“Ash may be a perverted drunk with racist tendencies, but he has his moments.”

Questa frase pronunciata da Kelly, una delle protagoniste della serie Ash vs Evil Dead è indubbiamente la migliore recensione possibile dell’opera in oggetto. Di conseguenza, tutto ciò che leggerete qui di seguito è totalmente superfluo. Tuttavia, se volete dare una chance alle righe che trovate qui sotto, esse cercheranno di convincervi a dare una possibilità anche a questa piccola serie, che ogni fan dell’horror dovrebbe recuperare.

Prodotto dalla mente di Sami Raimi,  Ash vs Evil Dead è ufficialmente il seguito della trilogia della Casa (Evil Dead in originale, a cui abbiamo dedicato una puntata del nostro podcast Strade Perdute), ambientata in un universo cinematografico ancora scolpito nei cuori degli appassionati del cinema horror e non solo, di cui fanno parte anche il remake del 2013 e il recente La casa – Il risveglio del Male, il cui successo al botteghino ha confermato come gli spettatori siano ancora affezionati alle storie che hanno luogo in quel mondo. Ambientata 30 anni dopo gli eventi della trilogia originale, la serie vede il ritorno del mitico Ash Williams, interpretato da Bruce Campbell, che viene nuovamente chiamato ad affrontare il male puro. Raimi, che dirige l’episodio pilota, oltre a Campbell richiama un’altra storica collaboratrice, l’iconica Lucy Lawless, interprete di Xena nell’omonima serie ideata dallo stesso Raimi. Un cast estremamente groovy per una serie di 3 stagioni costruita su tutti gli elementi che hanno reso famosa la trilogia della Casa: il risultato non può essere che un nuovo instant cult, un must-see per i fan dell’originale.

La serie è caratterizzata da 3 stagioni che vanno in crescendo, con una quantità di follia messa in scena sempre maggiore, il tutto condito  con un quantitativo abbondante di sangue e budella. Nessuna delle puntate che compongono l’opera si risparmia sulla violenza e sul cattivo gusto, tra deadite, demoni millenari e motoseghe, che sono unite costantemente all’ironia che ha reso famoso il secondo e terzo capitolo della trilogia originale, con Ash che torna un po’ più vecchio ma sempre pronto a parlare di sesso, ubriacarsi e sparare punch line molto groovy una dietro l’altra. L’inizio della serie è esemplificativo del tutto: Ash, per conquistare una donna raccattata in un bar, legge il Necronomicon ad alta voce in preda ai fumi dell’alcol e delle droghe. Un incipit demenziale pienamente in linea con il mondo di Evil Dead

Uno dei principali meriti della serie è l’ampliamento dell’universo in cui le vicende sono ambientate, esplorando il mondo delle forze del male e dei meccanismi di potere che operano nell’oscurità per il controllo dell’aldilà.

Il risultato finale è un’opera unica nel suo genere che, in pieno stile Raimi, riesce a divertire e terrorizzare, sempre pronta a unire sonore risate al puro disgusto per lo splatter messo in scena. Un equilibrio miracoloso che riesce a divertire con l’horror puro, capace di correre sul bordo che separa un buon prodotto dal trash puro, e la demenzialità dalla comicità di bassa lega. Certo non aspettatevi un umorismo raffinato, dato che le linee di dialogo sono spesso grezze e burbere come Ash, ma è giusto dare loro il merito di essere tremendamente originali nella loro follia. Spesso durante la visione penserete di non poter vedere qualcosa di più folle di quanto appena mostrato, ma la serie sarà sempre capace di stupirvi in tal senso e di alzare (o abbassare, a seconda del punto di vista), l’asticella. Il tutto viene gestito da una regia di mestiere, che omaggia continuamente il capolavoro di Raimi, con l’utilizzo della Shaky Cam e dei piani olandesi.

Prima di iniziare la visione dovete tuttavia mettere in conto un fattore:  Ash Vs Evil Dead alla fine della terza stagione fu cancellata e il finale non si può definire compiuto al 100%. Senza fare spoiler, il finale della terza apre a uno scenario completamente nuovo e dalle potenzialità infinite, e non possiamo che provare rammarico per non potere assistere alla conseguenze di ciò. Tale conclusione omaggia il finale alternativo de L’armata delle tenebre (che potete trovare su  youtube, nel caso in cui non temete gli spoiler), terzo capitolo della trilogia originale, a suo tempo bocciato dalla Universal perché considerato troppo “deprimente” e troppo cinico.

Se da un lato non possiamo che dispiacerci per il mancato proseguimento della serie, dall’altro il finale della terza stagione è in piena linea con i finali aperti e scioccanti a cui Raimi ci ha sempre abituato in tutta la sua carriera, compresa la trilogia della Casa. Un ulteriore elemento per intraprendere la visione di questo piccolo gioiello della commedia horror.

Luca Orusa
Luca Orusa,
Caporedattore.