Era il 1946 quando Walt Disney, in collaborazione con Salvador Dalì, avviò un progetto ambizioso e curioso. Il cortometraggio Destino fu terminato solo nel 2003 dalla Walt Disney Company, per mancanza di fondi all’epoca del suo iniziale sviluppo a causa della Seconda guerra mondiale. Solo i primi secondi infatti riuscirono ad essere creati, e mantennero il loro fascino per ben 58 anni, quando Roy, il bisnipote di Walt Disney, decise di riprendere in mano il progetto. Un tempismo particolare che permise di coronare le aspirazioni di Walt Disney, Dalì e Hench (artista Disney che contribuì con molti bozzetti) sommando la computer grafica all’animazione classica, in un’ottica di avanguardismo tecnologico. Vediamo raccontata, in sei minuti, una tragica storia d’amore tra il Tempo personificato e una donna mortale, una bellissima e leggiadra ballerina. La trama si sviluppa all’interno di ambientazioni surreali, in cui è evidente la firma dell’artista, che vanno a richiamare quei processi onirici tanto cari a Dalì. In questo paesaggio surrealista la ballerina si muove aggraziata andando alla ricerca della sua anima gemella, in luoghi mutanti in cui non mancano ostacoli che si frappongono tra lei e il suo oggetto del desiderio. Questa disperata ricerca dell’amore è un tema ricorrente nei film Disney, e non è improbabile che ci siano legami tra la donna e le principesse dei più grandi classici. L’itinerario che percorre è costellato di simboli maschili (torre e piramide) e simboli femminili (conchiglia, fontana) che portano con sé diverse allegorie: amori effimeri, la società che giudica, luoghi di conforto dove rifugiarsi momentaneamente. Giungerà il momento in cui la bellissima ballerina riuscirà a toccare i vertici emotivi del suo viaggio e, con una danza sinuosa e armoniosa, porterà il destino a cedere: la statua di Crono si romperà e la figura umana che impersonifica il Tempo uscirà fuori, libera per pochissimo. Nuovi impedimenti si interporranno tra i due, finché il Tempo non tornerà alla sua vera dimensione. La ragazza si scioglierà, la statua verrà ricomposta. 

La colonna sonora che accompagna il racconto è composta dalle note del compositore messicano Armando Dominguez, che perfettamente si adattano alle atmosfere che si desiderava trasmettere. Tuttavia il caricamento del corto su youtube portò gli utenti a tentare le più fantasiose combinazioni e i più impensabili accostamenti, arrivando talvolta a risultati eccezionali, come con il brano Time dei Pink Floyd, che inaspettatamente vi si adatta molto bene.

All’epoca della sua realizzazione iniziale fu difficile contenere l’entusiasmo di Dalì di fronte al progetto. L’animazione si era rivelata la risposta alle sue ricerche creative per un mondo mutante di esseri distorti. Troppe idee e una frenesia tale da non riuscire a realizzarle tutte risultarono in otto mesi di lavoro solamente per pochi secondi. Addirittura l’artista pretese di avere animali veri in studio a cui ispirarsi. Chiaramente il suo estro e il suo entusiasmo non furono facili da conciliare con la situazione dei debiti che imperversava. Così il cortometraggio fu abbandonato, ma il suo potenziale intrinseco riuscì a fare in modo che questa idea non smettesse di affascinare, fino al suo vero e proprio compimento.

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Gaia Fanelli, Redattrice