in America e nel mondo. Inoltre, nel 1998 una giuria di accreditati esperti lo ha inserito all’undicesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Il protagonista George Bailey, un uomo estremamente generoso che tira avanti servendo gli altri e trascurando se stesso, la vigilia di Natale decide di togliersi la vita quel giorno a causa del susseguirsi di eventi funesti. Grazie a Clarence, un angelo di Natale mandato dalla Provvidenza Divina per dissuaderlo dall’insano gesto, gli mostra come sarebbe stata la vita dei suoi cari se lui non fosse mai nato. Acquisisce così la preziosa consapevolezza che la vita di ognuno confina con la vita di tanti altri e se non ci fosse creerebbe un vuoto terribile.

«Strano, vero? La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest’uomo non esiste, lascia un vuoto.»  (La vita è meravigliosa)

PANORAMA ITALIANO

Anche il cinema italiano non ha affatto trascurato il tema, anzi si registra una produzione piuttosto prolifica sin dagli anni ’30, quando Eduardo De Filippo fu tra i primi a cogliere le emozioni che queste feste sono in grado di suscitare nel cuore della gente. Nasce così Natale in casa Cupiello (1931), un’opera teatrale tragicomica che verrà riproposta nel 1962 in una trasposizione della Rai. 

L’anno successivo, Pietro Francisci propone una rappresentazione del Natale italiano in Natale al campo 119 (1947). La storia viene ambientata nel 1945, quando gli italiani erano ancora internati nei campi statunitensi e in racconti intrisi di nostalgia evocano i momenti trascorsi con i propri cari. Successivamente l’attenzione si sposta verso il lato vacanziero e consumistico e nel 1958 arriva l’antenato dei “cinepanettoni” dei nostri giorni: Vacanze d’Inverno (Camillo Mastrocinque). Con Alberto Sordi e Vittorio De Sica, il film racconta le avventure di personaggi bizzarri nella località sciistica di Cortina d’Ampezzo. 

DAGLI ANNI ’40 AD OGGI

Con il passare degli anni l’attenzione si rivolge sempre di più ai bambini, che d’altronde sono i veri protagonisti del Natale e i film vogliono portare loro gioia durante le feste (e perché no, anche un po’ di spensieratezza agli adulti).

Miracolo nella 34ª strada (Les Mayfield, 1994), remake dell’omonimo film del 1947 di George Seaton, è considerato il film di Natale per eccellenza. Racconta la storia di un maturo signore che viene ingaggiato per impersonare Babbo Natale, con la particolarità che si immedesima talmente tanto da convincersi di esserlo davvero. La prima versione del 1947 esce dopo poco tempo dalla fine della Seconda guerra mondiale e la sua forza risiede nell’aver saputo mettere in scena una vita fuori dallo spettro della guerra, l’american way of life tanto desiderato dalla gente. A ciò, Seaton aggiunge la speranza che Babbo Natale davvero esista.

Nel 1966 arriva il primo adattamento televisivo animato de Il Grinch (1957) del Dr. Seuss: Il Grinch e la favola del Natale!. Un burbero personaggio con un cuore “di due taglie più piccolo” che, stufo di questa festa, decide di travestirsi da Babbo Natale e rubare il Natale. Nonostante avesse rubato dalle case le decorazioni, i regali e il cibo, non sente grida di disperazione come si sarebbe aspettato; è allora che capisce che il vero senso della festa prescinde dai beni materiali. Ad oggi la versione più celebre è il film diretto da Ron Howard (2000) e con Jim Carrey nel ruolo del Grinch. Dietro Mamma, ho perso l’aereo (1990), il secondo film natalizio con il maggiore incasso di tutti i tempi, finché entrambi non sono stati superati nel 2018 dal terzo adattamento cinematografico de Il Grinch (Yarrow Cheney e Scott Mosier).

Dagli anni Settanta in poi, la proliferazione di film a tema natalizio è piuttosto abbondante. Un titolo che riproposto immancabilmente è Una poltrona per due (John Landis, 1983), una commedia in cui il regista critica un capitalismo privo di scrupoli. Laura Casarotto (direttrice di Italia 1) spiega che il film è riuscito a diventare un appuntamento fisso e rassicurante perché ai bambini si parla di Babbo Natale e, allo stesso tempo, gli adulti hanno la loro storia comica (ma con delle celate riflessioni sociali). 

Non è Natale senza Mamma, ho perso l’aereo (1990): uno dei film natalizi più amato dagli italiani. Il piccolo Kevin viene accidentalmente lasciato a casa mentre il resto della famiglia pare per Parigi; da solo Kevin dovrà proteggere la casa dall’attacco dei malviventi Harry Lime e Marv Merchants. 

Al 1994 risale l’ultimo film della coppia Bud Spencer e Terence Hill: Botte di Natale (Terence Hill). Si tratta di un revival del fortunato filone del Western all’Italiana. Purtroppo il film fu un fiasco e il progetto di un possibile ritorno della coppia venne accantonato. Il che era prevedibile, poiché l’era dei grandi incassi cinematografici della coppia erano terminati da diversi anni.

Nel corso degli anni non sono mancati anche film natalizi sui generis e meno tradizionalisti. È il caso di Gremlins (Joe Dante, 1984), una commedia fantastica con delle venature horror in cui Rand Peltzer, mentre è alla ricerca di un regalo di Natale per il figlio, si imbatte in una strana creatura, un animaletto capace di pronunciare alcune parole. Quando però le istruzioni non vengono rispettate e questo viene infastidito, dal suo corpo nascono altri piccoli animaletti pericolosi ed aggressivi che daranno filo da torcere a tutta la città. Sul versante opposto troviamo anche la versione più ammiccante nel Tv movie Santa Baby (Ron Underwood, 2006), in cui la figlia di Babbo Natale sostituisce il papà che si ammala in prossimità delle feste.

CONCLUSIONI

Si conclude qui il nostro percorso alla scoperta dell’evoluzione del tema natalizio nel cinema. Tra flop e grandi successi, la produzione negli anni è diventata sempre più abbondante e variegata. Molti film sono di diritto diventati dei cult che, anno dopo anno, non ci stancheremo mai di riguardare.

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Alessia Agosta, Redattrice