Noi della redazione di Frames Cinema abbiamo aspettato con tutto il cuore che arrivasse ottobre! Non soltanto perché inizia a fare più fresco, le foglie cadono dagli alberi e il mondo si tinge di toni arancioni, ma anche perché, finalmente, possiamo consigliare a tutti voi un modo perfetto per trascorrere queste serate autunnali. Dunque cosa può esserci di meglio di una settimana interamente dedicata al cinema horror? È tempo di indossare il vostro lenzuolo con i buchi e iniziare a fare i popcorn, oggi vi accompagneremo nell’esplorazione dei tanti sottogeneri che formano il cinema horror.
Per iniziare, è importante sapere che l’horror vanta un enorme numero di sottogeneri, per cui ne prenderemo in esame i principali, che sicuramente gli appassionati conoscono molto bene. Questa nostra lista può essere utile anche a chi non ha mai visto un film dell’orrore in vita sua e magari vorrebbe iniziare ad avvicinarsi al genere.
Le prime apparizioni dell’horror al cinema risalgono intorno agli anni ’30, con capolavori del calibro di Nosferatu (1927), Frankenstein (1931), Dracula (1931); tuttora questi film, ambientati prevalentemente in atmosfere ottocentesche tetre e opprimenti, sono stati definiti “horror gotici”, dato che mettono in scena i mostri della letteratura gotica di fine Ottocento. È da queste radici che si sviluppa il genere horror come lo conosciamo oggi, da cui poi si ramificheranno le varie sfaccettature che lo compongono.
Se vi state approcciando per la prima volta al cinema horror, non vi consigliamo di partire subito con un film splatter! Qui sotto avrete quindi a disposizione una comoda lista da consultare ogni volta che volete, perfetta per una bella maratona nella notte di Halloween.
CANNIBAL MOVIE
Tradizionalmente il genere nasce nel 1980, anno in cui viene realizzato Cannibal Holocaust, scritto e diretto dagli italiani Gianfranco Clerici e Ruggero Deodato. Il film (per cui il regista venne addirittura accusato di vari crimini e portato in tribunale) ha dato origine a un vero e proprio filone di opere ambientate in luoghi tropicali abitati da selvagge tribù cannibali, che cercheranno di divorare gli esploratori protagonisti. Di solito questa tipologia di cinema è ricca di scene di violenza grafica, anche piuttosto esplicita. Se volete esplorare il genere vi consigliamo, oltre al già citato Cannibal Holocaust, film come Mangiati vivi! (1980), Natura contro (1988) o The Green Inferno, diretto da Eli Roth (2015).
Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato
HOME INVASION
Cosa c’è di più spaventoso che essere assediati e tormentati mentre si è nella propria casa? Nella nostra mente casa è il luogo dove siamo più al sicuro, e l’home invasion gioca proprio con questo contrasto. Il genere viene accostato anche al thriller, al poliziesco o alla commedia, ma più spesso ricalca alcuni stilemi tipici del cinema dell’orrore, come le atmosfere di tensione elevata. In film di questo genere abbiamo di solito alcuni criminali che assediano l’abitazione delle loro vittime e finiscono per torturare o uccidere i malcapitati. Esempi di film home invasion sono Funny Games (1997), The Strangers (2008), The Purge (2013), Hush (2016) o Us di Jordan Peele (2019).
MONSTER MOVIE
Come si deduce facilmente dal suo nome, questo genere mette al centro del racconto una creatura mostruosa, spesso il risultato di esperimenti andati male, la cui furia distruttiva minaccia intere popolazioni. Il primo monster movie della storia risale al cinema espressionista tedesco, ed è Il Golem di Paul Wegener (1915), ma il film più famoso del filone è King Kong (1933), destinato ad avere enorme fortuna nel panorama cinematografico mondiale anche ai giorni nostri con pellicole come Kong: Skull Island (2017). Il genere è strettamente legato anche alla cultura giapponese, complice di aver ispirato la creazione di Godzilla (1954), il cui mostruoso protagonista è entrato di diritto nella cultura popolare mondiale. Dalla figura di Godzilla nascerà poi una lunga saga che procede ancora oggi con opere come Shin Godzilla (2016) e Godzilla II – King of the Monsters (2019). In questi casi, tuttavia, non parliamo propriamente di horror, ma di una mescolanza di altri generi, tra cui l’azione e la fantascienza. Se volete scegliere qualcosa di diverso da un lucertolone radioattivo o da un gigantesco gorilla, vi consigliamo The Host di Bong Joon-ho (2006) e Cloverfield (2008), ma attenzione al mal di mare con quest’ultimo!
