La terza giornata dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ci mostra due grandi film in concorso di registi sudamericani e un piccolo ma tenace film italiano
El Jockey, di Luis Ortega (Venezia 81 – Concorso)
Inizia anche per noi il concorso con El Jockey, ottavo lungometraggio del regista argentino Luis Ortega. Remo Manfredini è un fantino in caduta rapida, sovrastato dall’alcolismo, dai malavitosi e dal talento di sua moglie/rivale. Un incidente lo porterà a vagabondare e a scoprire un nuovo rapporto con sé stesso e con i suoi cari. Parte Kaurismaki, continua come Almodovar per sfiorare Lynch, divide moltissimo su tutto tranne su un aspetto: l’utilizzo sensazionale delle musiche.
Maria, di Pablo Larrain (Venezia 81 – Concorso)
Gli ultimi giorni della vita di Maria Callas vanno a concludere la trilogia di biopic di grandi figure femminili iniziata con Jackie e proseguita con Spencer. Ne emerge una figura cristallina nella sua decadenza fisica ma soprattutto vocale. Probabilmente le interpretazioni divideranno ed è facile attaccare il volto non certo naturalmente decadente della Jolie, è interessante notare come si cerchi quasi di sottomettere le figure di grandi attori italiani (Favino, Rohrwacher, Golino) alla presenza della diva Hollywoodiana.
Vittoria, di Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman (Orizzonti Extra)
Film di fiction ispirata alla vicenda vera di Jasmine, parrucchiera napoletana e della sua famiglia alle prese con il desiderio di adottare una bambina. Si vuole sicuramente presentare come un film che parla di persone vere e genuine (qualunque cosa voglia dire) richiamando un neorealismo povero. La scelta di fare interpretare i ruoli dei protagonisti alla reale famiglia risulta molto efficace, il finale che lascia quasi intendere che l’amore dei genitori quasi annulli l’importanza delle figure professionali nei percorsi adottivi però stucca notevolmente.

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