Si è conclusa da poche ore la 76esima edizione del Festival di Cannes che, dopo le premiazioni, ha terminato la serata con la proiezione fuori concorso di Elemental, il prossimo film della Pixar in uscita il 21 giugno.
Menzione speciale va alla proiezione, fuori concorso, di Killers Of The Flower Moon del maestro Martin Scorsese con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro in uscita il 19 ottobre nelle sale italiane.
Tra red carpet, proiezioni e incontri con alcune tra le star più note del cinema, questa edizione del festival mostra quanto il cinema può ancora offrire al pubblico in un connubio tra arte ed intrattenimento.
Ma senza indugi andiamo a vedere quali sono i film premiati dalla giuria del Festival di Cannes 2023, giuria guidata da Ruben Östlund e formata dall’attrice e regista Brie Larson, l’attore e regista Paul Dano, la regista Maryam Touzani, la regista e scenografa Rungano Nyoni, lo sceneggiatore Atiq Rahimi, la regista Julia Ducournau e il regista Damián Szifron.
Tutti i vincitori del Festival Di Cannes 2023
Svariati i film in concorso quest’anno, tra cui tre film italiani: La Chimera di Alice Rohrwacher, Rapito di Marco Bellocchio e Il sol Dell’Avvenire di Nanni Moretti; nessuno tra questi, però, è riuscito ad ottenere l’ambito premio. Ma ora inoltriamoci alla scoperta dei vincitori nelle varie categorie per poi finire con l’ambita Palma d’oro per il miglior film.
GRAND PRIX
- The Zone Of Interest, diretto da Jonathan Glazer.
La storia gira intorno ad una famiglia tedesca che vive accanto al campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale. Mentre una famiglia polacca aiuta segretamente dei prigionieri, si sviluppa una storia d’amore clandestina tra un ufficiale nazista e la donna del comandante.
MIGLIOR REGISTA
- Tranh Anh Hung per il film La Passion De Dodin Bouffant.
Il film narra di una storia d’amore tra il rinomato chef Dodin Bouffant e la sua socia Eugénie, la quale, rifiutando costantemente il corteggiatore, lo spinge a dover fare una cosa che non aveva mai fatto prima.
PREMIO DELLA GIURIA
- Fallen Leaves, diretto da Aki Kaurismaki.
L’incontro tra un uomo e una donna, entrambi in stato di precarietà, che vedranno le loro vite cambiare completamente dopo che le loro strade si sono incrociate.
MIGLIOR ATTORE
- Koji Yakusho per il film Perfect Days.
La trama ruota attorno ad un addetto alle pulizie di Tokyo che tramite le sue passioni (fotografia, musica, libri e gli alberi) racconta il suo passato.
MIGLIORE ATTRICE
- Merve Dizdar per il film About Dry Grasses.
Un insegnante d’arte in un piccolo istituto dell’Anatolia decide di trasferirsi ad Istanbul, prima però deve concludere 4 anni di insegnamento prima di essere accettato nel nuovo paese. Il suo sogno di trasferirsi viene presto annientato dalle accuse di molestie da parte di due studentesse. L’insegnante, triste e pieno di sconforto, troverà speranza in una giovane insegnante che lo aiuterà ad andare avanti.
MIGLIOR SCENEGGIATURA
- Yuji Sakamoto per il film Monster.
Il protagonista è Minato, figlio di una madre single molto affettuosa. Un giorno il bambino tornando da scuola ha uno strano comportamento, sembrerebbe esserci stata una rissa tra i piccoli studenti. La madre di Minato, intuendo che l’insegnante è responsabile della rissa, decide di indagare in modo più approfondito. Andando avanti nelle indagini il problema si ingigantisce diventando di dominio pubblico finché una mattina, i bambini sembrerebbero essere scomparsi.
PALMA D’ORO AL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
- 27 diretto da Flóra Anna Buda.
CAMERA D’OR
- Inside The Yellow Cocoon Shell, diretto da Thien An Pham.
MENZIONE SPECIALE – CAMERA D’OR
- Far, diretto da Gunnur Martinsdóttir Schluter.
Prima di arrivare al premio più ambito per il miglior film, vediamo i film premiati dalle giurie delle sezioni parallele.
CINÉFONDATION
- Norwegian Offspring, diretto da Marlene Emilie Lyngstad.
- Hole, diretto da Hwang Hyein.
- Ayyur, diretto da Zineb Wakrim.
UN CERTAIN REGARD
- Premio Un Certain Regard: How to Have Sex, diretto da Molly Manning Walker.
- Premio della giuria: Les Meutes, diretto da Kamal Lazraq.
- Miglior regia: Asmae El Moudir per il film Kadhib ʾabyaḍ (The Mother of All Lies).
- Miglior interpretazione: il cast del film Crowrã.
- Premio della libertà d’espressione: Wadāʿan Jūlyā, diretto da Mohamed Kordofani.
- Premio Nuove voci: Augure, diretto da Baloji.
QUINZAINE DES CINÉASTES
- Premio Europa Cinema Label: Creatura, diretto da Elena Martín Gimeno.
- Premio SACD: Un prince, diretto da Pierre Creton.
- Carrosse d’or: Al regista maliano Souleymane Cissé.
SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
- Grand Prix: Tiger Stripes, diretto da Amanda Nell Eu.
- Premio French Touch della giuria: Il pleut dans la maison, diretto da Paloma Sermon Daï.
- Premio Louis Roederer Foundation, miglior scoperta: Jovan Ginić per il film Lost Country.
- Premio SACD: Le Ravissement, diretto da Iris Kaltenbäck.
- Aide Fondation Gan à la Diffusion: Inshallah Walad, diretto da Amjad Al-Rasheed.
- Premio Leica Cine per la miglior scoperta (corto): Boléro, diretto da Nans Laborde-Jourdàa.
- Premio Canal+, miglior cortometraggio: Boléro, diretto da Nans Laborde-Jourdàa.
PALMA D’ORO MIGLIOR FILM
E ora veniamo finalmente al film vincitore della Palma D’oro come miglior film.
Tra tutti i 21 film candidati quello che trionfa portandosi a casa l’ambito premio è:
- Anatomie D’une Chute, diretto da Justine Triet.
Il film, ambientato nelle Alpi francesi, racconta la storia di Sandra, una scrittrice che vive in uno chalet di montagna assieme a suo marito Samuel e suo figlio non vedente Daniel. Un giorno il marito viene trovato morto davanti casa e una volta aperte le indagini la moglie viene incriminata d’ufficio come principale sospettata. Un anno dopo Sandra e Daniel vengono chiamati in tribunale e quando la donna, a tratti disturbata, viene interrogata, salta fuori il rapporto difficile e tormentato che aveva con il marito. La situazione si complica quando ad essere interrogato è il figlio Daniel.
Con questa vittoria Justine Triet diventa la terza donna a vincere una statuetta dopo Jane Campion (1993) e Julia Ducournau (2021), quest’ultima, come riportato all’inizio, facente parte della giuria guidata da Östlund. Una vittoria che sta già facendo discutere molto tra chi si schiera a favore del film e chi invece, per un motivo o per un altro, trova questa vittoria non meritata.
E voi avete seguito il festival? Siete rimasti soddisfatti o c’è qualcosa che vi ha deluso?
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