Cloverfield di Matt Reeves
REALITY HORROR
Conosciuto anche con il nome di found footage (“film ritrovato”) o mockumentary (“falso documentario”), il genere nasce dall’esperimento condotto da alcuni ragazzi nel 1999 che ha dato origine alla pellicola amatoriale The Blair Witch Project. La campagna marketing del film voleva che lo stesso fosse frutto del ritrovamento di un video perduto da tre studenti nella loro sfortunata avventura alla ricerca della strega di Blair, nel Maine. Da questa geniale idea nascerà subito un filone molto amato dal pubblico, che produce tuttora pellicole ancora oggi, ma che purtroppo è stato considerevolmente abusato negli ultimi anni. Tra i film più fortunati del genere troviamo REC (2007), The Puoghkeepsie Tapes (2007), Paranormal activity (2007), e in parte Antrum (2018). Anche i già citati Cannibal Holocaust e Cloverfield sono stati girati usando la tecnica del found footage e della telecamera a mano, per concedere ancora più realismo.
SCI-FI HORROR
Avete ormai capito che il cinema horror è ricco di contaminazioni provenienti da altri generi, tra cui, appunto, la fantascienza. I film horror sci-fi hanno al loro interno creature mostruose provenienti da mutazioni genetiche (sfioriamo quindi il confine dei monster movie) o da pianeti sconosciuti. Un tema ricorrente in questo genere è costituito dagli effetti catastrofici che può provocare un uso sconsiderato della ricerca scientifiche e della tecnologia. Rientrano a pieno diritto nel genere e nella cultura popolare le serie cinematografiche nate da Alien di Ridley Scott (1979) e Predator (1987), ma forse il punto più alto raggiunto dal filone è The Thing di John Carpenter (1982), un vero e proprio capolavoro in cui la vita di alcuni ricercatori al polo sud è minacciata da una creatura extraterrestre in grado di mutare la propria forma e prendere le sembianze degli uomini. Spesso nel genere horror sci-fi rientra anche il filone del cosiddetto “body horror”, che ha come tema centrale la mutazione o la metamorfosi del corpo, con un gusto decisamente kafkiano. Padre della tendenza è David Cronenberg, autore del capolavoro The Fly (1986). Sono considerati altri pilastri del genere horror sci-fi lo splendido The Invasion of the Body Snatchers (1956), Event Horizon (1997) o il recente Life (2017).
La cosa di John Carpenter
SLASHER
Il sottogenere slasher deriva dall’inglese “slash”, letteralmente “ferire con un’arma affilata”, e vede come antagonista principale un maniaco omicida che perseguita un gruppo di persone per ucciderle in modo cruento. Come precursore del genere viene spesso indicato Reazione a catena (1971), diretto dall’italiano Mario Bava. Il filone ha avuto particolare fortuna tra gli anni ’70 e ’80, periodo in cui emergono registi del calibro di Wes Craven e nascono saghe che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria cinematografica. Parliamo di figure iconiche come Leatherface (da The Texas Chainsaw Massacre, 1974), Micheal Meyers (Halloween, 1978), Jason Voorhees (Friday the 13th, 1980), il mitico Freddy Krueger (Nightmare on Elm Street, 1980), Pinhead (Hellraiser, 1987) o anche Chucky, la bambola assassina di Child’s play (1988). Oltre queste opere celebri, vi consigliamo di guardare anche la saga di Scream (1996) con protagonista Ghostface, che unisce gli stilemi tipici del cinema horror alla chiara voglia di parodiare il genere stesso, dichiarando esplicitamente sullo schermo quali sono le regole classiche per sopravvivere in un film dell’orrore. Naturalmente, non mancano dibattiti e controversie sull’inserimento o meno di altre opere nel genere slasher: un esempio è rappresentato da Psycho (1960), uno dei precursori del cinema horror, e Shining (1980) di Kubrick.
Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre) di Tobe Hooper
SPLATTER
Il genere splatter, conosciuto anche come gore, non è sicuramente adatto a chi è debole di stomaco. I film del filone sono caratterizzati da violenza esplicita, scorrono litri di sangue sullo schermo e dei personaggi vengono mostrati più i corpi martoriati e lacerati, più che la psicologia. Il genere volge spesso all’esagerazione, con l’intento di disgustare lo spettatore ma anche di farlo ridere con scene volutamente sopra le righe. Lo splatter (che deriva da “to splat”, ovvero “schizzare”) è stato coniato ufficialmente dal regista George Romero nel 1978, anno in cui esce il suo Zombi. Tuttavia, il primo esempio di film splatter è stato Blood Feast di H.G. Lewis (1963), che alla sua uscita provocò un vero e proprio shock negli spettatori, non abituati a immagini tanto cruente quali un cuore estratto dal petto o arti mutilati. La mania splatter esplode negli anni ’70, si mescola allo slasher, vede la nascita di pellicole come Evil Dead di Sam Raimi (1981), per poi scemare tra gli anni ’90 e i primi duemila, con ad esempio Braindead (1992) o House of 1000 Corpses (Rob Zombie, 2003). Il genere ha fortuna anche in Italia, con registi del calibro di Lucio Fulci e Dario Argento (L’uccello dalle piume di cristallo, 1970 e poi Suspiria, 1977) e soprattutto nel cinema orientale. Di produzione giapponese è, infatti, la serie Guinea Pig (1985-1992), divenuta celebre di recente per le sue scene di violenza talmente reali da essere state addirittura considerate autentiche.
TORTURE PORN
Si evince già dal nome che questo genere non è adatto a chi ha mangiato da poco. Nato come una nuova stagione del cinema splatter negli anni duemila, il filone torture porn esige quattro ingredienti principali: torture, mutilazioni, nudità e sadismo. La denominazione si riferisce al porno in quanto le scene di violenza vengono mostrate interamente senza censura, proprio come fa la pornografia nei confronti del sesso. Saw di James Wan (2004) è considerato il capostipite del genere, mentre Hostel di Eli Roth (2006) fu la prima pellicola a meritarsi la definizione. Entrambi i film hanno dato origine a delle saghe e ispirato altri registi nella creazione di opere che hanno come obiettivo principale quello di disgustare e mettere a disagio lo spettatore. Lo sa bene chi ha visto Martyrs (2008), la trilogia di The Human Centipede (2009-2015) o A Serbian Film (2010), pellicole tanto apprezzate dagli appassionati quanto criticate per le scene eccessivamente cruente o per le locandine raffiguranti immagini di violenza grafica piuttosto esplicite. Tuttavia, il genere è entrato nella cultura popolare per la sua capacità di mettere a nudo gli aspetti più bassi dell’essere umano e le tremende crudeltà di cui è capace. A questo proposito, alcuni tendono ad inserire nella categoria del torture porn anche Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini (1975).
Saw – L’enigmista di James Wan
ZOMBIE MOVIE
Tutti ormai conosciamo gli zombie, figure entrate nell’immaginario popolare e protagoniste di film e serie tv di successo ancora oggi. Basta rifletterci un attimo per rendersi conto che il primo zombie della storia fu Frankenstein, creato dalla penna di Mary Shelley, poi portato al cinema per la prima volta da James Whale nel 1931. Tuttavia, il padre dei morti viventi come li conosciamo oggi è il regista George Romero, che nel 1968 presenta al pubblico Night of the living dead, diventato un cult del cinema mondiale. In sostanza, gli zombie sono morti tornati in vita o esseri umani infetti da un qualche tipo di malattia sconosciuta che sviluppano tendenze cannibali. Com’è facile intuire i film di zombie sono spesso molto violenti, con scene di lacerazione di corpi o mutilazione di arti, il tutto condito con larghe dosi di sangue. Romero dirigerà altri capolavori del genere, come Day of the dead (1985), e Zombi – Dawn of the Dead (1978), che vanta la collaborazione con il regista italiano Dario Argento per la sceneggiatura e con il gruppo musicale Goblin per la colonna sonora. Italiano è anche uno dei registi più celebri per il filone degli zombie movie, ovvero Lucio Fulci, noto com l’appellativo di “poeta del macabro” per le sue pellicole particolarmente cruente e ricche di effetti speciali fortemente realistici. Tra le sue opere più famose ricordiamo Zombi 2 (1979) e la Trilogia della morte (1980-1981). Negli anni duemila il genere è mutato, e dall’essere morti viventi gli zombie sono diventati esseri umani infetti da malattie sconosciute, che li spingono alla violenza e al cannibalismo. Esempi di questo filone sono 28 days later (2002), celebre per le scene ambientate in una Londra completamente deserta, I am legend (2007), il già citato REC (2007), World War Z (2013) e il recente The dead don’t die (2019). La figura dello zombie è arrivata anche sul mercato televisivo, con serie come The Walking dead, ancora in produzione dal 2010, e Black Summer, iniziata nel 2019.
