È stata presentata, la sera del 15 maggio, parte del ricco programma del festival Il Cinema Ritrovato, organizzato dalla Cineteca di Bologna nel capoluogo dell’Emilia-Romagna. Trattasi di un festival cinematografico che si svolge tra fine giugno ed inizio luglio (in questo caso, le date vanno dal 24 giugno al 2 luglio) e che accoglie diverse sezioni, ricche di piccole chicche, provenienti da tempi e spazi diversi, o capolavori restaurati.
La locandina
La prima rivelazione è stata quella della locandina che fungerà da rappresentazione di tutto il Festival. Dopo il sensuale ballo di Stefania Sandrelli e Dominique Sanda ne Il conformista, la cui immagine era stata usata l’anno scorso, per l’edizione del 2023 si è scelto anche stavolta il fotogramma di un film italiano. Si tratta di Quién sabe? del maestro Damiano Damiani, un western politico con protagonisti Gian Maria Volontè, Lou Castel, Klaus Kinski e Martine Beswick. Possiamo presumere che sarà presente nella programmazione del festival, ma non conosciamo ancora con certezza la data di proiezione.
Le proiezioni in piazza e gli ospiti
Una delle particolarità del Festival del Cinema Ritrovato e uno degli eventi più attesi è certamente l’inizio delle proiezioni sul maestoso schermo in Piazza Maggiore. Queste cominciano poco prima dell’inizio del festival vero e proprio (per la precisione, quest’anno il 20 luglio) e proseguono anche successivamente, accompagnando i bolognesi per quasi tutta l’estate.
Film d’apertura del Festival, quest’anno, sarà Io ti salverò (Spellbound) di Alfred Hitchcock, con Ingrid Bergman e Gregory Peck. Particolarità della pellicola sono la presenza di alcuni fotogrammi a colori nonostante l’uso predominante del bianco e nero, e una sequenza onirica che ha visto l’intervento diretto di Salvador Dalí.
Altre date certe sono quelle dei concerti, con la presenza dell’Orchestra del Teatro Comunale ad accompagnare con la propria musica due capolavori del cinema muto. Quest’anno gli appuntamenti sono martedì 27 e venerdì 30 luglio. I due film che saranno musicati dal vivo sono stati entrambi restaurati dal MoMA di New York. Si tratta di Il ventaglio di Lady Windermere (1925, Ernst Lubitsch), con musica composta da Stephen Horn, e Stella Dallas (1925, Henry King), con musica di Timothy Brock.
Brock si è occupato dell’accompagnamento musicale di un altro grande appuntamento da non perdere (probabilmente non mostrato in Piazza), ovvero La donna di Parigi, primo film drammatico di Charlie Chaplin che quest’anno compie il proprio centenario.
Sempre in Piazza sarà mostrato Bellissima di Luchino Visconti, storia di una madre che tenta di portare la figlia bambina al successo. Questo film rientra in ben due sezioni del Festival: quella dedicata alla sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico e quella in onore dell’attrice Anna Magnani, a 50 anni dalla morte. In particolar modo, per questa proiezione saranno presenti i 3 figli di D’Amico.
A chiudere il festival sarà un classico più recente: The dreamers (Bernardo Bertolucci), che compie “solo” vent’anni. A presentarlo, oltre al produttore Jeremy Thomas, ci sarà un super ospite per il quale non dubitiamo che la Piazza si riempirà: il regista Luca Guadagnino (Chiamami col tuo nome, Bones and all).
Possibilmente in Piazza sarà presentato anche Blow Out (1981, Brian De Palma), film con protagonista John Travolta sulla post produzione sonora dei film. Ad introdurlo sarà presente il compositore Pino Donaggio. Questi ha collaborato con De Palma per sette volte, oltre ad aver lavorato con altri grandi del cinema nazionale ed internazionale.
Altro ospite di questa edizione sarà il regista Joe Dante (Gremlins), a Bologna per presentare il suo primo film: The Movie Orgy, un documentario di più di 5 ore che verrà mostrato nella sezione Pratello Pop, dedicato a restauri di film più di nicchia.
Infine, sarà ospite fissa del Cinema Ritrovato Thelma Schoonmaker, montatrice da (3!) Oscar. Sarà presente per presenziare alle proiezioni dei film del defunto marito, Michael Powell, a cui è stata dedicata una piccola sezione. In particolar modo, in Piazza sarà proiettato Narciso nero (1947) con Deborah Kerr, la storia di una suora che si trova con alcune consorelle a gestire una missione in condizioni ambientali avverse che risvegliano fantasmi del passato.
Il pratello pop
Il Cinema Ritrovato conferma anche per il 2023 una novità introdotta l’anno passato, ovvero la proiezione a tarda notte, nel Cinema Europa, di alcuni classici restaurati ma non portati nelle altre sale per via del loro statuto di cult “minori”.
