“I like finding the ugliness in humans. I love being raw. I love being given a script where it challenges myself and I have never picked a role unless I’ve been scared of it.”

Florence Pugh compie ventotto anni e in un solo decennio di carriera è già diventata un volto noto, nonché spesso apprezzato, del panorama cinematografico internazionale. 

Nata a Oxford nel 1996, ha debuttato sul grande schermo con il thriller The Falling (2014), ambientato negli anni Sessanta in una scuola femminile inglese, dove interpreta una delle protagoniste accanto a Maisie Williams. Nel 2016 ottiene il primo ruolo da protagonista: Catherine in Lady Macbeth, dramma storico di William Oldroyd prodotto dalla BBC Films. Nonostante questo film abbia avuto scarso successo al botteghino, il talento dell’attrice non è passato inosservato: solo due anni dopo,  nel 2018, interpreta Cornelia nel Re Lear di Richard Eyre, lavorando insieme a figure del calibro di Anthony Hopkins ed Emma Thompson

Il 2019 è l’anno di Fighting with my family (Stephen Merchant) nel ruolo della giovane wrestler Paige, ma è anche e soprattutto l’anno di Piccole donne e Midsommar che, insieme a Oppenheimer, sono sia i titoli più importanti della sua carriera dal punto di vista professionale sia i più commentati anche dal grande pubblico. L’attrice ha parlato apertamente della sua preferenza per i ruoli “difficili”, i personaggi tormentati che le permettono di portare sulla scena emozioni complesse e di forte intensità. Come vedremo di seguito questa predilezione ha dato ottimi frutti, soprattutto nei lavori più recenti. 

Tra i rari casi in cui la si può trovare in contesti più vicini alla commedia finora ci sono i doppiaggi: nel 2022 ha prestato la voce ai personaggi di Sarah in Human Resources, spin-off della serie animata di Netflix Big Mouth, e Goldilocks ne Il gatto con gli stivali 2.

Nel frattempo è entrata a far parte anche del Marvel Cinematic Universe, dove interpreta Yelena Belova in La vedova nera (Cate Shortland, 2021) e nella miniserie Hawkeye. È già stata confermata la sua partecipazione a Thunderbolts in uscita nel 2025. 

Inoltre, nel 2024 la vedremo in Dune 2 nei panni della principessa Irulan.

Piccole Donne (Greta Gerwig, 2019)

Nell’adattamento dell’omonimo romanzo di Louisa May Alcott, diretto da Greta Gerwig,     Pugh interpreta Amy, la più giovane delle sorelle March. Trattandosi del personaggio che evolve in maniera più evidente durante il racconto, passando dalla preadolescenza all’età adulta, in molte versioni di Piccole donne Amy è interpretata da due attrici diverse. Pugh riesce da sola ad essere sufficientemente credibile in tutte le fasi di questi cambiamenti, incarnando i tratti della Amy più infantile senza per questo ridurla a uno stereotipo di sorellina capricciosa: le ha dato lo spessore che serviva da fondamenta per poi “costruirci sopra” la Amy adulta. Questa performance le è valsa la candidatura come miglior attrice non protagonista sia ai BAFTA che agli Academy Awards del 2020. Qui trovate un articolo dedicato al film di Gerwig.

Midsommar (Ari Aster, 2019)

Nell’horror di Ari Aster Pugh interpreta Dani, una ragazza americana che, in seguito a una tragedia familiare, decide partire con il fidanzato Christian (Jack Reynor) e i loro amici per un remoto villaggio svedese, dove assisteranno ai festeggiamenti per il solstizio d’estate, “midsommar” appunto. Dani è un personaggio profondamente infelice, non solo a causa della perdita che ha appena subito ma anche per la solitudine in cui vive: il suo dolore non raggiunge mai Christian, con il quale è in crisi, né altri personaggi, e tutto lo svolgersi della trama trasmette un senso di freddezza e incomunicabilità. Questo fino a che Dani non troverà un posto che sembra preparato apposta per lei, all’interno del luogo surreale di cui lei e i suoi amici sono caduti prigionieri, attraverso una serie di eventi catartici in grado di offrirle lo spazio che non riusciva a prendersi nella sua vita di prima.

Oppenheimer (Christopher Nolan, 2023)

A proposito di spazi e di capacità espressiva, il ruolo di Jean Tatlock nell’ultimo capolavoro di Nolan non è sicuramente in primo piano né per minutaggio né per approfondimento delle dinamiche tra lei e il protagonista, poiché la pellicola si concentra di più sul ruolo che il fisico ha avuto nella storia americana che sulla sua vita privata. Merita tuttavia di essere ricordato perché è anche questo un ottimo esempio della capacità di Florence Pugh di trasmettere storie tormentate, tragiche come in questo caso, caratterizzando con realismo ciascuna delle donne che interpreta.

Federica Rossi,
Redattrice.