Grande successo di critica e pubblico in patria, trasmessa e conosciuta pochissimo in Italia, Curb your enthusiasm è una serie ideata da Larry David e trasmessa da HBO. Se ne parla molto tra gli addetti ai lavori, e viene messa nello scaffale della quality tv targata HBO, poco distante da I Soprano e The Wire, per i suoi contenuti profondamente innovativi nell’ambito della serialità comedy.

La serie, arrivata all’undicesima stagione l’anno scorso e già rinnovata per una dodicesima, nasce come costola di uno special datato 1999, Larry David: Curb your enthusiasm, mockumentary sullo scorbutico comico e produttore televisivo Larry David. Non un nome nuovo per gli appassionati: è il co-creatore, assieme al comico Jerry Seinfeld, della seminale sit-com Seinfeld, anticipatrice di buona parte delle serie comedy contemporanee. Al centro della serie di Seinfeld e David troviamo quattro amici trentenni, cinici, egocentrici e indifferenti ai disastri che provocano nelle vite altrui, durante le loro disavventure. Un concept originale per l’epoca, quello dello “show about nothing”, che Larry David riprende e approfondisce in Curb your entusiasm, portandolo alle estreme conseguenze.

DI REGISTI, ATTORI E PRODUTTORI

In Curb your enthusiasm, Larry David interpreta sé stesso. Anziano produttore televisivo newyorkese, famoso per il successo di Seinfeld, Larry David conduce una vita agiata tra le colline di Los Angeles, perennemente in bilico tra inamidata way of life alto-borghese e disastri inaspettati.

Una delle novità più evidenti è l’assenza di un confine netto tra realtà e finzione. La serie sceglie un approccio semi-documentaristico ma senza replicare il formato mockumentary, e un ampio ricorso all’improvvisazione -che genera occasionali esternazioni out of character da parte degli interpreti, non immuni all’assurdità delle vicende- su un canovaccio di partenza che scandisce le storie dei singoli episodi e la trama orizzontale delle stagioni. I dialoghi ripropongono il quotidiano brusio delle conversazioni di tutti i giorni, ingigantendone nevrosi e meschinità. Il più piccolo fastido quotidiano, per azione di un personaggio privo di filtri e consapevolezza sociale come Larry David, degenera puntualmente in abnormi disastri.

Sfondo della quotidiana lotta di Larry David contro tutti è una Los Angeles -e, nell’ottava stagione, New York- dalle numerose possibilità per creare imbarazzo e scompensi, soprattutto tra le celebrità che David si trova tra i piedi. Che siano litigare con Ben Stiller su una frase di circostanza cui nessuno baderebbe, recitare in un gangster movie di Martin Scorsese o in una riproposizione di The producers di Mel Brooks, o perfino visitare gli uffici della HBO, giusto per essere meta-televisivi fino in fondo. Un affollato mondo di cameo celebri -quelli appena menzionati sono solo la punta dell’iceberg-, tutti interpretati da loro stessi, tutti variabilmente permalosi e suscettibili ai fastidi creati dall’uragano David.

COME ROVINARE UNA FESTA

Larry David attraversa la serie di disavventure e catastrofi con l’imperturbabilità di una figura archetipica contemporanea: a volte vincitore, molto più spesso perdente, ma anche involontario complice delle meschinità dei costrutti sociali. Un perenne elemento di disturbo nelle norme più radicate, che provoca nello spettatore ilarità e imbarazzo in egual misura.

Nella sua disamina della fragilità delle norme sociali, Curb your enthusiasm è la serie che, più di tutte, ha affinato l’arte della comicità sull’imbarazzo. Tutto diventa occasione di risate e disagio, dalla malattia alla morte all’ebraismo. Non mancano momenti di umorismo più tradizionale e gag ricorrenti – la tipica risposta di Larry “pretty, pretty, pretty, pretty, pretty good”, divenuta la catch-phrase della serie-, ma la serie trae la sua forza dalla messa in ridicolo della convenzione, di ciò che la gente bene ritiene giusto e corretto.

L’idea di “politicamente scorretto” fin troppo spesso diventa solo una scusa per giustificare umorismo becero e offensivo, oppure per porsi da sé in una posizione di presunta superiorità morale o intellettuale. Curb your enthusiasm politicamente scorretto lo è con una facciata di sorniona indifferenza, che non risparmia niente e nessuno, soprattutto il suo stesso protagonista. È questo a rendere Curb your entusiasm un unicum nel panorama delle serie comedy: il suo sguardo ambiguo, sul filo del rasoio tra comicità e malessere, che ci fa ridere delle quotidiane disgrazie del protagonista e che, allo stesso tempo, ci fa provare invidia per la sua assenza di filtri, e per la sua capacità di scoprire i punti fragili dei nostri rapporti quotidiani.

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Valentino Feltrin, Redattore