Una professione fondamentale per rendere credibile il volto di un attore o di un’attrice è quella del make up artist, la quale necessita di un accurato studio e di una completa conoscenza dei volti e della fisionomia umana, in tutte le sue ampie sfaccettature.
Da sempre truccatori e truccatrici hanno lavorato all’interno dei set cinematografici: fin dagli albori del cinema nei primi anni del ‘900, infatti, queste figure erano sempre pronte a passare prima cerone e poi fondotinta agli interpreti.
IL TRUCCO CINEMATOGRAFICO NELLA STORIA
Nella tradizione teatrale era previsto un uso massiccio del cerone e di altri prodotti simili, al fine di enfatizzare i tratti del volto degli attori, così da essere visibili anche agli spettatori seduti nei posti più lontani.
Nel XIX secolo, con l’introduzione delle luci a gas, un tale Ludwig Leichner creò una linea di ceroni color pelle, i quali, però, quando venivano impressionati dalla macchina da presa cambiavano tonalità: le tonalità calde in grigio scuro o nero, e quelle fredde in grigio chiaro o bianco. A causa di questi problemi si cominciò ad utilizzare nuove tecniche: Max Factor crea il primo trucco per il cinema, il Supreme Greasepaint: fondotinta chiari e semiliquidi, facilmente applicabili, con un risultato decisamente più naturale del cerone.
Inoltre, le attrici, al fine di ottenere sguardi “magnetici”, utilizzavano il rossetto scuro sulle labbra e ombretti scuri leggermente sbavati, ma anche mascara e ciglia finte.
Dunque, in breve, nell’era del cinema in bianco e nero la tipologia di trucco utilizzata dipendeva dal formato della pellicola, dalla tonalità dei grigi e dalle luci utilizzate sul set. Quando, a cavallo tra anni 50 e 60, arriva l’avvento del formato a colori, si comincia ad utilizzare tecniche differenti, basate maggiormente sulla valorizzazione dei visi degli attori/attrici e sulle mode o tendenze del momento.
Nella contemporaneità, oltre al lavoro dei make up artist si fa spesso un uso massiccio di effetti speciali o tecniche CGI, purtroppo non sempre efficaci come il caso del trucco su Robert de Niro in The Irishman (2019, Martin Scorsese).
LA PROFESSIONE IN BREVE
Quella del make up artist è una professione tra le più antiche, ha le sue origini nel teatro e si evolve nel corso del tempo, tra moda e cinema. Non esiste e non è mai esistito un solo ed unico modo di truccare i performer: tutto dipende, in principio, dal contesto, ambientazione e dalle caratteristiche che si vogliono dare ai personaggi, ma anche dalla mission del regista. La domanda a cui si deve rispondere, dunque, è: come si vuole far apparire questo personaggio? Cool e alla moda, trascurato o indifferente? I tratti del volto possono suggerire tanto allo spettatore, considerando l’estrema importanza dei close up (primi piani), spesso effettuati in determinate scene proprio per dare maggiore enfasi ed emozionare lo spettatore.
Dunque, occorre definire innanzitutto la caratterizzazione del personaggio confrontandosi col regista e, in un secondo momento, osservare attentamente i lineamenti dell’interprete selezionato in fase di casting, così da lavorare anche con delle bozze all’eventuale trucco da effettuare.
Sicuramente è molto utile avere anche una cultura sulla storia del trucco, cinematografico e non solo, conoscere le varie tecniche di make up e soprattutto i prodotti da ordinare e utilizzare, siano essi fondotinta, creme, skincare, ecc…
Infine, mi sembra corretto dar credito ad alcuni tra i make up artist più famosi e importanti della storia del cinema, dai più remoti ai più contemporanei:
–Lorella De rossi, truccatrice molto nota nel contesto internazionale, ha collaborato con registi del calibro di James Cameron e David Lynch. Specializzata nell’applicazione di protesi facciali e nell’invecchiamento degli attori/attrici.
-Jack Pierce, noto per aver truccato la mummia, per aver dato il volto all’uomo lupo ma soprattutto al mostro di Frankenstein.
-Michèle Burke, truccatrice irlandese, naturalizzata canadese, due volte premio Oscar per La guerra del fuoco e Dracula di Bram stoker, ha realizzato anche il trucco di Vanilla sky, Minority Report, Mission impossible III.
-Richard “Rick” Baker, a lui si deve l’Oscar per miglior trucco, istituito dall’Academy nel 1981. È specializzato in trucchi per effetti speciali, come Men in Black, Il Grinch o il video musicale Thriller di Michael Jackson.
–Alessandro Bertolazzi, infine, è tra i nomi di punta nel panorama dei make up artist cinematografici, soprattutto dopo aver vinto il premio Oscar nel 2017 per il miglior trucco grazie al suo lavoro in Suicide Squad, tra i film a cui ha collaborato si ricordano Il testimone dello sposo, Il fantasma dell’Opera, Malèna, Babel, Gomorra, Angeli e Demoni, J. Edgar, Skyfall, The Impossible e Fury.
Per chi fosse interessato/a alla professione ci sono tantissime scuole di trucco cinematografico in tutta Italia, una delle migliori sicuramente l’accademia nazionale di cinema di Bologna, che tra i vari corsi di formazione propone la qualifica in Make up artist cinematografico.
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