Cunk on earth è probabilmente una delle migliori serie presenti su Netflix dell’ultimo periodo, che non sembra però aver ancora avuto il riconoscimento adeguato. Rilasciata nel settembre del 2022 sul BBC two, è apparsa su Netflix solo nel gennaio 2023. Cunk on earth è un mockumentary che ha come protagonista Philomena Cunk (Diane Morgan), una giornalista impegnata in un progetto di divulgazione della storia della civiltà, dal suo principio fino al presente. Il personaggio era già apparso in Charlie Brooker’s Weekly Wipe (un programma creato da Charlie Brooker, produttore anche di Cunk on earth) e in altri quattro film e serie con la medesima impostazione (Cunk on Shakespear, Cunk & other humans, Cunk on Christmas, Cunk on Britain)

Nei cinque episodi in cui racconta la storia dell’umanità, Philomena Cunk rivolge ad alcuni tra i più importanti studiosi a livello mondiale delle domande completamente inadeguate al contesto, che si caricano di maggiore ironia se poste con l’atteggiamento di seria compostezza che la giornalista assume.

“Cosa ebbe il maggior impatto culturale: il Rinascimento, o Single Ladies di Beyoncé?”

Cunk viaggia così lungo il globo terrestre, affrontando temi come la diffusione del cristianesimo, le scoperte di Copernico, l’invenzione degli aerei e la guerra fredda. Argomenti anche spesso delicati non vengono risparmiati dallo humor inglese dello stesso stampo di quello di Ricky Gervais, con cui l’attrice aveva già lavorato diverse volte (la troviamo anche in Afterlife) e che è alla base del mockumentary. Più pungente in alcune scene che in altre, specialmente quando Philomena spiega come “gli smartphone oggi siano alla portata di tutti e siano così semplici da usare e persino da costruire che persino i bambini ci riescono”. 

Diane Morgan mette in atto questa parodia delle forme di divulgazione della storia con costanti riferimenti alla cultura pop, relazionando situazioni manifestatesi diversi secoli fa come la nascita dell’impero cinese con i migliori brani della techno belga come Pump up the jam. Il legame tra i due eventi? Assolutamente nessuno. Così come quello tra la figura di Gesù Cristo e il politically correct, ma questo non le impedirà di domandare alla professoressa Kate Cooper, docente di storia all’università di Londra, se possa definire Cristo la prima vittima della cancel culture. Letteralmente.

“Gesù fu ucciso perché alla gente non piaceva quello che diceva. Dunque, potresti definirlo come la prima celebrità vittima della cancel culture?”

“Penso che la cancel culture presupponga in qualche modo l’idea che le persone abbiano visto Gesù come il rappresentante di qualcosa che loro conoscevano bene…”

“Oh no, scusa, non era una domanda. Ti sto proprio chiedendo di dire che fu la prima celebrità vittima della cancel culture ai fini del nostro show. Sai, è giusto per avere dei titoli con frasi ad effetto”

Diane Morgan lascia il pubblico spiazzato e confuso, incapace di reagire in un modo diverso dal ridere davanti all’assurdità delle sue interviste. Di sottile comicità si caricano anche le personali reazioni degli esperti, che, come da programma assecondano le modalità del dialogo, ma si evince perfettamente chi si diverta di più e chi sembra quasi innervosirsi. Sembra infatti quasi che alcuni siano stati colti alla sprovvista e siano infastiditi dal nosense dei discorsi di Philomena. In realtà erano tutti consapevoli e coinvolti nell’idea del falso documentario, ma la bravura di Diane Morgan provoca comunque diverse risposte divertenti.

Ci sono molti aspetti su cui Cunk on earth fa riflettere. Si tratta di un semplice stravolgimento comico dei documentari di storia? O è possibile leggervi anche il riflesso dell’approccio delle nuove generazioni alla cultura? 

Qualsiasi fosse l’intento dei creatori, il prodotto finale risulta perfettamente riuscito, in grado di cogliere di sorpresa e disorientare, ma restando fino all’ultimo episodio creativo e divertente.

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Gaia Fanelli, Redattrice