Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi
di Gianni Rondolino e Dario Tomasi
Questi consigli non potevano che iniziare con il libro che forse più di tutti riesce a raccontare la settima arte, convogliando al suo interno tantissimi argomenti legati a questo mondo. 427 pagine di puro cinema, in cui vengono trattati tutti gli aspetti di un film: dalla pre-produzione fino all’uscita in sala, descrivendo anche minuziosamente le tantissime professioni cinematografiche (noi abbiamo una rubrica apposita per questo argomento -inserire link-). Il libro di Rondolino, scomparso nel 2016, e Tomasi, attualmente docente all’Università di Torino, è da più di 50 anni un punto di riferimento per ogni appassionato e studioso (viene studiato, infatti, in molte università). Nonostante possà sembrare all’apparenza ostico e molto tecnico, in breve tempo vi permetterà di entrare dentro il mondo del cinema e vi riscoprirete più ricchi. Se amate il cinema, e se vi piace in particolare analizzare ogni opera, non potete farne a meno.
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Manuale di storia del cinema
di Gianni Rondolino e Dario Tomasi
La coppia di autori Rondolino/Tomasi ci ha regalato negli anni anche quest’altra opera fondamentale. Conoscere la storia del cinema risulta necessario quando si vuole capire qualcosa di più sulla settima arte senza fermarsi alla semplice visione di un film, arrivando a capire come un film prodotto oggi sia inevitabilmente influenzato da 100 anni e più di storia. Il libro può risultare ostico, in quanto molto lungo (704 pagine!), ma la qualità è assicurata: anche questo manuale viene infatti utilizzato in molte facoltà universitarie italiane. Nonostante la sua importante mole, il testo è scorrevole e soprattutto conciso, insomma non si perde in chiacchiere. Sarete sommersi da nomi di registi, film e tanti altri addetti ai lavori. Un manuale meraviglioso.
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Guida alla storia del cinema italiano (1905 – 2003)
di Gian Piero Brunetta
Passiamo al libro di Brunetta sulla storia del cinema nostrano. Si parla, ancora una volta, di un autore importante, uno studioso fondamentale della settima arte per il nostro paese. Per chi ama il nostro cinema e, soprattutto, per chi vuole (ri)scoprirlo, questo libro è perfetto. Gian Piero Brunetta ci racconta per filo e per segno le varie epoche e le grandi opere del nostro cinema, contestualizzando anche i periodi storici in cui esse venivano prodotte. Unica pecca è che ci si ferma al 2003, ma non esiste in commercio un libro più esaustivo di questo per i 100 anni precedenti del nostro cinema. Conta 560 pagine.
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Che cos’è il cinema? Il film come opera d’arte e come mito nella riflessione di un maestro della critica
di André Bazin
Chi era André Bazin? Per farla breve, Bazin è stato semplicemente uno dei più grandi critici e studiosi del cinema della storia, tra i fondatori dei celeberrimi Cahiers du Cinéma. In questo libro, più breve rispetto ai precedenti (290 pagine), vengono raccolti diversi saggi del critico francese. Complesso ma molto appassionante.
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L’occhio del regista. 25 lezioni dei maestri del cinema contemporaneo
a cura di Laurent Tirard
Questo volume di 307 pagine contiene numerose interviste ad alcuni tra i più importanti registi della storia: Woody Allen, Pedro Almodóvar, Bernardo Bertolucci, Tim Burton, Joel ed Ethan Coen, David Cronenberg, Miloš Forman, Jean-Luc Godard, Alejandro Iñárritu, Jim Jarmusch, Wong Kar-wai, Mathieu Kassovitz, Takeshi Kitano, Emir Kusturica, David Lynch, Michael Mann, Arthur Penn, Roman Polanski, Sydney Pollack, Martin Scorsese, Steven Soderbergh, Oliver Stone, Lars von Trier, Wim Wenders, John Woo. Risulta molto scorrevole e ben costruito, in quanto le varie interviste ci forniscono spesso punti di vista diversi su tematiche comuni. La casa editrice Minimum Fax ha ripreso in mano la propria collana cinema e sta facendo a riguardo un ottimo lavoro. Non potete non acquistare quello che è il loro libro di punta.
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I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia
a cura di Dennis Schaefer e Larry Salvato
Altro volume della Minimum Fax che fa il paio con quello precedente. Stavolta non parliamo, però, di regia ma di un ruolo considerato da molti il secondo più importante all’interno di un set cinematografico: il direttore della fotografia. Questo libro di 596 pagine si concentra sul periodo antecedente alla diffusione delle cineprese digitali, un periodo in cui, dunque, veniva ancora utilizzata la pellicola. Nonostante questo possa farlo apparire un po’ datato, non è assolutamente così. Anzi, tramite le parole e gli insegnamenti di alcuni tra i principali DoP della storia del cinema (Vittorio Storaro, Gordon Willis, Conrad Hall, Laszlo Kovacs…) entriamo in contatto con un mondo spesso misterioso e sconosciuto ai non addetti ai lavori, che però ci fa capire come nasce la vera narrazione per immagini, come nascono quelle sequenze così favolose da sembrare opere d’arte. Consigliato dunque a tutti.
