Domenica 19 marzo si è conclusa la 41ma edizione del Bergamo Film Meeting. Nove giorni di puro cinema, tra retrospettive, omaggi e anteprime, nonché le sezioni Mostra Concorso e Visti da Vicino. Quest’anno il festival è stato parte del palinsesto Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, accredito che ha contribuito ad aumentare la visibilità del festival a livello nazionale. Il cuore pulsante è stato ancora una volta l’Auditorium di Piazza della Libertà, a Bergamo, il quale ha ospitato la maggior parte delle proiezioni previste nel programma. La sezione Visti da Vicino, dedicata ai film documentari inediti di produzione indipendente, è stata ospitata, invece, dal Cineteatro del Borgo; la sala Lo schermo bianco è stato sede dell’evento Incontri: Cinema e Arte contemporanea, con la proiezione del film Il Cristo in gola (Antonio Rezza, 2022).
Retrospettive, omaggi e cult movies
Una delle qualità del Bergamo Film Meeting è certamente l’ampia e variegata offerta di film che permette allo spettatore di costruirsi una personalissima programmazione. La punta di diamante della 41ma edizione è stata certamente la retrospettiva completa dell’attore e regista polacco Jerzy Stuhr, comprensiva di titoli quali Tre colori – Film bianco (Krzysztof Kieślowski, 1994), Il cineamatore (Krzysztof Kieślowski, 1979) e Storie d’amore (Jerzy Stuhr, 1997).
Due retrospettive hanno caratterizzato anche la Sezione Europe, now! dedicata, come ogni anno, a due registi provenienti dal panorama europeo. Quest’anno gli ospiti sono stati Ursula Meier, regista e sceneggiatrice francese naturalizzata svizzera – tra i titoli più recenti, La ligne (2022) e Shock Waves – Diary of my mind (2018) – e Jaco Van Dormael, regista, sceneggiatore e drammaturgo cresciuto tra Germania e Belgio – autore, fra gli altri, di Mr. Nobody (2009) e Dio esiste e vive a Bruxelles (2015).
La quarta retrospettiva completa s’inserisce nella sezione del Bergamo Film Meeting dedicata all’animazione autoriale: la protagonista di quest’anno è stata l’animatrice ceca Michaela Pavlátová, della quale sono stati proiettati 25 titoli, tra corti e lungometraggi, compreso Words, words, words (1991) che ha ottenuto una Nomination agli Oscar come Miglior Cortometraggio Animato.
Nell’ambito della quarantunesima edizione, il festival ha voluto rendere omaggio anche a Kira Muratova, regista moldava naturalizzata ucraina la cui produzione ha subito le forti censure del governo sovietico prima di essere riabilitata durante la politica della glasnost.
Mostra Concorso e Visti da Vicino: tutti i premi
La cerimonia di premiazione dei film e documentari in concorso si è svolta nella serata del 18 marzo, a partire dalle 22:30, in Auditorium.
Nella sezione Mostra Concorso, riservata ad autori emergenti, è stata composta da sette lungometraggi di finzione, inediti in Italia, caratterizzati da originalità linguistica e trattazione di tematiche contemporanee. La giuria di quest’anno è stata presieduta da Nerina Kocjančič e composta da Simone Bachini e Iva Hejlíčková, la quale ha assegnato il Premio per la miglior regia a Një filxhan kafe dhe këpucë të reja veshur (A Cup of Coffee and New Shoes On, 2022) di Gentian Koçi, film che narra la storia di due fratelli omozigoti sordomuti i quali scoprono di essere affetti da una rara malattia genetica che renderà entrambi ciechi.
Il Premio Bergamo Film Meeting, assegnato dal pubblico attraverso una votazione espressa in seguito alla visione di ciascun film, è stato attribuito a Thierry Binisti per Le prix du passage (The Channel, 2022), lungometraggio franco-belga incentrato sul Canale della Manica. Sul secondo gradino del podio si è piazzato Śubuk (Backwards, 2022) del polacco Jacek Lusinski: ispirato a fatti realmente accaduti, è la storia di una giovane madre single in lotta contro la burocrazia per permettere al figlio autistico di studiare. Il terzo posto è stato conquistato da Minsk (2022) di Boris Guts, film che racconta la protesta avvenuta a Minsk nell’agosto del 2020 e girato in un unico piano sequenza.
