Nell’affrontare diversi generi, sfidare le convenzioni stilistiche e creare ad arte narrazioni avvincenti, Bong Joon-ho ha consolidato negli ultimi anni la sua posizione di vero maestro della cinematografia contemporanea a livello internazionale. 

Con questo articolo vogliamo iniziare un viaggio attraverso la filmografia del regista sudcoreano, esplorando i temi e le tecniche che hanno definito la sua carriera, dall’esordio del 2000 fino al premio Oscar vinto con Parasite, una vittoria che ha segnato un punto di svolta per l’industria cinematografica internazionale, aprendo le porte del mercato statunitense ed europeo ad un sempre più ampio ventaglio di opere orientali. 

Questa serie di articoli vogliono essere una breve guida per districarsi nella filmografia di quello che sarà, con molta probabilità, uno dei registi più importanti della nostra epoca.

Cane che abbaia non morde – Barking Dogs never Bite (2000)

Ambientato all’interno di un complesso di appartamenti a tratti fatiscente e claustrofobico, il film segue le vicende di Yun-ju (Lee Sung-jae), un docente disoccupato e insoddisfatto della sua vita alle prese con un complicato rapporto con la moglie incinta Eun-sil (Kim Ho-jung). Ossessionato e infastidito dal continuo abbaiare del cane di un vicino, cercherà un modo per disfarsene. Questo è solo l’inizio di un’assurda e bizzarra vicenda che lo porterà ad incontrare Hyun-nam (Bae Doona), un’impiegata amministrativa il cui compito principale è quello di apporre un timbro ufficiale sugli avvisi di “cane smarrito”.

Bong Joon-ho mette in scena magistralmente una sapiente miscela di assurdità e satira, creando una narrazione che sorprende e sovverte le aspettative iniziali dello spettatore. Questa dark comedy analizza le complessità e le frustrazioni dell’uomo comune, che prova a sfuggire da una realtà quotidiana banale e psicologicamente distruttiva. Gli elementi di critica sociale atti a rappresentare fedelmente il sottobosco della società sudcoreana – e che saranno spesso presenti nella sua filmografia –  sono presenti fin dal suo esordio: l’oppressione dovuta a problemi finanziari, la disillusione sociale e l’ossessione distraente sono tra i temi principali del film. Inoltre, Barking Dogs Never Bite dimostra la capacità di Bong Joon-ho di bilanciare momenti di intensa drammaticità con un sottofondo di sarcasmo. La sua abile fusione di toni apparentemente lontani tra loro e tipica della cinematografia asiatica, crea un’esperienza cinematografica che è una ventata d’aria fresca per il pubblico occidentale.

Uno dei principali punti di forza del film risiede nella sua capacità di presentare personaggi imperfetti, con cui è facile empatizzare, ognuno alle prese con le proprie stranezze e insicurezze. Yun-ju è un uomo al limite della malattia mentale. Le sue azioni, guidate dalla frustrazione e dalla disperazione, conducono a un percorso tragicomico ma moralmente ambiguo che sfida la sicurezza dello spettatore su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. D’altra parte, la sincera ricerca di Hyeon-nam di salvare un cane maltrattato mostra il talento del regista nel trasmettere empatia e umanità nei propri personaggi. Attraverso i due protagonisti, Bong joon-ho esplora la dicotomia tra compassione e crudeltà, un conflitto presente in ognuno di noi, ricordandoci che nessuno è del tutto innocente o colpevole.

L’abilità registica di Bong Joon-ho è evidente in ogni fotogramma, con ogni inquadratura composta meticolosamente che contribuisce ad aumentare la tensione emotiva del film. I corridoi poco illuminati e i crudi paesaggi urbani rispecchiano le lotte interiori dei personaggi, trasmettendo efficacemente un senso di intrappolamento e disillusione.

In conclusione,  anche se non è conosciuto come altri suoi capolavori, Cane che abbaia non morde offre uno sguardo consapevole sulle prime sperimentazioni narrative del regista. È una testimonianza del suo talento nello sfidare la banalità cinematografica, mostrando temi e tecniche che sarebbero diventati tratti distintivi delle sue opere. Siamo davanti ad un esordio audace e anticonvenzionale, che afferma da subito Bong Joon-ho come un regista che non teme di superare i limiti e di esplorare gli angoli più oscuri della psiche umana. Questo film, uscito per la prima volta in Italia proprio quest’anno, rimane una gemma per i cinefili e un must per chiunque sia interessato ad assistere alla nascita di un vero autore.

Rosario Azzaro
Rosario Azzaro,
Presidente Associazione e caporedattore.