In questo nuovo articolo della rubrica Maestranze esploreremo il fantastico mondo degli effetti visivi, parlando in particolar modo della figura del VFX Designer. Con il termine VFX o FX si fa riferimento agli effetti speciali, ovvero a quei processi di creazione e/o trasformazione di un’immagine creando “un’illusione di realtà in una situazione in cui non è possibile, economico o sicuro usare le cose reali” (Eustace Lycett).

EVOLUZIONE STORICA

Non possiamo non iniziare menzionando George Méliès, grande illusionista e regista francese dei primi del Novecento, considerato tra i padri fondatori della settima arte. Il suo cinema fu definito fantastico e di fantascienza da molti critici, per l’ampio ricorso a innovative tecniche di montaggio da lui sperimentate e ideate, oltre che per l’ampio uso di effetti speciali quali l’esposizione multipla, le dissolvenze e l’uso del colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola, una tecnica insolito per l’epoca).

Tra gli anni ‘10 e ‘20 del XX secolo, molti di questi “trucchi” vennero perfezionati dagli studi di animazione grazie allo sviluppo di nuove tecnologie. è in questi anni che vide la luce un capolavoro del cinema espressionista, firmato Fritz Lang: Metropolis. L’opera di Lang è, ad oggi, considerato uno dei film più importanti della storia del cinema, in quanto ha influenzato generazioni di registi molto diversi tra di loro, da Orson Welles a Tim Burton. Il pezzo forte di questa pellicola è rappresentato dagli effetti visivi utilizzati, per lo più delle tecniche geniali ed innovative che rappresentarono una vera e propria rivoluzione. Per fare un esempio su tutti, si è fatto ampio uso dell’effetto Schüfftan, un trucco cinematografico basato sull’utilizzo di uno specchio biriflettente che, posto a quarantacinque gradi rispetto alla macchina da presa, riflette oggetti e miniature fuori campo che possono essere ingranditi.

Altrettanto importanti furono le novità sperimentate con l’introduzione del colore, ad esempio ne I Dieci Comandamenti (di Cecil B. DeMille, 1956) o con capolavori come 2001: Odissea nello spazio di S.Kubrick del 1968.

Gli anni settanta, invece, furono testimoni della nascita di nuove tecnologie come gli animatronics, complessi sistemi meccanici ed elettronici comandati a distanza ed in grado di compiere dei semplici movimenti. Questi furono impiegati ad esempio per Lo squalo, considerato il primo Blockbuster della storia del cinema. Steven Spielberg e George Lucas, molto amici, si sfidavano a colpi di effetti speciali in quegli anni: da un lato vi erano film come Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T l’extratterestre, Lo squalo,  dall’altro la primissima trilogia di Star Wars.

Infine, arrivando agli anni 90, l’avvento della CGI (Computer Generated Imagery) cambiò radicalmente l’aspetto degli effetti speciali. In realtà la tale tecnica computerizzata fu già sperimentata precedentemente per altri film come ad esempio in Tron (1982) . L’uso più spettacolare della CGI è dato dalla produzione di immagini fotorealistiche di creazioni di fantasia: le immagini potevano essere create al computer utilizzando le tecniche usate nei cartoni animati o nei modelli animati.

LA PROFESSIONE

Un VFX designer si occupa di realizzare effetti speciali ottenuti secondo diverse tecniche che impiegano sia supporti fisici durante le riprese ma anche appositi software per la post-produzione; tale professione si rifà anche al campo videoludico e televisivo.

Ad oggi le tecniche ampiamente usate in fase di post-produzione sono:

  • Motion capture;
  • Matte painting;
  • Animation;
  • 3D computer grafica;
  • Rigging;
  • Rotoscoping;
  • Match moving;
  • Compositing, che prevede l’utilizzo di green o blue screen

Ovviamente ciò non vuol dire che non vengano più impiegati effetti ottici e/o meccanici, ma negli ultimi decenni il loro utilizzo è andato via via diminuendo, prediligendo sempre di più la computer grafica.

La figura del VFX designer ha il compito di coordinare tutto il lavoro che avviene sul set con gli effetti reali, per anticipare eventuali errori che potrebbero presentarsi nella fase successiva; in questo caso è fondamentale che vi sia un dialogo e un confronto costante tra responsabili di reparto, che si rispettino eventuali scadenze e tempi di realizzazione. Sebbene il VFX designer non lavori sul set, è necessario che conosca nozioni di illuminotecnica, regia e fotografia, così da poter dare indicazioni utili ed efficaci. Nello specifico tale professionista deve conoscere alla perfezione il mondo del cinema, da un punto di vista teorico ma soprattutto pratico, avere padronanza delle tecniche nonché degli strumenti digitali a cui si appoggia. Tra i software più gettonati vi sono Adobe Creative Suite, Blender e Autodesk Maya.

CONCLUSIONE

Traendo le somme, possiamo affermare che questa professione è strettamente legata all’evoluzione tecnologica, digitale e, dunque, prevede un costante aggiornamento, con nuovi strumenti e software attraverso i quali si possono introdurre tecniche innovative, sperimentando e rinnovando il mondo dell’audiovisivo. Chiunque voglia addentrarsi in questo fantastico mondo deve prima formarsi. Esistono moltissimi corsi per VFX designer, tra i più rinomati citiamo quello della Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volontè, a Roma.

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Sal Guida, Redattore