È stato scarcerato su cauzione, dopo sette mesi di prigione nel carcere di Evin (nel nord di Teheran), il regista iraniano Jafar Panahi, che 48 ore prima aveva avviato uno sciopero della fame e della sete. La moglie del cineasta Tahereh Saeidi ha annunciato su Instagram che, grazie agli sforzi degli avvocati, Panahi è stato rilasciato.
Ieri mattina i familiari del regista avevano comunicato che Panahi aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete. Una protesta contro le autorità che si sono rifiutate di farlo uscire temporaneamente di prigione, in attesa del processo, anche perché secondo la legge iraniana il reato avrebbe dovuto essere considerato in prescrizione. “Rifiuterò di mangiare e bere ogni cibo e medicina fino al mio rilascio, rimarrò in questo stato fino a quando forse sarà il mio corpo senza vita a essere liberato”. Questo il messaggio, diffuso tramite Instagram da moglie e figlio, e reso noto da Iran International.
Panahi, che ha 62 anni, è uno dei più noti registi iraniani, nonché tra i più apprezzati in tutto il mondo. In particolare ha vinto la Caméra d’or al Festival di Cannes nel 1995 con il film Il palloncino bianco e il Leone d’Oro a Venezia nel 2000 con Il cerchio. Già nel 2010 era stato arrestato perché accusato di lavorare a un film anti-regime. Nei mesi precedenti si era spesso espresso in favore della rivoluzione verde, una grande manifestazione di popolo contro la vittoria del conservatore Mahmud Ahmadinejad alle elezioni presidenziali del 2009.
Inviso al regime, Panahi ha ricevuto la condanna alla detenzione dopo aver partecipato ai funerali di un ragazzo ucciso dalla polizia nelle proteste del 2009. La sentenza, mai eseguita, è stata riattivata a luglio scorso, di fronte ai tentativi del regista di avere notizie su due colleghi, coinvolti nelle proteste in piazza. La scorsa estate è stato condannato a sei anni di reclusione – come previsto da una sentenza risalente al 2010 – con accusa di “propaganda contro il sistema”. Panahi ha già vissuto per molto tempo agli arresti domiciliari, senza possibilità di allontanarsi da Teheran. Confidava di poter essere rilasciato su cauzione e così è successo. Il suo caso sarà riesaminato a marzo.
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