Pochi giorni fa Lionsgate ha annunciato la produzione di Michael, biopic di Michael Jackson diretta da Antoine Fuqua (Training Day, King Arthur) e scritta da John Logan (Il Gladiatore, Hugo Cabret). Lunedì 30 gennaio il regista in persona ha rivelato via Instagram che Jaafar Jackson interpreterà il Re del Pop. Il ballerino 26enne Jaafar è il nipote di Michael, ovvero il figlio di Jermaine Jackson, che fu il bassista dei Jackson 5. La somiglianza sarà sufficiente a offrire un ritratto meritevole di una delle icone musicali più importanti di sempre?

“È incredibilmente emozionante vedere Jaafar dare vita a Michael – sono le parole del regista – C’è stata una tale connessione spirituale quando ho incontrato Jaafar per la prima volta: ha una capacità naturale di emulare Michael e una grande chimica con la macchina da presa”. E di simile avviso sono il produttore Graham King (The Departed – Il bene e il male, Argo) , che nonostante il casting mondiale dichiara il nipote di Michael la scelta più naturale e soddisfacente, e la madre del cantante, Katherine Jackson: “Jaafar incarna mio figlio. È così meraviglioso vederlo portare avanti l’eredità dei Jackson di intrattenitori e artisti”.

Sarà il primo film di Jaafar Jackson, che probabilmente toccherà da vicino anche gli aspetti che meno vorrebbe conoscere del celeberrimo zio. Infatti le prime indiscrezioni riportavano che la pellicola non tacerà le controversie nella vita del Re del Pop, incluse le accuse di pedofilia e le speculazioni che costellarono gli ultimi anni della sua vita, prima della tragica morte a 50 anni nel 2009 per un arresto cardiaco provocato da un cocktail di sedativi. 

Il coinvolgimento diretto della famiglia Jackson garantisce l’impiego del catalogo musicale dell’artista, ma rende dubbiosi riguardo l’effettiva sincerità con cui saranno esposti i fatti più scabrosi. Visto il trattamento “condizionato” nei recenti Bohemian Rhapsody e Rocketman, infatti, la beatificazione involontaria è l’aspetto più rischioso nel consolidato genere biopic musicale. Tuttavia, per offrire al pubblico una storia tesa degna della vita del cantante, sarà inevitabile un approccio trasparente o quasi alle sue pirotecniche vicende biografiche. 

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Dall’infanzia difficile, quasi strappata in nome della precoce celebrità con The Jackson 5, sino all’età adulta, Michael Jackson è stata una delle star musicali più profittevoli e pure controverse di sempre. Lo sceneggiatore John Logan ha già lavorato con il produttore Graham King nel cult di Martin Scorsese The Aviator, che non si vergogna di raccontare i lati oscuri del filantropo Howard Hughes interpretato da Leonardo Di Caprio; lo stesso King ha poi prodotto la hit sui Queen Bohemian Rhapsody, 900 milioni al boxoffice e svariate nomination agli Oscar, tra cui la vittoria di Rami Malek nei panni di Freddie Mercury.

L’ultima regia di Antoine Fuqua è il dramma sulla schiavitù in America per Apple TV Emancipation, con Will Smith; attualmente sta terminando le riprese di The Equalizer 3 con Denzel Washington in Italia, dopodiché si dedicherà interamente a Michael, per iniziare la produzione nel 2023. Fuqua ha riconfermato al suo fianco il direttore della fotografia Robert Richardson, tre volte premio Oscar e già collaboratore di Quentin Tarantino e Martin Scorsese. Producono Lionsgate e GK Films, con John Branca e John McClain. Secondo Deadline si unirà al team anche Sony, che nel 2009 produsse il documentario This is it, con filmati di repertorio di Michael Jackson.

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Edoardo Borghesio, Redattore