La sezione Visti da Vicino, dedicata al cinema non-fiction, è stata composta da dodici documentari internazionali. Durante la cerimonia di premiazione, sono stati assegnati due premi. Il Premio Miglior Documentario CGIL Bergamo – Sezione Visti da Vicino, assegnato sulla base delle preferenze del pubblico, è stato attribuito in ex-aequo a La visita y un jardín secreto (The Visit and a Secret Garden, 2022) di Irene M. Borrego e a No Place Like Home (2022) di Emilie Beck. Il secondo riconoscimento, il Premio della Giuria CGIL – La Sortie de l’Usine, è stato conferito dai delegati sindacali di CGIL Bergamo al documentario che meglio ha raccontato tematiche concernenti il mondo del lavoro e del sociale: il vincitore è Tomáš Kratochvíl con il documentario Pongo Calling (2022).
Lauren per sempre: cult movies e classici
Il volto scelto a rappresentare la 41ma edizione del Bergamo Film Meeting è l’attrice americana Lauren Bacall. Il fascino senza tempo di una delle più grandi star del cinema hollywoodiano è apparso in una selezione di cinque film cult proiettati in Auditorium: fra questi, To Have and Have Not (Acque del sul, Howard Hawks, 1944), The Big Sleep (Il grande sonno, Howard Hawks, 1946) e Written on the Wind (Come le foglie al vento, Douglas Sirk, 1956).
Nell’ambito dei classici, il festival ha incluso nella rassegna la Midnight Story The War of the Worlds (La guerra dei mondi, Byron Haskin, 1953), due film di Ermanno Olmi – Un certo giorno (1969) e I recuperanti (1970) – nell’ambito di Prospettiva Olmi, comprensiva del lungometraggio Quasi un anno di Giorgio Diritti (1992) e I soliti ignoti (Mario Monicelli, 1958), disponibile online con audiodescrizione e sottotitoli per non udenti.
Animazione senza confini: il Kino Club
Anche quest’anno il Bergamo Film Meeting ha riconfermato il suo impegno nel coinvolgere i più piccoli. La sezione Kino Club ha avuto il suo spazio sia al Cineteatro del Borgo che online, dal 13 al 18 marzo: sono stati proiettati Californie (Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman, 2021), Anna Frank e il diario segreto (Ari Folman, 2022) e Il cavaliere inesistente (Pino Zac, 1969), nonché Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola (Marcel Fabre, 1913), capolavoro del cinema muto sonorizzato dal vivo.
La selezione di cortometraggi selezionati da un festival di cinema d’animazione ha coinvolto, quest’anno, il Kaboom Animation Festival, il quale ha voluto proporre cortometraggi incentrati sul cambiamento climatico. Hanno arricchito la sezione Kino Club, infine, i corti proposti dal Festival Orlando, basati su tematiche queer, due cortometraggi realizzati da una scuola primaria di Brescia, e i film di diploma delle scuole di cinema europee, ascritti nella sezione Boys & Girls – The Best of CILECT Prize.
Cosa resterà di questo BFM41
Al termine di questa quarantunesima edizione, si può dire il Bergamo Film Meeting si sia lasciato definitivamente alle spalle il fantasma del Covid che aveva decretato, nel 2020, la cancellazione del festival e, nel 2021, un’edizione interamente online. Con la serata inaugurale ospitata nella splendida cornice del Teatro Donizetti, in cui è stato proiettato il capolavoro Psycho di Alfred Hitchcock sonorizzato dall’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano, le aspettative erano molto alte: e chi scrive non ha dubbi nell’asserire che non sono state disattese.
Nei nove giorni di proiezioni ed eventi, il Bergamo Film Meeting ha saputo porre al centro sia l’arte cinematografica che il pubblico, rimarcando con vigore l’importanza del cinema come aggregatore sociale ed espressione artistica capace di raccontare l’attualità, i sentimenti, i sogni. Simbolico è, in questo senso, il passaggio di testimone tra il festival cinematografico e Bergamo Jazz, il festival musicale in programma dal 19 al 26 marzo, con la proiezione di Les félines (Crisantemi per un delitto, René Clément, 1964) e la sonorizzazione dal vivo di Inferno (Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovan, 1911), che rimarca il profondo legame tra il cinema e le altre arti.
Il fascino per il cinema non ha confini: ne è dimostrazione uno dei film più straordinari proiettati durante questa edizione del festival, Il cineamatore di Krzysztof Kieślowski. L’acquisto di una cinepresa 8mm segna un profondo cambiamento nella vita dell’operaio Filip/Jerzy Stuhr, che desidera solo una vita tranquilla insieme alla moglie e a sua figlia. Il cinema – e il “fare cinema” – entra nella sua esistenza e la sconvolge completamente: perché la Settima arte è la capacità di rendere l’effimero immortale, di rendere protagonisti gli ultimi, di costruire e decostruire la realtà. Il tutto, grazie a una pellicola e a una piccola cinepresa. “Che cosa filmi?” “Tutto ciò che si muove”.
Scrivi un commento