Christopher Nolan è uno dei registi più celebri e influenti della sua generazione, autore di diversi lungometraggi apprezzati da pubblico e critica, spesso campioni di incassi e premiati con numerosi riconoscimenti. Fra questi si contano la trilogia di cinecomic del Cavaliere Oscuro, i fantascientifici Inception e Interstellar, ma anche Oppenheimer, biopic sull’inventore della bomba atomica che è valso a Nolan il suo primo Oscar alla regia.
I cortometraggi di Christopher Nolan
Se i film più famosi di Christopher Nolan sono giustamente i lungometraggi, meno noti sono i corti che ha realizzato lungo tutto il corso della sua carriera. La filmografia di Nolan infatti conta quattro cortometraggi, di cui tre realizzati in gioventù (Tarantella nel 1989, Larceny datato 1996 e Doodlebug del 1997) e un quarto prodotto nel 2015 e intitolato Quay.
Quay è un caso a parte, in quanto si tratta di un documentario di una decina di minuti a proposito dei gemelli Stephen e Timothy Quay, animatori in stop-motion che hanno profondamente influenzato lo stile di Nolan. Nel 2015, ormai all’apice della fama dopo aver diretto Interstellar, egli curò personalmente una retrospettiva a New York sui fratelli Quay, ai quali dedicò il suo primo documentario che fu proiettato unicamente in quell’occasione.
Ma sono i tre cortometraggi d’esordio di Nolan ad attirare maggiormente l’attenzione, perché, per quanto i mezzi a disposizione del regista siano ovviamente cambiati nel corso degli anni, i temi centrali della sua poetica (la manipolazione del tempo, il sogno, l’ossessione e la memoria) sono rintracciabili sin dai suoi primi passi nel mondo del cinema. Recuperare questi corti è d’obbligo per i fan di Nolan ma anche per i curiosi che vogliono sapere da dov’è partito uno dei registi più influenti del presente.
La promessa: Tarantella
Christopher Nolan iniziò a girare brevi cortometraggi già da bambino, ma la sua opera d’esordio è considerata Tarantella, corto surrealista realizzato a 19 anni insieme all’amico Roko Belic, con richiami a Hitchcock e Un chien andalou.
Nel settembre 1990 Tarantella andò in onda sull’emittente PBS, all’interno del programma Image Union che mostrava film indipendenti creati da artisti e attivisti. Per molto tempo si pensò che il corto fosse andato perduto, ma è stato ritrovato nel 2021 in un’archivio e caricato online, tuttavia la stessa società produttrice di Christopher Nolan lo ha fatto rimuovere dopo un mese per violazione di copyright.
Il corto, di poco meno di cinque minuti di durata, parla di un giovane uomo in preda a un incubo su una tarantola, di difficile interpretazione e con effetti ottici, proiezioni, carrellate e riprese inverse (tra cui una con un bicchiere che fa pensare subito a Tenet). Sono innegabili il fascino e la capacità di costruire tensione, soprattutto grazie a un sonoro incalzante che ricorda i lavori più maturi di Nolan. La dimensione onirica non può che richiamare Inception e l’inizio del corto è girato in maniera piuttosto simile alle prime scene di Oppenheimer, che vedono il futuro scienziato funestato da visioni di un universo nascosto.
Tarantella fu realizzato con una cinepresa Super 8 che Nolan si fece prestare dai genitori, e coinvolge Jonathan Nolan (il fratello di Christopher e co-autore di numerose sue sceneggiature) come protagonista e lo stesso Christopher (qui nel suo unico credito attoriale) nella parte di un oscuro individuo incontrato dal protagonista. Il co-autore del corto, Roko Belic, è successivamente diventato un documentarista, nominato all’Oscar per il lungometraggio d’esordio Genghis Blues, e ha realizzato un paio di documentari inseriti nei contenuti speciali di Inception e di Il Cavaliere Oscuro.
