“The joke of life is the fall of dignity”.
-Mack Sennett
Quando si fa riferimento alla nascita delle comiche cinematografiche, e più nello specifico del genere slapstick, si chiamano inevitabilmente in causa le figure di Charlie Chaplin o di Buster Keaton, e molto raramente quella del vero “Re della commedia” del periodo muto, Mack Sennett, pseudonimo del produttore cinematografico Michael Sinnott.
Parlando del suo regno, Arthur Mayer e Richard Griffith hanno scritto nel volume The Movies: “nel mondo di Sennett tutti gli avvocati diventavano privi di scrupoli, tutte le persone pie diventavano ipocriti, tutti gli sceriffi stupidi e venali, e tutti sorpresi nell’atto di calarsi i pantaloni”.
Il punto di forza delle sue comiche era, infatti, la loro natura satirica, scanzonata e caratterizzata da un tono allegro ed eversivo che talvolta sfociava anche nella beffa nei confronti della società e dei suoi rappresentanti. Malgrado il carattere difficile, Sennett era una persona brillante al quale si deve la scoperta di molti talenti quali: Gloria Swanson, Charlie Chaplin, Buster Keaton, Harry Langdon, Frank Capra e Roscoe “Fatty” Arbuckle. I Keystone Studios furono, infatti, un trampolino di lancio per tutte queste grandi stelle che, di fatto, si fecero le ossa proprio all’interno di quella fucina tumultuosa.
I Keystone Studios: il regno caotico di Mack Sennett
“I called myself the king of comedy, but I was a harassed monarch. I worked most of the time. It was only in the evenings that I laughed”.
– Mack Sennett
Mack Sennett iniziò la sua carriera nel mondo del varietà newyorkese esibendosi in commedie musicali e burlesque come cantante, clown e, infine, comico. Nel 1909 iniziò a lavorare come attore e assistente di D. W. Griffith dal quale apprese le regole del montaggio cinematografico, finché nel 1912 gli venne affidata la direzione generale della casa di produzione, Keystone Film Company, e successivamente del complesso sgangherato dei Keystone Studios. Da quel momento Sennett iniziò a tracciare non solo la storia di Hollywood, ma anche e soprattutto del Cinema producendo pellicole mute caratterizzata da una comicità impetuosa e frenetica con inseguimenti a rotta di collo, sberle e torte in faccia. Per Sennett, infatti: “tutto è vanità! Tutto è comico! Virtù, amore, ricchezza, tutto è comico”. Queste parole sono state riportate da Frank Capra nella sua straordinaria autobiografia Il nome sopra il titolo, nella quale ci ha fornito un ritratto straordinario del Re della Commedia. Il regista de La vita è meravigliosa lavorò agli inizi della sua carriera come gag writer nella “General Motors” della commedia di Sennett, ossia i Keystone Studios. Capra descrive così il loro primo incontro all’interno dell’ufficio del Re, posto ai vertici dell’omonima Torre che svettava al centro del complesso:
“Avevo sentito parlare dell’ufficio di Sennett, ma non ero preparato a quello che vidi quando vi misi piede per la prima volta. Mack Sennett era sdraiato su un lettino per massaggi, completamente nudo. Abdul il turco gli massaggiava le natiche mentre due signori, lindi e azzimati, provavano una scena. A parte questo, la stanza era spoglia come una cella; c’erano solo una grande poltrona di pelle e una sputacchiera di rame. Le prime parole che sentii entrando furono quelle di Sennett «no, no, ragazzi. Non mi piace. Dov’è il tema? Qui manca il tema!»”
Gli Studios stessi riflettevano l’essenza del loro direttore: si trattava di baracche disordinate in cui le gags erano all’ordine del giorno, gli attori e addetti del settore correvano qua e là e creature stravaganti si aggiravano per i set raffazzonati e gli esterni caotici. Per citare le parole di Capra:” in ogni studio cinematografico c’era sempre un bel frastuono e tanta agitazione, ma qui la cacofonia sembrava uscire da potenti amplificatori. Era come se un’orchestra suonasse la folla sinfonia della commedia!”
I Keystone Cops: poliziotti, inseguimenti e torte in faccia
“The more Keystone comedies I make, the more convinced I become that comedy is an art, and a high one at that!”.
–Mack Sennett
Gli archetipi delle comiche dei Keystone Studios si possono rintracciare nel genere del vaudeville e nelle pantomime improvvisate che venivano messe in scena nell’ambiente teatrale e circense, molto caro a Sennett stesso; i suoi film muti ne erano, infatti, un’estensione e un perfezionamento dal momento che potevano essere diffusi in tutto il mondo grazie alla natura riproducibile del mezzo cinematografico. A questo si aggiunge che il linguaggio delle comiche era in grado di superare ogni barriera linguistica proprio in quanto fondato sul corpo e non sulla parola. Nonostante le pellicole fossero decisamente a basso costo, raggiunsero comunque un grande successo per merito della straordinaria capacità imprenditoriale e della vivacità innovativa del loro produttore: le bucce di banana e le bastonate erano troppo antiquate per Mack Sennett che, pur di stimolare la risata, rincarò la dose di ossa rotte all’interno dei suoi film, da molti ritenuti volgari e infantili.
Ciò nonostante le comiche di Sennett furono molto più di questo: le gags stesse, nella loro semplicità, erano frutto di uno studio attento nonché risultato perfetto di un duro lavoro di coordinazione da parte dei performers. I suoi attori erano, infatti, anche stuntmen dei loro stessi numeri al punto che l’ambulanza faceva presenza fissa davanti ai Keystone Studios.
A Sennett si deve, inoltre, l’invenzione della gag della torta in faccia che Capra ha definito con un’iperbole “una delle più grandi scoperte della storia umana affiancabile persino al fuoco, alla ruota e alla camminata di Chaplin”.
Tra le serie comiche più famose si ricordano quelle rocambolesche con i Keystone Cops, una squadra di poliziotti imbranati e inabili a catturare i criminali che finiscono spesso per auto-sabotarsi. La figura dei Keystone Cops venne ideata dall’attore Hank Mann ed è fortemente ispirata a quella dei clowns da circo, declinata tuttavia in chiave poliziesca con un chiaro intento parodistico e satirico. Le loro scene frenetiche e acrobatiche di inseguimento divennero uno dei marchi di fabbrica di maggior successo della casa di produzione. Uno dei Keystone Cops più noti era senza dubbio Roscoe “Fatty” Arbuckle.
Per concludere, la politica di Sennett si basava sull’equazione “più risate = più soldi”, obiettivo che raggiunse in poco tempo grazie anche alla sua squadra di brillanti gags writers tra i quali spiccano i nomi di Dick Jones e Frank Capra. Nel periodo del cinema muto, Mack Sennett era senza dubbio uno dei produttori e imprenditori cinematografici di maggior successo. Fu lui a far erigere sulla collina la scritta “Hollywoodland”, successivamente ridotta a “Hollywood”, che negli anni è divenuta un’icona indimenticabile dell’industria cinematografica.
Come è accaduto in molti casi, l’avvento del sonoro segnò la fine del lungo e scintillante regno di Mack Sennett, ma le sue comiche hanno segnato la storia della commedia regalandoci gags indimenticabili che hanno fatto scuola. Oltre a questo, il suo brillante fiuto per i talenti ci ha regalato artisti del calibro di Charlie Chaplin, Carole Lombard, Buster Keaton, Gloria Swanson, Stan Laurel e Oliver Hardy, Harry Langdon, Virginia Fox e Harold Lloyd. In fin dei conti, Mack Sennett si è meritato il titolo di “Re della commedia”.
Scrivi un commento