Una reinterpretazione del corpo femminile tra conoscenza scientifica e arte contemporanea.
La mostra Cere anatomiche, situata alla Fondazione Prada di Milano e accessibile dal 24 marzo al 17 luglio 2023, vede la collaborazione del regista e sceneggiatore David Cronenberg con La Specola di Firenze, il museo di storia naturale. Tredici cere realizzate dall’Officina ceroplastica dell’Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo, create con scopi scientifici per lo studio delle anatomie dell’uomo sono qui ricontestualizzate e rese protagoniste di un vivo dialogo con l’ambito artistico e cinematografico contemporaneo. L’itinerario dell’esposizione prevede in un primo momento la visione di un cortometraggio diretto dal regista, Four Unloved Women, Adrift on a Purposeless Sea, Experience the Ecstasy of Dissection (Quattro donne mai amate, alla deriva su un mare senza scopo, sperimentano l’estasi della dissezione).
Come spiega il titolo stesso, quattro delle tredici cere della collezione vengono mostrate intente a prendere il sole su dei materassini gonfiabili, spostate dolcemente dai movimenti dell’acqua. La macchina da presa si muove con particolare minuzia sui dettagli degli organi interni delle cere, progettati proprio per fuoriuscire dai corpi e prestarsi ad essere osservati. La volontà degli scultori delle quattro donne, come spiega Cronenberg stesso, era stata quella di non dipingere sui loro volti espressioni di dolore e sofferenza, di conseguenza la gestualità rappresentata e la mimica del viso sono le più quiete possibili.
Un forte contrasto quindi con l’impressione generata dai torsi dissezionati, che trasforma l’atarassia del volto in una manifestazione di estasi, implementata dal sonoro del film.
Al termine del corto ci si sposta al piano superiore, dove si possono trovare, stavolta ordinatamente disposte all’interno di teche di vetro, le medesime cere, insieme a nove sezioni di corpo della Sala dell’Ostetricia e diversi disegni. Lo spettatore può in questo modo riflettere sull’interazione tra i corpi esposti e differenti circostanze, e i diversi sensi che scaturiscono dai contesti. Questa possibilità viene realizzata con maestria dal regista, che era rimasto colpito dall’espressività particolare dei volti e vi aveva intravisto il dualismo intrinseco della dissezione: agonia e piacere. Un concetto che si ritrova spesso nei suoi film, in particolare nel suo ultimo lavoro, Crimes of the future (2022), in cui la sessualizzazione del dolore fisico tramite lo sventramento è un tema ricorrente che viene proprio elevato al rango di performance artistica.
Il corpo femminile è centrale nell’esposizione e il suo ruolo, relazionato con lo studio dell’anatomia e con la rappresentazione della donna nella cultura contemporanea, mette in risalto il lato artistico della conoscenza scientifica. Un’interazione che viene evidenziata agli occhi di uno spettatore invitato in questo modo a rivalutare il suo punto di vista sugli argomenti trattati.
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