Dopo tre anni di attesa per l’approvazione e due ulteriori anni di sospensione per la pandemia, il 6 marzo l’attore e doppiatore italiano Giancarlo Giannini ha finalmente ricevuto la sua stella sulla Walk of Fame di Hollywood. 

A 80 anni e visibilmente emozionato, Giancarlo Giannini ha scoperto l’iconica piastrella con la stella rossa su cui è inciso il suo nome a caratteri d’ottone. “Sono molto felice: questa stella da oggi splenderà nel cielo. Ringrazio Hollywood, dove sono molto amato, forse più che in Italia”, ha detto. “La dedico a Lina (Wertmüller), che mi guarda dall’alto e mi aspetta. Forse lassù faremo altri film insieme, ancora più belli”.

La cerimonia

Alla cerimonia erano presenti anche i produttori Barbara Broccoli e Michael Gregg Wilson, che l’hanno voluto in due capitoli della loro saga su James Bond: Casino Royale e Quantum of Solace. Arrivata da Roma anche la vice ministra alla cultura Lucia Borgonzoni: “Un orgoglio per tutta l’Italia è l’occasione per ricordare a noi stessi quanto valiamo nel mondo. Per me è un interprete incredibile, ma di lui amo soprattutto la voce”. Borgonzoni è impegnata anche in un tour per gli studios per attrarre le produzioni statunitensi in Italia.

In attesa della cerimonia della Walk of Fame, l’attore ha ritirato il premio alla carriera del Filming Italy Los Angeles, il festival creato dalla produttrice Tiziana Rocca in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles per promuovere gli artisti e le opere italiani all’estero. Proprio Rocca è stata una delle paladine della candidatura dell’attore italiano presso la camera di commercio di Hollywood che ogni anno sceglie a chi concedere questa celebre onorificenza: “È un sogno che diventa realtà. Giancarlo non è un attore, è un mito”.

La nuova stella

La passeggiata delle celebrità di Los Angeles ogni anno omaggia una trentina di artisti del mondo dello spettacolo, e dall’inaugurazione avvenuta nel 1958 quella di Giannini è la sedicesima stella intitolata ad un italiano, solo la seconda dedicata a un attore uomo: “Siamo in due, io e (Rodolfo) Valentino. E io me la prendo con orgoglio” ha detto in proposito. Tra i precedessori anche Gina Lollobrigida, Lina Wertmüller e il più recente Luciano Pavarotti, la cui stella è stata inaugurata ad agosto 2022.

Il prestigioso riconoscimento è situato sul celebre viale delle celebrità di Los Angeles, all’altezza del civico 6361. La stella di Giannini, la numero 2725, si trova all’incrocio tra Hollywood Boulevard e Vine Street, a pochi passi dai primi Studios aperti all’inizio del Novecento e vicina a quella di Gina Lollobrigida: “Non aver lavorato con lei è uno dei miei rimpianti. Moltissimi anni fa, mi propose di fare insieme una commedia a Broadway, ma poi non se ne fece nulla”.

La carriera di Giannini

Giannini ha raccontato di aver esordito a teatro “per caso: sono stato fortunato perché dopo un anno all’Accademia Silvio D’Amico, Beppe Menegatti mi notò e mi scelse per Puck nel Sogno di una notte di mezza estate. Ballavo con Carla Fracci e Gian Maria Volonté, che si vantavano di aver scoperto un talento. Mi sono detto: qui mi pagano per non fare niente! Continuo un po’, poi cambio mestiere. E invece, sono ancora qui”. Ha poi recitato in pietre miliari della cinematografia italiana come Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro del mare d’agosto (1974), capolavori di Lina Wertmüller. 

In occasione dell’imminente riconoscimento, Giannini ha ricordato la regista, nel 2019 omaggiata da una stella sulla Walk of Fame e nel 2020 vincitrice del Premio Oscar alla carriera: “Finalmente ci siamo” ha detto all’Ansa, “per me è un grande onore e lo devo tutto a Lina Wertmüller: non sarei qui se non avessi avuto lei a valorizzarmi. Venivamo qui con le pizze dei film sottobraccio per farle vedere a un produttore locale. Era un genio, purtroppo poco apprezzata in Italia”.

Artista versatile, Giannini ha spaziato tra i generi cinematografici, dalla commedia all’italiana ai film drammatici fino alla saga di spionaggio 007 negli episodi Casino Royale (2006) e Quantum of Solace (2008). In veste di doppiatore, Giannini ha prestato la voce a Jack Nicholson e ad Al Pacino

Le parole dell’attore

Giannini annovera nella lunga carriera non solo la candidatura agli Oscar del 1977 come Miglior attore per l’interpretazione del “guappo” Pasqualino Frafuso in Pasqualino Settebellezze (1976), ma anche innumerevoli premi italiani e internazionali, tranne uno: “A Hollywood mi danno la stella, a Venezia non mi hanno dato neanche un gatto nero” ha ironizzato l’attore. “Sono stato candidato all’Oscar, ho vinto a Cannes, tanti Donatello e Nastri d’Argento ma mai un Leone. In genere, si dice: ‘danno premi a cani e porci’ ma evidentemente non è così”

Prosegue: “Ultimamente poi premiamo i nomi stranieri. Abbiamo un sacco di italiani bravissimi, vedi Eduardo de Filippo, noi che abbiamo inventato la commedia dell’arte, l’opera… Mi è scappata questa frase durante un’intervista e tutti mi hanno attaccato come bestie: scusatemi De Niro, Pacino, Scorsese… Quando Spielberg fece E.T. andai con lui alla proiezione e, una volta finito, gli feci i complimenti dicendogli che bellissima idea aveva avuto. E lui mi disse, scioccandomi: ‘Ma che idea e idea, l’ho copiata da voi, da Miracolo a Milano, ho sostituito le scope di De Sica con le biciclette dei bambini’”.

L’attore e doppiatore è molto felice di questo prestigioso riconoscimento alla propria carriera: “La stella è meglio di un Oscar, a cui pure fui candidato nel ’77 per Pasqualino Settebellezze, perché significa ‘essere una stella per sempre’”. Mentre attendeva quella ufficiale, Giannini ha creato una stella provvisoria nella casa di campagna: “Erano tre anni che aspettavo questa notizia, al punto che me l’ero già fatta da solo nella mia villa. L’ho scolpita sul vialetto d’accesso a casa, in campagna. Vada come vada, mi sono detto, questa non me la leva nessuno… Me la sono fatta con queste mani, di granito e con una composizione d’oro, senza nome, solo la stella. Era un premio al quale tenevo tanto”

Questo articolo è stato scritto da:

Edoardo Borghesio e Enrico Borghesio, Redattori news