Aspettate un momento, aspettate un momento, non avete ancora sentito niente
Aveva proprio ragione George Lucas a dire che “il sonoro è il 50% dell’esperienza cinematografica”. La musica è un elemento fondamentale nei film e nelle serie tv in quanto influenza la nostra esperienza di fruizione e le emozioni che proviamo. Talvolta, si rivela anche più efficace delle immagini. Potremmo a questo proposito riprendere le parole del pluripremiato regista Abbas Kiarostami:
Il suono è molto importante, più importante dell’immagine… attraverso la ripresa visiva noi arriviamo, al massimo, a ottenere una superficie bidimensionale. Il suono conferisce a questa immagine la profondità, la terza dimensione. È il suono a colmare le lacune dell’immagine.
Partiamo dall’inizio…
Alla sua nascita, nel 1895, il cinematografo era muto: i film non erano altro che un susseguirsi di immagini accompagnate da musica dal vivo. La musica aveva semplicemente una funzione di accompagnamento, occupandosi anche di riprodurre i suoni di ciò che mostrava la pellicola. Una soluzione che dimostra quanta importanza veniva già data al sonoro. Il primo film interamente parlato è stato realizzato solo nel 1928, Luci di New York di Bryan Foy. In Italia è arrivato leggermente più tardi, nel 1930 con La canzone d’amore di Gennaro Righelli. Con il tempo le tecnologie si sono affinate ed evolute e hanno così permesso di dare voce a personaggi che fino a quel momento rappresentavano soltanto un volto, di sentire i rumori ambientali e utilizzare una colonna sonora che potesse accompagnare le scene. Si è così assistito a un vero e proprio rilancio dello spettacolo cinematografico, che ha quindi acquisito moltissimi nuovi spettatori.
Perché è così importante la musica nei film?
Quando si tratta di inserire la colonna sonora in un film, si hanno due possibilità: crearla appositamente oppure utilizzare musiche già esistenti e conosciute. Nel caso di una colonna sonora originale la sua composizione viene affidata a un cantante, un musicista o un compositore; in alcuni casi, compositori e tecnici del suono collaborano per creare una partitura innovativa. Uno dei casi recenti più iconici in questo senso è certamente il tema di Dune composto da Hans Zimmer, grazie al quale ha anche vinto il Premio Oscar come Migliore colonna sonora nel 2022. Il compositore ha spiegato la sua scelta di non avvalersi dei classici strumenti musicali in un’intervista rilasciata a Vanity Fair. Ha esposto le sue perplessità circa la tendenza ad utilizzare suoni “terreni” per film di fantascienza come “Star Wars” o “2001: Odissea nello spazio”, che di terreno non hanno nulla. Secondo Zimmer, la musica dovrebbe riflettere la cultura e il pianeta nel quale è ambientato il film, per questo ha deciso di inventare da zero delle sonorità peculiari. Per creare la colonna sonora di Dune ha creato dei suoni innovativi, prendendo ispirazione da elementi terreni: è partito dalla voce umana che, modificata con una vasta gamma di effetti, quali la compressione e il riverbero, gli ha permesso di creare un suono “naturale” che non esiste sul nostro pianeta.
Le funzioni della musica nei film sono molteplici: può anticipare allo spettatore cosa sta per accadere, esprimere i sentimenti dei personaggi o ancora amplificare le sensazioni provocate da una determinata scena. Per questo, permette di immergersi al massimo nella narrazione filmica e favorisce l’empatia con i personaggi, provocando delle sensazioni che sono destinate a durare nel tempo. Prova ne sono alcune partiture che ormai sono entrate a far parte della cultura di massa: pensiamo all’iconica colonna sonora de Lo Squalo (Steven Spielberg, 1975) che con poche note ripetute ci rimanda immediatamente a una situazione di pericolo.
