In occasione della proiezione in sala presso il Cinema Roma d’Essai di Bologna il 14 Giugno de Il Mostro Slargacalzini, seconda avventura dell’eroe di carta Antonio Sturli, abbiamo incontrato Letizia Sabadini, creatrice del personaggio e regista tuttofare, e Nicolò Sivieri, volto, voce e “muso ispiratore” di Antonio Sturli.
Ciao ragazzi!
Letizia: Ciao!
Nicolò: Salve!
Partiamo dall’inizio. Come nasce l’idea di Antonio Sturli?
L: Antonio Sturli nasce in occasione di un test d’ingresso all’ISIA di Urbino nel 2019. Questo test consisteva nella stesura della storia di un personaggio chiamato appunto Antonio Sturli, abitante di Castel di Casio. Subito dopo aver fatto il test sono tornata a casa, ho trascritto di nuovo la mia idea dato che la prima stesura non era più in mano mia e l’ho lasciata fermentare per un po’. Durante il primo lockdown poi io e Nicolò abbiamo deciso di dare una nuova vita al personaggio realizzando il film con quello che avevamo in casa. Non avevamo grandi mezzi, ma avevamo un sacco di tempo per girare e scrivere ovviamente. Così è nato il primo film, appunto Antonio Sturli – Il Film, in cui il nostro eroe è un attore di carta che interpreta…sé stesso.
E così hai scelto di utilizzare la stop motion?
L: Esatto, come detto non avevamo grandi mezzi, né una telecamera decente. Allora non avevo nemmeno competenze in animazione digitale, quindi la stop motion era l’unica via. Poi però è diventata una scelta consapevole, dato che la stop motion ha una resa stilistica unica.
E com’è andata?
L: Il film ha iniziato a circolare e il personaggio Antonio Sturli ha avuto un discreto successo. La pagina Instagram è diventata un ponte tra la realtà e il mondo fantastico in cui vive Sturli. Pian piano il personaggio è diventato anche l’immagine stessa del progetto intero, che all’inizio si chiamava Quarantino Movies. E siccome Antonio è stato molto bravo, è stato chiamato a recitare ne Il Mostro Slargacalzini
Quali sono state le tue ispirazioni?
L: In realtà mi sento di poter dire che è in gran parte farina del mio sacco. Di stop motion non conoscevo molto a parte i classici Wallace e Gromit, Fantastic Mr Fox, Nightmare Before Christmas ecc… L’ispirazione principale in realtà viene dal mio legame col materiale carta. Se molti film in stop motion utilizzano plastilina o lana cotta io ho scelto la carta, che amo in tutte le sue forme e con cui ho sempre lavorato fin da piccola accumulando carta e cartoncini di qualsiasi colore consistenza e forma. La carta mi ha dato la possibilità di enfatizzare poi un contrasto tra i personaggi bidimensionali e l’ambiente tridimensionale.
L’estetica e i colori vengono dalla mia attività nella grafica, che ho sempre studiato prima alle superiori e ora in Accademia. Certo, se prima avevo sempre lavorato su commissione, Antonio Sturli è un progetto completamente mio. E ho scoperto una nuova modalità espressiva che preferisco a quella che avevo prima.
N: I corti escono coerentemente con tutto il tuo accumulare carta che si risolve nel modo migliore, in un film.
E tu Nicolò, tu sei la voce di Antonio Sturli?
N: Eh già, ho cominciato a recitare in prima elementare, da allora non ho più smesso e questa è stata la mia prima esperienza di doppiaggio. Ho dato voce alle creazioni di Letizia, e sono stato anche un po’ di aiuto nelle faccende tecniche. Senza dubbio è stato uno dei lavori più appassionanti che abbia mai fatto.
Veniamo alle domande antipatiche, avete riscontrato delle difficoltà economiche nella realizzazione dei film?
N: Ah beh, il lockdown è stata una salvezza in questo senso. Il budget del primo Antonio Sturli è stato di 5 euro per comprare dei pennarelli. Per Il Mostro Slargacalzini, parola a Leti
L: Io vorrei che i soldi non esistessero, porca puzzola. Sarebbe molto meglio avere tutto il materiale che occorre sempre disponibile e gratis ma è utopico. Fortunatamente il mio accumulo seriale di carta copriva gran parte delle necessità, e ho dato fondo alle mie scorte. Nel secondo tramite il crowdfunding siamo riusciti a comprare una serie di attrezzature, le luci al posto delle lampadine di casa, un proiettore per il videomapping per le scene notturne, gelatine, colla, nastro adesivo, fil di ferro. E poi chi donava donava anche un volto a un nuovo personaggio.
E la qualità del film ha goduto di questi miglioramenti?
L: Eh sì, Antonio Sturli: Il Film è carino ma carente tecnicamente, l’ho montato con programmi da principianti
N: Incarna il significato del termine “esperimento” alla perfezione.
L: Esatto, Il Mostro ha più accortezze, nonostante abbia usato la stessa vecchia macchina da presa (che si è comportata con onore) mi sono servita di balaustroni, bacchette cinesi, carrelli improvvisati…il tutto per una resa più professionale. Certo non raggiungo i livelli industriali, ma faccio tutto da sola e il pubblico lo sa. Quando proietto i due corti insieme, io per prima noto il miglioramento.
A proposito, la scelta dei luoghi in cui proiettare il film non è proprio convenzionale.
L: Esatto, però la scelta di proiettarlo in luoghi come il Centro Sociale Camere d’Aria o in luoghi privati mi permette sia di restare nella gratuità sia di farmi conoscere nel mio piccolo e di creare un ambiente sociale familiare in cui poter parlare con i miei spettatori, magari accanto a concerti o esibizioni artistiche. Abbiamo comunque in programma proiezioni in luoghi più istituzionali come il Cinema Roma.
Progetti futuri?
L: Nel tempo ho piantato tanti semini di progetti diversi. A settembre esaurita la run e il merchandising de Il Mostro Slargacalzini cominceremo a lavorare ad un nuovo progetto chiamato Clown. Nicolò ha studiato e recitato come clown, mi ha appassionato come figura e voglio sperimentare una nuova strada. Dato che sto anche lavorando come aiuto costumista voglio anche sviluppare una linea di maschere e costumi. Il progetto non ha ancora una sceneggiatura, ma dovrebbe girare intorno a tre o quattro figure clownesche, con costumi diversi, in forma di teatro filmato. Sarà la storia a seguire i personaggi e non il contrario.
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