La svolta: Larceny
Come ha scritto un un giornalista del New York Times che nel 2024 ha tentato di risalire a Larceny, “questo è il cortometraggio che Christopher Nolan non vuole che vediate”. Si tratta effettivamente dell’unico lavoro del regista che non è mai stato distribuito e del quale dunque non esistono copie pubbliche, mentre le copie private del cast e della crew sono gelosamente custodite su indicazioni dello stesso autore.
Christopher Nolan non studiò cinema, ma letteratura inglese presso lo University College of London (UCL), che scelse per l’attrezzatura disponibile presso la Film Society, dalla quale noleggiò una Arri 16BL per realizzare il suo secondo cortometraggio. Larceny fu proiettato solo una volta, presso il Cambridge Film Festival dello stesso anno, dove furono lodati in particolare il lavoro di camera a mano e il ritmo, e il corto fu etichettato come uno dei migliori (se non il migliore) realizzato dalle generazioni recenti della UCL Film Society.
L’intero corto, di circa nove minuti, fu girato in un solo weekend presso l’appartamento di Nolan, aiutato da altri studenti che conobbe presso la UCL Film Society: Emma Thomas, futura moglie e partner produttiva di Christopher, che fu l’assistente di produzione di Larceny; il compositore David Julyan, che musicò tutti i suoi film fino a Insomnia, e l’attore Jeremy Theobald, che poi sarebbe tornato a collaborare con Nolan in Following (parzialmente ispirato a Larceny) e con piccoli ruoli in Batman Begins e Tenet. Nonostante abbia confermato di aver perso la propria copia VHS del corto, è proprio grazie a Theobald che siamo a conoscenza della trama di Larceny, che ruotava attorno a un’effrazione e a un litigio fra tre uomini a proposito di una donna.
Il prestigio: Doodlebug
Doodlebug è l’unico cortometraggio di Christopher Nolan disponibile sul web (eccolo qui), e forse la ragione per cui il regista non si affanna a tenerlo nascosto è che dimostra una padronanza tecnica e artistica molto maturata rispetto ai lavori precedenti, soprattutto nell’esposizione di temi che saranno centrali nei lungometraggi successivi. Doodlebug è un thriller psicologico, ancora una volta girato in 16mm bianco e nero come il precedente Larceny, sempre grazie al contributo dell’UCL Film Society e con l’aiuto di Emma Thomas alla produzione, David Julyan alle musiche e Jeremy Theobald protagonista.
(Attenzione spoiler! Leggete questo paragrafo solo dopo aver visto il corto se non volete rovinarvelo!) Doodlebug dura solo tre minuti e mostra un uomo malconcio che cerca di uccidere un insetto all’interno di un appartamento ancora più disordinato. Improvvisamente quello che sembrava l’insetto si scopre essere una versione miniaturizzata dell’uomo: i due cloni agiscono allo stesso modo, ma con un leggero differimento tra l’uno e l’altro; quando finalmente l’uomo riesce a uccidere l’insetto, egli stesso viene colpito immediatamente dopo da una versione gigantesca di se stesso.
Il primo tema che emerge è l’ossessione dell’uomo, che desidera uccidere l’insetto per governare un caos apparentemente ingovernabile (come quello generato dal Joker di The Dark Knight), ossessione accresciuta dal costante ticchettio di orologio (presente anche in molti lungometraggi successivi), ma anche il doppio (tema che ritornerà in The Prestige), il paradosso temporale inserito in una struttura ricorsiva come quella di Inception e il differimento rinvia a Tenet. Nolan mette in scena la sua metamorfosi kafkiana, nella quale non è chiaro se l’uomo diventi insetto o l’insetto diventi uomo, perché il suo destino è finire schiacciato in ogni caso. Comparendo sia in Tarantella che in Doodlebug, l’insetto diventa inoltre un tema ricorrente nei corti di Nolan, come simbolo di paura e inquietudine similmente a quanto fa il pipistrello in Batman Begins, e testimoniando una potenzialità ancora inesplorata nel genere horror.

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