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Il cinema secondo Hitchcock
di Francois Truffaut
Probabilmente il libro più conosciuto e letto dai cinefili di tutto il mondo. Il libro nacque in seguito ad una conversazione durata diversi anni tra i due famosissimi registi, Hitchcock e Truffaut appunto, figli di un’altra epoca e ideatori entrambi di due tipi di cinema che, nonostante le immancabili diversità, comunicavano così come l’arte contemporanea comunica con le grandi opere classiche. Scorrevole, interessante, fondamentale.
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Il cinema secondo Orson Welles
di Peter Bogdanovich
Il titolo non lascia spazio all’immaginazione. Anche qui ci troviamo di fronte ad un libro in cui due amanti del cinema dialogano tra loro. In particolare, qui, Welles si racconta dagli esordi ai successi, fino alle difficoltà con il mondo della produzione cinematografica. Peter Bogdanovich, autore e amico del regista, riesce a mettere a proprio agio una figura fondamentale del cinema mondiale, riuscendo a tirare fuori un libro introspettivo, ben strutturato e soprattutto fondamentale per chi vuole approfondire non solo la vita del grande regista statunitense ma tutto il sistema-cinema della seconda metà del ‘900. Anche questo libro, lungo oltre 600 pagine, contiene molti aneddoti così come quello consigliato precedentemente.
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Analizzare i film
di Augusto Sainati
Penultimo consiglio. Ritorniamo al tema dell’analisi del film, già trattato all’inizio di questo articolo con il manuale di Rondolino e Tomasi. Il libro di Sainati, che vi consigliamo qui, non è un manuale che racconta il film (e dunque il cinema) a 360°, ma si sofferma, come è d’altronde intuibile, sul lavoro analitico che può essere operato sul testo cinematografico. In sole 207 pagine potete trovare tantissimi spunti interessanti che vi apriranno gli occhi su tutti i principali aspetti che compongono un’opera filmica. Se vi piace destrutturare ogni opera che guardate, se vi piace leggere recensioni e vorreste iniziare a scriverne, questo è il libro che fa per voi.
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Economia del film. Industria, politiche, mercati
di Marco Cucco
Chiudiamo questi nostri consigli con un libro che tratta una delle tematiche forse meno conosciute e più sottovalutate dal pubblico generalista, ovvero tutta la macchina che ruota attorno al cinema. Questo libro ci parla dell’industria cinematografica a 360°, senza tralasciare niente, e lo fa usando un linguaggio ad un tempo tecnico ma semplice, adatto sia a chi vuole approcciarsi a questo mondo sia a chi vuole approfondirlo. Molto consigliato.
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da Forte respiro rapido- la mia vita con Dino Risi di Marco Risi un frammento significativo sulla tecnica del Maestro
A papà (Dino Risi) non piacevano, o meglio, non dava loro importanza. I grandi movimenti di macchina li considerava esercizi di stile, spesso superflui. A dire la verità anche lui ne faceva ma non te ne accorgevi perché la macchina da presa era quasi sempre fissa, al massimo “panoramicava”.
Tutti gli episodi dei Mostri sono quasi sempre piani-sequenza, affidati alla capacità e alla bravura degli attori. In La strada è di tutti si vede Gassman che attraversa sulle strisce, con calma; si ferma, riprende a camminare, torna indietro, con le auto che ripartono e poi sono costrette a inchiodare a un passo da lui che guarda gli automobilisti e li sfida con un gesto, come a dire: calmi, dove correte? Poi sale a bordo della sua Seicento super compressa e parte a razzo rischiando di uccidere una coppia con neonato in carrozzina. È una sola inquadratura e c’è tutto quello che serve. L’attenzione dello spettatore non è mai distratta da altro e la macchina da presa è alla distanza giusta. Oggi molti registi girerebbero il primo piano di lui che ridacchia, il dettaglio della macchina che frena, lui che fa finta di spaventarsi e il primo piano dell’automobilista che impreca. Sbagliando il fuoco. Il fuoco dev’essere semplicemente su Gassman che attraversa, e tutto quello che gli succede attorno non ha bisogno di essere sottolineato, solo rumori, clacson, frenate.
Risi, Marco. Forte respiro rapido. La mia vita con Dino Risi (pp.56-57). MONDADORI. Edizione del Kindle.
Un film che va studiato anche come tecnica