Alcuni dei titoli che verranno proiettati in questa sezione, denominata “Pratello Pop”, includono il già citato The Movie Orgy, The World’s Greatest Sinner di e con l’attore Timothy Carey (Orizzonti di gloria) e il film animato Le maître du temps (1970, Jean-Daniel Pollet).
Classici…
Come sarà emerso anche da una sommaria scorsa ai titoli finora presentati, Il Cinema Ritrovato è il luogo ideale per recuperare, in alta definizione e in pellicola, grandi classici della storia del cinema.
Alcuni film che possiamo aspettarci di vedere durante questa edizione, oltre a quelli già citati, comprendono La donna della retata di Ozu (di cui ricorrono i 120 anni dalla nascita), Il grido (1957, Michelangelo Antonioni) ed Asfalto che scotta (1960, Claude Sautet) oltre a classici dell’horror come La maschera del demonio (1960, Mario Bava).
In onore del centenario della nascita del regista Vittorio De Seta, verrà riportato in sala il suo folgorante debutto nel lungometraggio: Banditi a Orgosolo (1961).
Impossibile dimenticare poi la sezione dedicata a Rouben Mamoulian, regista armeno (naturalizzato statunitense) che ha operato sin dall’epoca del muto. Tra i suoi grandi film possiamo citare Il dottor Jekyll (1931), Il segno di Zorro (1940) e probabilmente il più famoso La regina Cristina (1933), con protagonista la coppia Greta Garbo-John Gilbert.
… E chicche da tutto il mondo
Tuttavia, la cosa più interessante del Cinema Ritrovato è la possibilità di recuperare accanto ai grandi classici anche chicche altrimenti inaccessibili.
Il festival offre, come ogni anno, un’amplissima gamma di cinema da tutto il mondo: dal Giappone, con la sezione interamente dedicata al regista Teinosuke Kinugasa (la cui opera più famosa è probabilmente La via dell’inferno, Oscar al miglior film straniero) alla Svizzera coi film della centenaria casa di produzione Paesens-Film, passando per l’Austria col lavoro della direttrice della fotografia Elfi Mikesh.
La sezione Cinemalibero, che va avanti da diversi anni, esplora ulteriormente il continente africano, portando anche documenti storici quali 4 rari cinegiornali del Senegal. Tra i titoli da tenere d’occhio in questa sezione abbiamo Bushman del compositore David Schickele, storia di un nigeriano che si trasferisce a San Francisco, e Ceddo, in onore del centenario dalla nascita del suo regista, Ousmane Sembène.
Parte del programma sarà dedicata poi al cinema siriano, con film quali The Dupes (Tewfik Saleh, regista egiziano che gira in Siria), e ad un omaggio al drammaturgo e regista iraniano Bahram Beyzai.
Da non perdere sono poi tre rarità che difficilmente troverete altrove: una sezione dedicata al pioniere del cinema africano Albert Samama Chikly, con una filmografia di ben 120 unità tra film ed estratti, una al regista Michael Roemer, autore di tre film e alcuni documentari, compreso uno su un degradato quartiere di Palermo chiamato “Cortile Cascino”, e la proiezione di tre cassette ritrovate contenenti alcune delle lezioni di cinema di Godard.
Un tuffo nel passato
Non può mancare, dopo il viaggio nello spazio, anche quello nel tempo.
Come negli anni passati, il festival dedica due sezioni in particolare al passato remoto dell’arte cinematografica. La prima va indietro di ben 120 anni, coprendo così, in questo caso, l’anno 1903. Avremo dunque modo di vedere sul grande schermo non solo i grandi classici di Meliés, ma anche opere dei suoi avversari presso la Pathé, oltre che il primo, grande successo degli Stati Uniti ed il primo western: La grande rapina al treno (Edwin S. Porter).
La seconda sezione lancia uno sguardo, invece, a quei film di cui ricorre il centenario. Abbiamo dunque a che fare con le opere dei russi bianchi, con gli ultimi sprazzi dell’espressionismo tedesco e del diva film italiano, col passaggio al lungometraggio di Buster Keaton e l’affermarsi di Sergej Ejzenštejn. L’anno è anche significativo in quanto avvennero diversi eventi storici che furono filmati, come il terremoto del Kantō e la scoperta della tomba di Tutankhamon.
Interessante poi la sezione dedicata ad una pagina interessante del nostro cinema, ovvero la presenza di diverse attrici russe nel periodo del muto. Nell’ambito di questa sezione sarà mostrato Thaïs, lungometraggio futurista con protagonista la ballerina Thaïs Galitzy.
Infine, diretta prosecuzione dello scorso anno è la sezione dedicate alle commedie tedesche “dell’esilio”, ovvero quelle commedie sonore realizzate da registi che avevano operato negli anni precedenti alla salita al potere di Hitler che tentarono di portare, pur lontani dalla patria, la stessa leggerezza nelle opere del periodo.
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