Colonne sonore iconiche
È praticamente impossibile pensare a film che hanno segnato la storia del cinema senza la colonna sonora che li accompagna. Anzi, si sono verificati anche casi in cui la musica è risultata più memorabile del film stesso. Pensiamo al tema di Momenti di Gloria (Hugh Hudson, 1981) di Vangelis. Il compositore vinse l’Oscar per la migliore colonna sonora nel 1981, mentre il successo del film è andato scemando.
Tra le colonne sonore che sono rimaste impresse nella memoria collettiva non possiamo non fare riferimento a Il Padrino (F.F. Coppola, 1972). Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, un autore americano di origini italiane. Dato che al centro della storia vi è una famiglia italo-americana, il produttore Robert Evans ha voluto un regista di origini italiane. Lo stesso criterio ha guidato la scelta del compositore: Nino Rota. Sono due le melodie iconiche su cui ci soffermiamo. La prima è The Godfather Waltz, una melodia intima che usa un tono oscuro, tragico ed epico allo stesso tempo, perfettamente in linea con le vicende della famiglia malavitosa. Il tema è eseguito da una cornetta, che suona da solista, rimandando così alla solitudine del padrino e, più in generale, alla solitudine che prova un immigrato italiano in una terra come l’America. L’altra melodia è certamente Love Theme From the “Godfather”, malinconica e profonda. Abbiamo ricordato solo due delle musiche splendide presenti nel film, che sono sufficienti per ricordare come Nino Rota sia poi riuscito a creare uno stile da quel momento considerato da imitare per i film a tema mafioso.
Se si parla di colonne sonore, non è possibile prescindere da Ennio Morricone, diventato un solido punto di riferimento in questo mondo grazie soprattutto ai film western e al sodalizio con Sergio Leone. Tra i brani più celebri composti ricordiamo il tema principale de Il buono, il brutto, il cattivo (S. Leone, 1966). Questo tema è presente sin dai titoli di testa e accompagna tutto il film, permettendogli di raggiungere una potenza epica che difficilmente avrebbe raggiunto solo tramite le immagini. Il brano inizia con l’ululato di un coyote, aggiungendo poi ai vari strumenti, fischi e rumori di pistole. Il tema si adatta ai tre protagonisti: per il brutto viene usata una voce umana, per il buono un flauto e per cattivo un arghilofono. Ogni personaggio è accompagnato o anticipato dal proprio strumento, quindi se si sente il flauto, il personaggio buono è nei dintorni e così via.
Infine, pensiamo alla colonna sonora di Harry Potter, in particolare a Hedwig’s Theme di John Williams. Si tratta di uno dei più grandi compositori di musica da film, prova ne sono gli innumerevoli premi e candidature che ha ricevuto: 5 premi Oscar, 18 Grammy Awards, 3 Golden Globe, 1 British Academy Award e 39 candidature agli Oscar. Prima di ingaggiarlo per Harry Potter e la Pietra filosofale, il regista Chris Columbus lo ha messo alla prova chiedendogli di comporre del materiale promozionale per il film. Williams ha quindi composto la già citata Hedwig’s Theme, una melodia che cattura lo stupore del piccolo Harry catapultato in un mondo di maghi e che accompagnerà tutti e gli otto film della saga. Il regista stesso in un’intervista ha dichiarato:
I remember first hearting Hedwig’s Theme It was so clear that this was it. It felt so appropriate, sufficiently majestic and magical.
Conclusioni
Appare chiaro come la musica nei film non sia un semplice accompagnamento, ma un elemento fondamentale che arricchisce ciò che viene comunicato dalle immagini e condiziona quindi l’esperienza di fruizione. Affinché possa essere memorabile per lo spettatore, però, non è sufficiente che sia magistralmente composta, ma è necessario che sia sapientemente collocata all’interno del film. Riprendiamo a questo proposito una citazione del Maestro Ennio Morricone, tratta dal libro “Morricone” (2019):
Per la maggior parte del tempo, le persone vivono la musica in un film come una suggestione dell’inconscio… In altre parole, la musica riesce a mostrare quello che non è visibile, a operare in direzione contraria al dialogo, o persino a raccontare una storia che le immagini non rivelano.
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