La notte dei morti viventi di George A. Romero
HORROR COMEDY
Conoscendo lo splatter, è molto semplice immaginarsi come l’esagerazione degli stilemi tipici del genere possa essere sfruttata per provocare la risata nello spettatore, sicuramente disgustato ma anche divertito, perché consapevole di star assistendo a una scena di violenza del tutto finta. Se ci pensate, è anche più spaventosa l’idea che ci venga da ridere a vedere schizzare del sangue sullo schermo, piuttosto che ci inquieti o ci disgusti la scena; forse è proprio in questo che il cinema horror raggiunge l’obiettivo di mettere in luce la natura umana più bassa e “animalesca”. Il genere della commedia dell’orrore fa la sua comparsa già nel 1945 con Zombies on Broadway, ma le opere più ricordate sono senza dubbio Young Frankenstein (1974) di Mel Brooks e Gremlins (1984), pellicole entrate nella cultura popolare con personaggi e scene diventati iconici. Negli anni duemila il filone ha avuto fortuna, e ha prodotto film tanto ricchi di violenza e interpretazioni sopra le righe quanto esilaranti e di grande intrattenimento. Parliamo di Shaun of the Dead (2004), Zombieland (2009), il cui sequel è uscito nel 2019, e il discusso Cabin in the Woods (2011), che ha il merito di aver parodiato quasi tutti gli stilemi e i personaggi, mostruosi o meno, del cinema horror, guardare per credere!
Zombieland di Ruben Fleischer
SNUFF MOVIE
Infine, ammettiamo che è piuttosto difficile parlare dello snuff, nome con cui si definiscono filmati che riprendono torture ed uccisioni realmente avvenute. Casi di questo genere sono associati ai più efferati killer della storia, come Jeffrey Dahmer o Anatoly Slivko, che erano soliti filmare le proprie vittime per trarre ancora più gratificazione dalla visione dei video. Com’è facile intuire, molti film di finzione premono sulla questione dello snuff per motivi di marketing, inoltre esistono opere che sono state accusate di essere filmati reali di crimini violenti, come la già citata serie Guinea Pig.
Get Out di Jordan Peele
Concludendo questo lungo articolo, siamo consapevoli di aver tralasciato pellicole dell’orrore anche di rilievo, come L’esorcista (1973) o The Conjuring (2013). Non è affatto facile parlare del cinema horror in modo dettagliato senza stilare una lista che sarebbe fin troppo lunga, anche per la nostra settimana a tema. Va detto che in tempi moderni è stato spremuto forse tutto ciò che c’era da spremere dal genere, eppure il cinema horror di oggi vanta alcuni autori a cui va riconosciuto il merito di aver riportato sullo schermo l’angoscia, la tensione e il terrore piuttosto rari al giorno d’oggi; parliamo di Jordan Peele, autore di Get Out (2017) e Us (2019), Robert Eggers, conosciuto per The VVitch (2015) e The Lighthouse (2019), e infine Ari Aster, che ha esordito nel cinema con Hereditary (2018) ed è stato riconosciuto a livello mondiale con Midsommar (2019).
Insomma, che lo vogliate o meno, il cinema horror fa parte delle nostre vite e continuerà a farne parte, in ogni sua sfaccettatura e forma, da quelle che già conosciamo a quelle che magari verranno create in futuro. Adesso sta a voi decidere quali film guardare per la notte di Halloween, noi di Frames Cinema speriamo con tutto il cuore che possiate scegliere questa lista come spunto per le vostre prossime maratone. E mi raccomando, non dimenticate di chiudere la porta a chiave!
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